Shopping.

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Esco da scuola insieme a Thomas.
"Pomeriggio andiamo al centro commerciale?" Mi propone.
Ma si, in fondo non abbiamo molto da studiare, si può fare.
"Va bene" gli rispondo, "verso che ora passi?"
"Alle cinque"
Entro nella metro, salutando il mio amico con un bacio sulla guancia. Ancora non gli ho parlato di ciò che è successo ieri sera e voglio farlo al più presto, penso meriti una spiegazione,è giusto così.
Thomas sorride e si allontana, tenendo sotto il braccio il vocabolario di francese. Per fortuna riesco a trovare un posto a sedere, nonostante sia molto affollata, come ogni giorno.
Roma é una bellissima città, ma è anche estremamente caotica.
Indosso le cuffiette e seleziono la riproduzione casuale di Spotify. Tra i tanti brani della mia playlist preferita, la canzone che capita è "Dicembre Roma" di Briga. Ascolto quelle parole, abbandonandomi al suono della voce di questo artista che amo tantissimo:

Se tu avessi avuto il tempo di reagire ancora
E tutto ciò che è stato, non colpire ancora
Che io ti vorrei ma non è niente di speciale
Se non sei con me
Se fossi stata l'unica, ti avrei ridato me
Ma non sei più la solita
E io non sono in me
Se fossi stata un angelo
Caduto insieme a me
Raccolto dietro un angolo...
Ed io non sono in me
Dicembre Roma
Le botte ed i tagli su noi
La notte dei falsi eroi

È semplicemente un poeta. Ricordo quando Thomas e io siamo andati al suo concerto il giorno del mio compleanno.
Il mio migliore amico mi avrebbe rivelato soltanto dopo che proprio non gli piaceva, ma mi aveva accompagnata solo per farmi felice.
Decido di scrivere quelle frasi su un quadernino che uso per appuntare i pensieri e le citazioni che mi piacciono di più, lo faccio da sempre e continuo così, finché non giungo alla mia fermata.
Scendo dalla metro e mi dirigo verso casa. Sono convinta di non trovare mia madre dentro, invece, con mia grande sorpresa, la trovo là, intenta a cucinare. Mi sembra di essere tornata a qualche anno fa, quando lei non era ancora prigioniera del suo stesso vizio e vivevamo felici.
"Ciao mà" la saluto, dandole un bacio sulla guancia.
"Hey, Scar" mi sorride debolmente.
Ha il viso stanco, dimostra molti più anni di quelli che effettivamente ha. Sulle pareti sono appese le foto di qualche anno fa e confrontandole, non sembra più nemmeno lei.
Come non detto, ha dimenticato tutto ciò che ieri sera mi ha urlato al telefono.
"Che hai fatto ieri?" Mi chiede, mentre con un cucchiaio di legno sta girando qualcosa che bolle in pentola.
"Sono stata alla festa" le rispondo.
Mia madre mi osserva senza spostare per un secondo gli occhi da me, poi il suo viso si distende in un sorriso:"sei bellissima, Scar" mi dice.
In 18 anni, sono state pochissime le volte in cui mi aveva detto una cosa del genere e non mi aveva offesa. Mi commuovo a sentirglielo dire.
"Grazie, mamma" le rispondo.
Pranziamo come una normale famiglia, lei che mi racconta di aver trovato finalmente un lavoro e io che le racconto della sera prima a casa di Victoria, non le parlo di Damiano, nè del fatto che Nelly, la compagna di papà, lavori là da lei e ha organizzato tutta la festa. Controllo se quella che sta bevendo sia acqua e non qualche alcolico che ha lo stesso aspetto e noto con piacere che si tratta di acqua, nient'altro. Terminato il pranzo, l'aiuto a sparecchiare e a lavare i piatti.
Il tempo passa in fretta fra i libri di letteratura inglese ed è già ora di uscire. Sento suonare alla porta e mi alzo per andare ad aprire.
Thomas entra con disinvoltura, ormai è come se fosse a casa sua.
"Oh, ma sei pronta?" Mi chiede.
"Si, porto con me un po' di soldi, non voglio più questi maglioncini color pastello, sono orrendi!" Esclamo.
Thomas ridacchia:"beh, in effetti... ma a me piacevi anche così. Cioè, non piacevi in quel senso, ma in amicizia, io...ehm..."
"So cosa intendi, tranquillo" rido.
"Allora,andiamo?"
"Andiamo"
Salgo sul suo scooter, allacciando bene il casco e stringendo le braccia attorno alla sua vita.
Se non fosse ormai risaputo che io e lui siamo sempre stati come fratelli, avrebbero di certo pensato che siamo fidanzati. Thomas sfreccia sulla strada principale che porta al grande centro commerciale Euroma2, un posto in cui sono stata solo pochissime volte. L'idea di passare del tempo in un centro commerciale non mi è mai piaciuta più di tanto.
Arriviamo dopo una ventina di minuti e dopo aver parcheggiato, entriamo dentro. Come ricordavo, è affollatissimo.
"Dove vorresti andare?" Mi chiede Thomas.
Indico Bershka in lontananza, il biondo annuisce:"annamo"
Faccio un giro per il negozio, scegliendo i capi che più mi piacciono.
Poi vado a provarli.
Thomas mi aspetta fuori dai camerini e mi consiglia pazientemente ciò che secondo lui dovrei comprare.
Boccia diversi abiti, ma il suo sguardo si illumina quando provo un paio di pantaloni attillati e una maglietta semi trasparente con delle perline.
"Allora, come te sembra?" Gli chiedo
"Er cobra approva!" Esclama.
"E approvo pure io!" Una voce, ahimè familiare, mi fa sobbalzare,io e il mio amico ci voltiamo contemporaneamente verso la fonte di provenienza.
"Ciao, Damiano"

Maneskin-Portami viaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora