È da un po' che non vedo, né sento Damiano.
Thomas va due volte alla settimana a provare a casa sua o di Vic, ma io non vado mai con lui. Sono occupata con lo studio, mi devo impegnare, se voglio prendere 'sto diploma e andarmene da quella maledetta scuola.
Sono sdraiata sul letto, mentre ascolto un po' di musica ad alto volume.
Mia madre è uscita e non so neppure dove sia andata, forse è dalla vicina.
È stata licenziata dal lavoro e adesso è di nuovo disoccupata. Succede sempre così, ha il potere di rovinare sempre tutto, ma non lo fa apposta, é solo una persona tanto debole.
Sento il campanello suonare e sbuffando vado ad aprire, sono così pigra!
"Ciao!" Mi saluta Damiano. Sbatto le palpebre due volte per accertarmi che sia veramente lui e che non si tratti di una qualche allucinazione.
"Posso entrare?" Mi domanda, con un tono fin troppo gentile, non è proprio da lui!
"Si...si certo entra" gli dico titubante. In realtà non vorrei farlo entrare: mia madre potrebbe rientrare da un momento all'altro e non voglio che ci veda insieme. Poi, siccome non ho la minima idea di dove sia andata, potrebbe ritornare ubriaca e se così fosse, mi vergognerei tantissimo.
"Accomodati" gli dico indicandogli il divano che occupa quasi tutto il soggiorno, "posso offrirti qualcosa?" Gli domando, ancora un po' in imbarazzo, mentre mi chiedo che cosa ci faccia a casa mia.
Si, Scarlett, sei proprio una scema. Damiano viene a casa tua, non si sa per quale motivo e tu esordisci con "posso offrirti qualcosa?" Nemmeno la nonna farebbe una cosa simile, dai!
Lui scoppia a ridere:"cazzo, Scar. Sei così...formale! Stai tranquilla nun vojo niente" mi rassicura, accavallando le gambe.
"Allora...perché sei venuto?" Gli chiedo, curiosa di sapere il motivo e credo di aver formulato male la domanda, perché lui fa una faccia strana, come per dire:"datti 'na calmata".
"Se oggi fossi venuta a scuola, avresti saputo che quella stronza della Marchesi ha deciso di realizzare un progetto con entrambe le classi in cui insegna. Ci ha divisi in gruppi da due persone e io e te siamo nello stesso gruppo" mi informa, facendo spallucce.
"Ah" è tutto ciò che riesco a dire, "quando dobbiamo consegnare?"
"Domani" risponde lui, "per questo sono qui"
"Ma che stronza!" Esclamo.
"Già.." dice Damiano, "ma perché oggi non sei venuta?" Mi chiede.
"Avevo mal di testa" mento.
In realtà ho passato una notte d'inferno con mia madre che di punto in bianco si è svegliata e ha iniziato a piangere.
"Me stai a dì 'na cazzata" mi dice con aria di superiorità.
"No" mi acciglio, "avevo mal di testa e non ce l'ho fatta a venire" taglio corto.
Lui annuisce, "e adesso stai meglio?" Dice, avvicinandosi pericolosamente a me.
"S..si" mormoro, mentre sento il battito del cuore che accelera improvvisamente.
"Bene, perché io nun c'ho assolutamente voglia di fà 'sta cosa qui. Quindi, tu la fai e poi io vedo de imparà quarcosina"
"Ma dovremmo farla insieme!" Mi acciglio, maledicendo la Marchesi per avermi assegnato un compagno di progetto come lui.
Poi proprio lui, proprio lui, ma perché?
"Principessa, le regole sono queste" dice.
"Nun me chiamà principessa!" Esclamo.
Lui ride, "oh, ma ce vole per scatenà na reazione tua, eh! Ma sei troppo sexy quando parli il romano" mi confessa e quando pronuncia l'ultima frase, sento le guance avvampare.
"Dai, facciamo 'sto progetto" dico, facendo la finta scocciata e cercando di non dare a vedere il mio imbarazzo.
Mi sento piccola e inadeguata di fronte a lui, ma non posso fare a meno di stargli vicino.
"Posso fumà?" Mi chiede, portandosi una sigaretta alla bocca.
"Si, tranquillo" gli rispondo.
"Sicura che tua mamma nun se 'ncazza?"
"No, lei... non preoccuparti" gli dico, mentre accendo il mio pc per fare qualche ricerca da annotare nella relazione finale.
Damiano mi guarda dubbioso, aggrottando le sopracciglia e annuisce.
Fruga nella tasca del suo giubbotto, cercando un accendino e quando finalmente lo trova, accende la sigaretta e inspira il fumo.
"Hai mai fumato?" Mi chiede.
Penso a quando i genitori di Thomas avevano trovato le sue sigarette nel suo zaino e lui, per tentare di difendersi ed evitarsi una bella ramanzina, aveva detto che erano mie. Ovviamente non ci ha creduto nessuno e Thomas é stato punito severamente da suo padre e alcune volte, lui scherzando mi chiama "la fumatrice".
"A dir la verità no" gli rispondo, nonostante il mio migliore amico si fosse offerto tante volte di farmi fare un tiro.
"Daje, prova" dice, passandomi la sua sigaretta.
Lo guardo dubbiosa, mentre lui sorride:"solo un tiro"
Non ho mica dieci anni! È solo un tiro, perché no? C'è sempre una prima volta e penso che a 18 anni suonati sia ora di sapere che cosa si prova a fumare.
Porto quella sigaretta a contatto con le mie labbra, posso sentire il sapore di Damiano, inspiro e lo faccio un po' troppo, perché dopo un po' inizio a tossire.
Damiano inizia a ridere:"okay, okay, va bene così" mi dice, "non è male per essere la prima volta. Pensa che la prima volta che ho provato a fumare, ero con mio nonno e stavo soffocando."
"Vado a prendere dell'acqua" dico, trattenendo la tosse e rischiando di morire lentamente.
Lui se ne accorge, perché continua a ridacchiare mentre mi segue con lo sguardo.
Mi verrebbe da chiedergli cosa cazzo c'è da ridere,ma la risposta è scontata. Io sono Scarlett la sfigata, faccio sempre ridere tutti.
"Bene, su cos'è questo progetto?" Gli domando.
"Le donne nella letteratura" risponde.
"Mi piacerebbe analizzare la figura di Saffo" dico, osservando un quadro in casa mia che la ritrae.
"Saffo era una poetessa, che decise di suicidarsi perché era innamorata di un altro poeta, Faone,ma lui non ricambiava i suoi sentimenti"
"Ma nun era lesbica?" Chiede Damiano.
"Diciamo che nell'antica grecia nessuno era ben saldo sulla propria sponda, ma davano molta importanza all'amore, poco gli importava se fosse tra persone dello stesso sesso o di sesso opposto" rispondo, sollevando gli occhi al cielo.
"Diceva che questo amore e la consapevolezza di essere brutta la tormentava a tal punto da spingerla a buttarsi giù da una rupe" aggiungo.
"Si sentiva come se il mondo e il tempo scorressero davanti ai suoi occhi e lei non ne facesse parte"
Damiano resta in silenzio, riflette un po', poi mi chiede:"e tu ti sei mai sentita come lei?"
Lo guardo senza rispondere, accenno un sorriso e poi annuisco.
"Capita anche a me" ammette, "certe volte provo una sensazione assurda di vuoto, come se non facessi parte del mondo. Mi chiudo in una dimensione tutta mia, spesso ho la mente altrove e per questo i miei prof mi dicono che non farò mai nulla di buono" mi confessa.
A sentirlo parlare così, mi viene voglia di abbracciarlo, ma la mia timidezza mi frena. Incredibile, Damiano David che sembra sempre così sicuro di sé, ha anche dei momenti di debolezza.
Lo osservo mentre legge le ultime righe della relazione che abbiamo realizzato insieme su Saffo, cercando di impararla e in quel momento, mentre siamo a poca distanza l'uno dall'altra, lo capisco: lui è cielo per me che ho sempre la testa fra le nuvole.
Ripete il discorso che ha preparato due volte, non si esprime proprio benissimo, ma sa essere convincente. Forse è la sua arroganza, la sua voglia di imporsi, non so. Eppure, è dannatamente bravo.
"Mh, può andar bene" mi dice, sorridendo, "è la prima volta che studio così tanto, dovremmo farlo più spesso"
"Beh, quest'anno abbiamo la maturità, dovresti impegnarti un po' di più, David" ammetto, chiamandolo per cognome.
"Ci sono molte distrazioni là fuori, Scarlett" mormora, facendo spallucce.
"Tipo?"
Damiano non risponde, continua a fissare le mie labbra e io guardo lui, senza più vergogna, senza distogliere lo sguardo. Si lecca le labbra con un gesto inconsulto e si sposta i capelli, poi si avvicina ancora di più e mi bacia. Inizialmente, sono un po' timida e titubante, ma poi mi lascio prendere dal momento, schiudo le labbra e lascio che le nostre lingue si incrocino. Ha un sapore particolare, come di fumo misto a qualcos'altro. Socchiudo gli occhi e perdo completamente il controllo. Mi poggio alla parete più vicina e faccio scontrare i nostri bacini. Istintivamente, porto una mano sui suoi capelli e glieli tiro un po', lui fa uno strano verso, ma sembra che gli piaccia e continua a baciarmi, mentre con una mano scivola sul mio fondoschiena. Sento qualcosa premere sotto di me e capisco che si tratta della sua erezione, anche se è un po' strano sentirla. Spalanco gli occhi, ma non voglio rovinare un momento così bello. Poi è una cosa normale, no? Solo che non l'ho mai provata,quindi mi sembra tutto nuovo e mi stupisco del fatto che gli provoco quella sensazione. Lui si stacca dopo un po', mordendomi il labbro inferiore e facendomi sfuggire un gemito.
"Niente male, David" sospiro.
Sentiamo la porta aprirsi e ci allontaniamo istintivamente. Dobbiamo ancora riprenderci da quel vortice che ci ha avvolti pochi istanti prima.
Sicuramente è mia madre e mi auguro che non sia ubriaca e che stia bene. Damiano non deve sapere niente, anche se basta vedere le vetrine piene di bottiglie di alcolici per capire che si tratta della casa di un'alcolista.
"Sono a casa!" Esclama.
Okay, è lucida, per fortuna.
Mamma entra in salotto, dove siamo io e Damiano, lo guarda e gli sorride:"chi è questo ragazzo?" Mi domanda.
"Lui è Damiano, mamma"
Lui le porge la mano e gliela stringe, facendole un sorriso a trentadue denti e un po' mi ingelosisco, perché certi sorrisi pensavo li facesse soltanto a me.
"Sei il ragazzo di mia figlia?" Gli chiede e io vorrei spalmarmi direttamente sul divano oppure scavare una fosse e sotterrarmici, ma l'unica cosa che faccio è arrossire. Divento rosso bordeaux, mentre Damiano guarda prima me e poi lei:"no, io e sua figlia non stiamo insieme" risponde, aspettando che anche io le dia qualche spiegazione.
"Siamo solo amici, dovevamo fare un progetto per la scuola" dico.
"Ah, okay" dice lei, facendo spallucce. "Ma credo che adesso si sia fatto tardi,no?" Gli chiede.
Mia madre non cambia mai. Dopo quello che è successo tra lei e papà, ha manifestato una forte repulsione nei confronti degli uomini e non vuole che mi fidanzi o che mi impegni con qualcuno. Vuole solo che io studi, per diventare una donna indipendente e non dover dipendere da nessuno. Lei ha dovuto lasciare l'università per sposare mio padre e non essersi potuta laureare è stato sempre il suo più grande dispiacere. Dice che i fidanzati sono solo una perdita di tempo, ma in realtà lo fa perché è egoista e non vuole che mi allontani da lei.
La guardo contrariata, mentre lei accompagna Damiano alla porta.
Gli dice qualcosa di incomprensibile,che vorrei tanto sapere anche io. Damiano sorride e le risponde sempre a bassa voce, poi mi saluta:"ciao, Scar. Ci vediamo domani!" Esclama.
"Ciao, Dam"
STAI LEGGENDO
Maneskin-Portami via
FanfictionLA SECONDA STORIA SUI MÅNESKIN SCRITTA DA LORESSIOSMILE: Scarlett ha sempre avuto una vita difficile da cui tiene tutti all'oscuro, sopportando in silenzio le prese in giro degli altri. Tutti, tranne il suo migliore amico Thomas, che le è stato semp...