Damiano.

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È arrivato il momento tanto atteso e temuto da ogni studente: oggi sveleranno le materie della seconda prova dell'esame di maturità. Ormai è questione di minuti, poi l'orologio segnerà l'una e ci sarà il grande annuncio.
Leonardo, il mio compagno di banco, non è mai stato così in ansia e non fa altro che muovere le gambe, facendo ondeggiare anche il banco.
"Ao, ma che stai a fà?" Gli chiedo seccato.
Non capisco tutta quest'ansia, manca ancora tantissimo tempo!
"Niente" si ferma lui, fissando un punto nel vuoto.
"Che, sei nervoso?" Gli chiedo.
"Fatti li cazzi tua, Damià" sbuffa. Ammazza, che carattere! Peggio del mio, oh.
"Ma che cazzo te devi ansià, che c'hai tutti 10, li mortacci tua!" Esclamo, rivolgendomi a lui.
"Se esce tedesco il cento lo vedo col binocolo" mi dice.
Beh, io vedo il sessanta con binocolo e anche se non uscisse tedesco.
Sono assorto completamente nei miei pensieri, quando sento i miei compagni urlare.
"Inglese!" Esclamano.
Qualcuno viene ad abbracciare anche me, che per non essere troppo scortese, ricambio in modo accomodante.
Forse un po' troppo accomodante.
"Oh, porco D** Damià, non sei contento?" Mi chiede quello scemo di De Santis.
Lo squadro dalla testa ai piedi e gli rivolgo uno sguardo talmente tanto truce, da indurlo a capire 'na cosa fondamentale: se ne deve annà. Quello non ci pensa due volte e sloggia a gambe levate. Che coglione!
"Vabbè regà, è stato bello, me ne vado!" Dico, lasciando tutti di stucco e abbandonando quella classe.
"Damià, ma non vieni a festeggiare?" Domanda Leonardo, rincorrendomi per il corridoio.
"No, Leonà. Magari stasera annamo ad ubriacarci a Trastevere da soli, ma ora nun me va"
Il mio amico mi guarda interrogativo, poi annuisce:"vabbè, dai"
Tutto 'sto bordello per un esame!
Okay, dovrei esse felice pure io... ma allora perché non riesco ad esserlo?
Io dentro 'sta scuola non sono sereno. Mi reputo abbastanza intelligente, ma qui dentro mi sento inadeguato.
...
"Hai visto che é uscito inglese?" Mi chiede Scarlett entusiasta.
"Si..." sbuffo.
"E tu che dicevi che usciva tedesco!" Esclama con un tono cantilenante, sollevando gli occhi al cielo.
"Scar, ti devo dì 'na cosa..." sospiro.
Scarlett è la prima persona che informerò riguardo la mia scelta. So già che la prenderà malissimo, ma alla fine se ne farà una ragione. La vita è mia, dopotutto.
Lei si ferma di colpo:"dimmi"
"Ho deciso di lasciare la scuola"
"Stai scherzando?" Chiede, spalancando gli occhi.
"No"
"Dici così solo perché ti sei preso paura per gli esami!" Sentenzia, stringendo a sé il vocabolario di spagnolo.
"No Scar. Non me ne fotte degli esami, è una decisione che ho preso già da tempo"
"E che vuoi fare senza un diploma?" Domanda quasi esasperata.
"Musica"
"Musica? Ma...ma...ma...Dam, un diploma ti serve!"
Beh si, forse ha ragione. Ma dopo aver ricevuto quella chiamata ed esser riuscito a ristabilire i rapporti con la mia band, ad incollare tutti i pezzi, non c'ho più la testa per la scuola!
Me lo ha detto anche Thomas, dopo aver chiarito, che se questa faccenda di x-factor dovesse andare in porto, smetterà anche lui di frequentare la scuola, per dedicarsi alla musica 24 ore su 24 e lo stesso vale per Victoria ed Ethan.
"E se, nella lontanissima ipotesi, x-factor non dovesse andare bene?" Mi chiede Scar.
"Che vuoi dire?" Le chiedo sollevando le sopracciglia.
"Se non vi prendono, Damià, che farete?"
Ecco, questa si che é un domandone.
"É impossibile che non ci prenderanno!" Esclamo, sicuro di me. Credo troppo in me stesso e nelle capacità degli altri ragazzi. Non posso accettare delle porte in faccia.
"Ma se fosse così, mi diplomerò. Però non qui al Montale" affermo.
Scar annuisce. "Va bene, Dam"
"Non...non mi dici niente?"
"No, come faccio a dirti qualcosa? Sei così sicuro di te da far impressione!" Ammette poi e non so perché, provo un certo compiacimento nel sentirglielo dire.
La sicurezza in se stessi é una meta da conquistare e per ottenerla, si lotta giorno per giorno, ma è una guerra personale che vale la pena combattere.
"Grazie Scar!" Le dico, dandole un bacio a stampo e prendendole la mano.
Ce ne andiamo in giro per la nostra città come due normalissimi liceali, ma nella mia mente inizia ad insinuarsi una strana fantasia: io famoso, lei accanto a me, una fila di ragazzi e ragazze che mi rincorrono per chiedermi l'autografo e che cantano la mia canzone. Sono così tanto distratto, che tiro una spallata a Scarlett e vado a finirle addosso.
"Ahi, Damià, stai un po' attento!" Dice lei.
"Scusa, stavo a pensà"
"A che pensavi?"
"A quanto sarebbe bello se io fossi il re" le dico con un aria sognante, mentre saliamo sulla bellissima terrazza del Gianicolo. Da qui, si può vedere tutta la città ai nostri piedi. É uno spettacolo stupendo sia di giorno, che di notte.
"Poco megalomane insomma!" Esclama lei, ridacchiando. 
"Ovviamente, se io sono il re, tu saresti la regina!"
"Ah, ma smettila! Se ti sentisse Victoria, non sarebbe tanto felice" afferma.
Sento il mio telefono squillare, non metto più la vibrazione da quando mi hanno chiamato quelli di x-factor, per paura di non riuscire a sentirlo e di perdere l'occasione della mia vita. Per scaramanzia, l'ho detto solo ai miei, giusto per dargli una spiegazione, quando non mi vedranno a casa per un po' di tempo e alla mia ragazza. Forse anche gli altri lo hanno detto ai loro genitori, è giusto così. Ma non lo sa nessun altro.
Lo sapranno poi, quando avremo la certezza assoluta di aver passato le audizioni davanti ai giudici.
Stavolta, però, a chiamarmi è Victoria.
Parli del diavolo...
"Pronto Vic"
"Damià..." ha un tono di voce strano, me fa preoccupà.
"Ao, che è? Anche tu basita per inglese?" Ironizzo.
"No, Dam, sono seria. Hanno...hanno arrestato Nelly" dice tutto d'un fiato.
Provo 'na leggera pressione sulla bocca dello stomaco, appena apprendo quella notizia.
Arrestato? E perché mai?
"Ma quando?"
"Poco fa! É venuta la polizia qui. Ero sola in casa. Hanno dovuto sparare per riuscire a prenderla"
Le trema la voce e piange, sembra traumatizzata.
Quella donna é davvero un demonio! É riuscita a far male alla mia migliore amica, a Scar e chissà a quante altre persone!
"Aspetta, Vic. vengo subito!" L'avviso e cerco di tranquillizzarla, anche se è n'pò difficile.
"Scar, dobbiamo annà a casa di Vic"
"Che é successo?"
"Hanno arrestato Nelly. Erano sole a casa, quando è arrivata la polizia... é ancora sotto shock"
"Le ha fatto del male?" Chiede Scarlett e mi sembra abbastanza turbata anche lei.
"Non credo, é solo spaventata!" Dico, mentre ci dirigiamo subito verso la fermata degli autobus.
Maldizione! Me dovevo portà 'a macchina oggi!
Arriviamo davanti a casa della mia amica dopo mezz'ora.
La porta è chiusa a chiave e quando lei viene ad aprirci, mi basta guardarla nei suoi occhi talmente chiari da sembrare trasparenti, per capire quanto sia terrorizzata.
L'abbraccio e lei scoppia a piangere.
Scar le accarezza la schiena, mentre le sussurra che é tutto finito.
Ci vuole un po' per farla calmà.
Quando finalmente smette di piangere, ci sediamo sul divano dell'immenso soggiorno.
"C'erano poliziotti ovunque. Le dicevano di fermarsi... mentre io scendevo le scale per capire che cosa stesse succedendo. Ad un tratto, lei mi guarda con la coda dell'occhio e mi trascina per un braccio al centro della stanza. Io ho provato a divincolarmi e sò scivolata sul parquet, rompendo il vaso di cristallo della collezione di mamma. Allora lei ha preso un pezzo di vetro e me l'ha poggiato sul collo, poi si é messa a urlare"
Le avvolgo un braccio attorno alle spalle e l'avvicino a me. Mentre lei mi stringe attorno alla vita.
"Ma si può sapere perché l'hanno arrestata?" L e chiedo. Tutto questo non mi sembra vero, me pare 'n film thriller.
"Truffa aggravata"
"chi ha truffato?"
Vic guarda verso Scar, che è seduta di fronte a noi.
"Suo padre"
La mia ragazza abbassa lo sguardo e socchiude gli occhi.
"Tu... tu lo sapevi?" Domando, rivolto proprio a lei.
Annuisce.
"E perché non me l'hai detto?"
"Avevo paura"
Aveva paura.
Vabbè, la posso pure capì, però pensavo che tra noi due non ci fossero più segreti! Come ha fatto a tenermi nascosta una cosa così?
"Si può sapere quando l'hai saputo?"
Scar non risponde subito. Prima si fa coraggio, trema un po' anche lei.
"Quel giorno in albergo, mi ha chiamata mio padre. Mi ha detto che sarebbe tornato in America perché aveva scoperto delle cose su Nelly, non so cosa, ma non poteva restare qui. Mi ha detto solo che Nelly era indagata e che, se prima non l'avessero arrestata, non avrei potuto dire niente a nessuno"
"Scar, ma io sono il tuo ragazzo! Non uno qualunque! Ti ho chiesto mille volte delle spiegazioni su quella telefonata e tu mi hai sempre detto un mucchio di bugie. Lo capisci che non funziona così? Non è facile!"
"Pensi che per me é sia stato facile allora sapere che tu eri d'accordo con lei e che questa donna voleva distruggere a tutti i costi quel poco che rimane della mia famiglia?" Urla e gesticola. Si vede che è incazzata. Ma io so più incazzato di lei, se é per questo e il fatto che mi abbia rinfacciato quella cazzata di scommessa, me fa svalvolà.
"Guarda che l'ho fatto anche per te, ti avrebbe fatto del male" aggiunge.
Damià, lo so che t'ha fatto incazzà il fatto che non te l'abbia detto e che si sia accontentata di mentirmi, però nun puoi fargliene una colpa.
Probabilmente, preso dalla paura, avrei agito anche io allo stesso modo.
Ovviamente, il mio orgoglio prevale e non riesco a chiederle scusa e a dirle che aveva ragione.
Guarda tu se 'sta troia di Nelly deve combinà danni anche ora che é in carcere.
Fanculo, nun può vince lei!
"Okay" le dico.
Vic, che nel frattempo si è sorbita tutta la nostra litigata, guardandoci con gli occhi spalancati, stavolta risponde:"che cazzo, Damià!"
"Forse é meglio che io vada" dice Scar, alzandosi dal divano,
"ciao Vic" saluta, marcando il nome Vic, giusto per farmi capire che me sta ad evità alla grande. Me sento uno stronzo, come se stessi trovando l'ennesimo pretesto per litigare, ma la realtà è che mi dà fastidio pensare di non aver potuto fare niente per proteggere lei e poi me stesso da quella grandissima... vabbè Damià, ppè insultà Nelly dovresti coniare un nuovo insulto, ma diciamo che è troia.
Vic mi guarda come ppé dimme:"ao e che, nun fai niente?"
E a quel punto, la rincorro per tutto il vialetto fuori dalla villa.
"Scar....Scar" la chiamo.
"Mi dispiace averti aggredita in quel modo prima. Non so che mi è preso. Ho agito senza pensare alle conseguenze e a quello che potevi provare tu in quella situazione"
"Lasciami un pó sola, Damià"

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