Capitolo 14.

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Capitolo 14: E' Troppo Presto

Do you know the enemy?
Do you know your enemy?
Well, gotta know the enemy, wah hey

Violence is an energy
Against the enemy
Well, violence is an energy, wah he
- Know Your Enemy, Green Day

Rose era assolutamente convinta di essere finita in un incubo, perché quello che stava correntemente sperimentando altro non poteva essere.
Non solo si era scoperta cotta del suo peggior nemico, di un misogino senza paragoni e di un arrogante allucinante, senza nemmeno cominciare a guardare i lati tremendamente positivi che, raramente, il suo carattere mostrava – o il suo viso o il suo fisico - ma si trovava anche a conviverci e non poteva parlarne con nessuno. Parlarne avrebbe voluto dire renderlo reale e si sentiva male già abbastanza così, senza bisogno di sentirsi derisa o diventare soggetto di pietà.
Lei e Malfoy erano costretti a vedersi in continuazione per le esercitazioni di Trasfigurazione o per le ronde nei corridoi e poi in classe e nei loro 'appartamenti'. E a meno che non fosse strettamente necessario non si rivolgevano la parola, perché quando lo facevano, tre volte su cinque finiva in un'enorme discussione. Più di una volta Rose aveva dovuto improvvisamente abbandonare la disputa per evitare di ucciderlo o, peggio, piangere.
La cosa che la ragazza trova più altamente fastidiosa era che qualunque cosa Malfoy facesse i suoi sentimenti restavano invariati: le rispondeva particolarmente male? Poi lo trovava, un'ora dopo, in Sala Comune a leggere una qualche opera italiana. Le mostrava totale indifferenze e le parlava con quel tono senza sfumature? La sera lo rivedeva, gocciolante d'acqua e con un solo asciugamano intorno alla vita, uscire dal bagno e doveva costringersi a respirare.
Si lasciava toccare e circondare da quelle ragazze senza cervello? Lo vedeva la mattina dopo concentrato su un problema di Aritmanzia o una traduzione di Antiche Rune e le sembrava di tornare alle vacanze di Natale.
Ripensandoci, aveva tanto voluto quelle vacanze e ora avrebbe dato oro per non averle mai vissute, per cancellarle.
“Weasley” Quella dannata voce.
“E' troppo presto Malfoy, non cominciare.” Il ragazzo si era appena seduto davanti a lei al Tavolo dei Grifondoro. Ormai passava lì tutti suoi pasti, unica maniera che aveva di parlare con Albus mentre Elisabeth era distratta da Olivia.
“Appunto. Che ci fai qui?” La Sala Grande era deserta.
“Avevo bisogno di silenzio Malfoy.” Alzò gli occhi dal libro che stava leggendo “Tu me lo stai impedendo.” Tornò alla sua occupazione.
“Stai leggendo un romanzo.” Era stata un'affermazione, non una domanda.
Rose alzò gli occhi stupita “Sì.” Lo guardò con sospetto e curiosità. Quando realizzò che il ragazzo non aveva intenzione di spiegarsi, tornò a ignorarlo.
Scorpius rimase seduto e cominciò a servirsi la colazione, imburrando del pane. I suoi occhi si muovevano dalla fetta che teneva in mano, alle porta della stanza, alla ragazza che gli stava di fronte. Era bellissima. Ma la odiava. O meglio, vorrei odiarla.
Lo irritava a morte, con il suo tono saccente e i suoi sguardi di disapprovazione e tutte quelle urla che c'erano state ultimamente. La odiava perché ogni giorno lo faceva impazzire: un momento prima lo colpiva spostandosi i capelli, gesto banale ma così incredibilmente affascinante, un secondo dopo l'avrebbe strozzata per l'ironia pesante che usava ogni volta che gli rivolgeva la parola. Altro che contratto di pace!
“Finalmente.” Esultò sottovoce.
Rose si girò seguendo lo sguardo del ragazzo e notò che Albus aveva appena varcato le porte della Sala.
“Come mai così contento? Lo vedi tutti i singoli giorni” Chiese a Malfoy.
“E' una vita che non gli parlo. C'è sempre quella Elisabeth tra i piedi.”
“Non è così male, dai. E' tanto carina, e finalmente Albus si comporta decentemente, a differenza di te e di Nott e di Zab-”
“Non cominciare, Weasley. E' troppo presto.” Le rispose riperendo le sue precedenti parole: non poteva sentirle nominare Zabini.
“Era solo una constatazione.”
Scorpius alzò gli occhi al cielo. “Voglio solo passare del tempo con il mio migliore amico.” La sua voce era stanca e Rose si sentì in colpa per essere stata così scortese.
“Heeeeeeeei” Albus li salutò con uno sbadiglio. “Perché hai scelto proprio questo Tavolo? Pensavo che qui ci fossero troppe 'teste rosse'”
“Sto scappando dalla Eiden” Rispose con irritazione. E se la vedo probabilmente la uccido.
Rose dovette impegnarsi a non soffocare nel succo di zucca che stava bevendo.
“Ancora ti cerca?” Indagò Albus con un sorrisetto?
“Non mi lascia in pace.”
Albus rise, ma a Rose non piacque per nulla la piega che stava prendendo la discussione: si scuso e se ne andò, era già stato abbastanza brutto assistere alla ragazza avvinghiata a Malfoy, sentirne parlare sarebbe stato definitivamente troppo.
“Che aveva Rose?”
“Non lo so. E' schiz-...” Fu interrotto.
“Sìsì, lo so: schizzata.” Albus lo guardò male “Non puoi smettere di chiamarla così?”
“E' così. E' la fottuta verità Albus.” Rispose secco.
“Hei! Non prendertela anche con me!”
Scorpius si sentì un po' in colpa “Scusa.”
“Ecco.” Albus sorrise. “Comunque, non hai idea di cosa abbia fatto Nott ieri sera...”
Passarono buona parte della mattinata seduti al Tavolo dei Grifondoro, ridendo e scherzando.

***

“Rose?”
“Mmh.” Rose alzò gli occhi dal suo libro e li fissò su Ellie.
“Non ti piacerà quello che sto per dire” Ellie le sorrise “Ma dobbiamo cominciare a pensare all'organizzazione per il due maggio.”
“Ah.”
“Già. Ho parlato con Lysander e Malfoy e hanno entrambi acconsentito a cominciare domenica. Che ne dici?”
“Ho altra scelta?”
“Temo di no.” Ellie rise divertita. “E sarai civile.”
“Io sono civile!” Rispose offesa
“Sì. Intendevo, sarai civile con tutti.
“Ma-”
“Ah, no. Non cominciare. Ho parlato con Lily e mi ha confermato – come sospettavo – che siete praticamente daccapo. Siete tutti e due nel torto. Quello che ti sto dicendo è di comportarti bene.” Rose voleva ribattere, ma la Tassorosso la precedette, indovinando i suoi pensieri “E sì, l'ho già detto anche a lui.”
La Grifondoro sbuffò “Ti facevo molto meno seria.”
“Mi ci avete costretto. La scenetta dell'altro giorno è stata spaventosa. Perfino i 'Professori' l'hanno sentita e ogni volta che cerco di entrare qui mi ci vogliono ore di discussione perché vogliono assolutamentesapere cosa è successo.” La guardò con disapprovazione.
“Nulla, ho solo dimostrato di essere un'eccellente studentessa in Difesa contro le Arti Oscure.”

“Rose. Avete fatto esplodere due scrivanie!”
“Ma-”
“Non ci sono scuse.”
Rose si ricordò la tremenda litigata di qualche giorno prima, iniziata da Malfoy con una battuta veramente cattiva sui recenti atteggiamenti di Jake Lewis e terminata con l'esplosione, involontaria, di due scrivanie. Le aveva fatte esplodere lei con la bacchetta, con quello che doveva essere stato Confringo, ma nemmeno se n'era accorta, troppo furiosa con la cattiveria del Serpeverde: non era il caso che lui le ricordasse che Lewis era arrivato al settimo invito mettendola nuovamente nella scomoda posizione di dover rifiutare. Soprattutto visto che lui riceva inviti in continuazione e li rifiutava tutti. Qual è il suo problema?, si era chiesta.
“Suppongo di no.” E aggiunse, allo sguardo severo di Ellie “Sarò civile.”
“Bene. Se no Lily mi ha suggerito di scrivere a tua madre.”
“Non lo faresti.”
“No. Ma Lily potrebbe.” Ellie le sorrise e poi uscì, probabilmente diretta alla Sala Comune della sua Casa.
Dopo che la porta si chiuse alle spalle della ragazza la sentì urlare “No! Per la centesima volta! Non è successo niente.” E poi aggiungere “Sono le vostre orecchie che hanno bisogno di essere lavate! Non le mie!”.
Rose sprofondò un po' più nella sedia e, se qualcuno fosse stato presente, avrebbe potuto ammirare le interessanti sfumature rosse che avevano colorato le sue guance di imbarazzo.

***
 

La prima ora la mattina dopo era Storia della Magia e Rose stava tentando in ogni maniera di restare sveglia e mantenere la concentrazione; Amelia al suo fianco stava russando beatamente. Rose sapeva che l'amica aveva passato la serata nel dormitorio sbagliato e a quanto pareva, senza dormire. Sorrise: quando l'avessero scoperto Lily e Roxanne non le avrebbero dato pace e allora sì che ci sarebbe stato da divertirsi.
Passò il resto delle lezione ad ascoltare distrattamente il fantasma dietro alla cattedra e pensando a come condividere 'inavvertitamente' la scoperta con le cugine, ma non riuscì a ideare nulla di utile.
Quando finalmente suonò la campanella svegliò la vicina e si preparò per uscire, una voce però la fermò.
“Weasley.” Non la riconobbe e dovette girarsi: Zabini la fissava, giocherellando con la bacchetta .
“Sì?” Che vuole? Si guardò intorno in cerca di Albus, e un apparente motivazione, ma gli unici che vide furono Mlafoy e Nott, che chiacchieravano qualche metro più indietro.
Zabini le sorrise “Volevo solo invitarti a uscire il prossimo sabato a Hogsmeade. Pensavo alle nove davanti alla Sala Grande?”
La mascella di Rose cadde e accanto a lei Amelia inalò bruscamente.
“Cosa?” Era convinta di non aver sentito bene.
Zabini ripeté la domanda, questa volta alzando leggermente la voce “Fra due settimane vieni a Hogsmeade con me?”
Un paio di teste di girarono verso di loro, incredule, ma il ragazzo non sembrò farci caso e continuò a guardarla con un sorriso arrogante, come se la sua richiesta fosse solo stata posta per educazione, come se la risposta non potesse essere altro che 'sì'.
Rose rimase in silenzio per qualche secondo. Quando si riprese aveva già sulle labbra un 'no' convinto, ma poi notò una figura alta e chiara dietro a Zabini: Malfoy era immobile e la guardava fisso, le labbra una linea sottile e gli occhi stretti.
E fu così che Rose, senza che sapesse come fosse accaduto, si ritrovò a rispondere “Sì, certo.”

Non puoi essere una Weasley senza capelli rossi e un Malfoy senza arroganza.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora