Capitolo 11.

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Capitolo 11: Mi Toccherà Abitare Con Quel... Quell'Idiota

“Saw you there and I thought Oh my God 
Look at that face, you look like my next mistake”

-Blank Space, Taylor Swift

Sapeva che l'avevano ricevuto anche gli altri tre Caposcuola per cui doveva trattarsi di doveri scolastici, forse qualcosa da organizzare, eppure gli sembrava strano essere stato convocato due giorni prima di Natale.
Voltò l'angolo, salì due rampe di scale, una delle quali decise di spostarsi a metà strada costringendolo a ritornare indietro di un pezzo e poi finalmente giunse davanti al gargoyle della Preside.
Nell'ufficio, oltre alla Preside e i soliti quadri, c'era solo Ellie MacMillan che lo salutò imbarazzata e Scorpius ricambiò trattenendo un sorriso, la scenata che Weasley gli aveva fatto ancora fresca in mente.
Mentre attendevano gli altri due si soffermò a guardare i quadri, alcuni gli fecero un cenno mentre altri si limitarono a rispondere allo sguardo e poi c'era il suo preferito, Dumbledore: avrebbe tanto voluto averlo conosciuto. Suo padre non amava parlarne ed era solo riuscito a scucirgli “era un grande uomo prima che un grande Preside” prima che chiudesse il discorso con un sorriso tirato. Come al solito Dumbledore gli sorrise divertito, gli brillarono gli occhi e gli si arricciò il naso, Scorpius pensò fosse il sorriso di un bambino eppure pieno di saggezza.
Mentre rifletteva sentì due colpetti alla porta e quando si girò Weasley e Scamandro entrarono, dovette ammettere ancora una volta a sé stesso quanto fosse bella: i capelli raccolti in una coda alta che le sfuggivano da ogni parte, le migliaia di lentiggini che le incorniciavano il viso e chissà dove andavano a finire, gli occhi, che ovviamente si strinsero quando si accorse di lui. Bella e irritante. 
“Ora che ci siamo tutti avrei una comunicazione per voi. E' nella tradizione di Hogwarts fare un regalo ai Caposcuola per ringraziarvi del vostro operato e affinché possiate continuare a farlo nel migliore dei modi.”
Si scambiarono delle occhiate incuriosite ma la Preside riprese “Vi è un piccolo complesso di locali nel castello che molto tempo fa furono adibiti a stanze dei Caposcuola. Avrete una stanza ciascuno e una Sala Comune dove studiare e organizzare indisturbati. Si trova al terzo piano dietro al quadro dei Professori, la parola d'ordine la concorderete insieme.” I suoi occhi si posarono su Rose e Scorpius “Ricordo che è severamente vietato organizzare feste all'interno o utilizzare i locali per qualunque altro scopo non professionale.”
Poi sorrise “Vi trasferire a partire da domani, spero che ciò vi faccia piacere.”
Ellie e Lysander annuirono entusiasti, Scorpius e Rose non si mossero di un millimetro e la Preside fece finta di non avere notato nulla, pregando tra sé che ciò non portasse alla distruzione della scuola.
“Prima che andiate: ricordate che sarete voi a organizzare la Giornata del Due Maggio e il successivo Ballo, vorrei che mi fossero consegnati i programmi entro il 31 Marzo. Grazie mille, Buonanotte.” E li congedò.
Rose ci mise qualche secondo a muoversi.Non è possibile. Devo fare qualcosa. 
“Preside McGonagall? Io e Malfoy vorremmo parlarle un attimo, se fosse possibile?”
Scorpius si bloccò a metà strada verso la porta lanciandole uno sguardo interrogativo.
“MacMillan, Scamandro, siete liberi di andare.” Quando furono usciti si rivolse con un sospiro ai due ragazzi rimasti “Prego.”
“Mi scusi, ma ecco, mi domandavo se fosse assolutamente necessario il trasferimento.”
“Weasley, si tratta di una tradizione scolastica.”
Scorpius capì dove volesse andare a parare Rose e decise di sostenerla, la loro convivenza forzata era già abbastanza così “Lo capiamo, certamente, ma siamo anche sicuri di poter lavorare egregiamente nei nostri dormitori.”
“E sono certa che potreste, ma questa è tradizione scolastica e dimostra unità tra le Quattro Case, così è sempre stato. Siamo tutti a conoscenza dei vostri problemi di collaborazione ma ciò non modificherà la Storia di Hogwarts, stiamo parlando della vostra scuola, della vostra casa. Dovreste vergognarvi della vostra richiesta, avete entrambi raggiunto la
maggiore età, tentate di dimostravi responsabili.” Non aggiunse un'altra parola e li guardò con furia “Ora andate.”
I due mormorarono qualche scusa e si affrettarono a uscire.
Scesero le scale e si incamminarono insieme in silenzio, entrambi soppesando le parole della Preside; giunti davanti alla Sala Grande si fermarono a guardarsi.
“Una richiesta coraggiosa.” Fu Malfoy a rompere per primo il silenzio.
“Non ha funzionato”
“Sei destinata a passare il resto dell'anno con me Weasley, arrenditi al pensiero”
“Stabiliremo delle regole precise. Non voglio ass-”
“Non a quest'ora Weasley, eh? Domani. Mandami una lista” La guardò sbuffare indignata e borbottare qualcosa riguardo a una morte precoce prima di andarsene a passo di marcia.
Schizzata.

Non puoi essere una Weasley senza capelli rossi e un Malfoy senza arroganza.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora