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Seth's pov

Ogni giorno controllavo quel bambino che giocava sempre con il solito amichetto.

Era un bambino qualunque, cosa doveva avere di differente rispetto agli altri?

Stefano era il suo nome.

Non aveva un padre, morto di malattia e così viveva con sua madre.

Sua madre era cagionevole di salute, si ammalava spesso.

Era incredibile come Stefano, tutto da solo riuscisse a fare la spesa, a comprare le medicine, a fare qualche lavoretto e la cosa più importante, studiare.

Non aveva tanti amici, questo perché si isolava spesso.

Solo Salvatore, un bambino di cui la famiglia di Stefano si era presa la responsabilità di prendersene cura, era suo amico, un fratello in pratica.

Io avevo il compito di controllarlo, di assicurarmi che tornasse a casa la sera e che non si cacciasse nei guai.

I primi giorni la cosa mi scocciava in sacco, stare lì a guardare quel marmocchio per ore e ore.

Poi ho iniziato ad affezionarmi a lui, anche se non lo conoscevo, mi proponevo per andare a controllarlo anche quando era il mio giorno libero.

"Seth, oggi è il tuo giorno libero, stai tranquillo, Stefano lo controllerà qualcun'altro"

"No, va bene, non mo disturba la cosa"

"Dovresti studiare... "Mi disse il maestro.

"Lo so, quando torno la sera"Dissi mettendomi la mantella.

"Fai attenzione Seth"Mi disse per poi lasciarmi andare.

Ed era sempre così.

La sera io cenavo mentre studiavo ma mi addormentavo sempre.

Ero felice, avevo un letto dove dormire, qualcuno a cui importava di me e finalmente studiavo per qualcosa che mi interessasse sul serio.

Avevo trovato il mio posto nel mondo.

Tre anni dopo ancora vivevo sotto il tetto del maestro ma cresceva in me la voglia di viaggiare.

Sapevo usare le pozioni magiche e finalmente avevo ottenuto il ciondolo per il teletrasporto.

Stefano era al sicuro e così mi sentì sicuro di poter andarmene.

Non sapeva della mia esistenza e così doveva essere.

"Maestro... Io... Io parto domani"

"Domani? Santo cielo, così presto? "Il vecchio era triste in un certo senso, lo sentivo dalla tonalità della sua voce.

"Ptrferiei tu rimanessi qui a fare il fabbro... Lo sai cosa ne penso, qui per te ci sarà sempe posto, lo sai"

"Sì... "Gli consegno una spada per fargliela controllare.

"È perfetta, non hai più nemmeno bisogno di una mia ricontollata"

"Ieri ho parlato con Sascha"Dico bevendo il té.

"E? "

"Abbiamo litigato, era incazzatissimo, voleva rimanssi qui con lui"Dissi.

"Non sei più un bambino"Disse il maestro guardando un quadro che un suo amico fece ad entrambi due anni prima.

"Sascha è sempre stato cosí, adesso mi odia... "

"È solo arrabiato Seth, non ti odia"

Volevo diventare un pirata, viaggiare.

Camminiamo Sotto Lo Stesso Cielo 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora