Capitolo 18.

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Capitolo 18: Io Non Ghigno

“If you gave me a chance I would take it,
It's a shot in the dark but I'll make it
Know with all your heart, you can't shame me
When I'm with you, there is no place I'd rather be.”
-Rather Be, Clean Bandit

Mentre tornava al castello Rose si ritrovò in uno stato pietoso, camminava come un'automa, incerta su cosa fare una volta arrivata. Avrebbe dovuto cercare Malfoy?
Le tornarono alla mente le parole con cui aveva rifiutato la sua dichiarazione, la cattiveria di cui erano intrise e fu assalita da sensi di colpa. No, non è colpa mia, non del tutto. Come facevo a credergli?
Sapeva di dover al ragazzo delle scuse, ma se gli avesse chiesto scusa – sempre che ne fosse capace – cosa sarebbe successo?
Non mi perdonerà mai. E anche se mi perdonasse, poi che succede? Io e Malfoy? Impossibile.
Una volta entrata salutò le amiche e si diresse verso i loro appartamenti.
“Buongiorno signorina. Oggi i suoi capelli sono particolarmente elettrici.”
“Eh? Cosa?” Non si era resa conto di essere già arrivata.
“I suoi capelli. Sono da tutte le parti.”
“Ah, sìsì. Lo so.” I tre Professori la guardavano sorridendo. “Formicolio.”
“Direi proprio di no.” Quello grasso scosse la testa.
“Ma sì. Non è stata cambiata. No?” Rose andò in panico: quanto sarebbe dovuta restare lì fuori ora?
“E' ancora la parola d'ordine signorina. Sempronio credeva lei si riferisse alla causa dell'elettricità dei suoi capelli.”
“Ah, meno male. Posso entrare?”
“Certamente, c'è anche il suo amico.”
“Il mio amico?” Chiese Rose incerta.
“Il ragazzo biondo, con cui litiga sempre.”
“Quello con i capelli tinti.”
“Andiamo Sempronio, ti ha detto che non li tinge.”
Rose li guardava a bocca aperta; non si era aspetta che Malfoy fosse già ritornato da Hogsmeade. “Ehm, posso entrare lo stesso?”
“Oh, sìsì, ci scusi.” Il Professore alto le sorrise di nuovo e poi finalmente li quadro si aprì, lasciandola passare.

Entrò e si guardò intorno, ma del ragazzo nessuna traccia: doveva essere nella sua stanza. Rose tirò un sospiro di sollievo e si tolse giacca, sciarpa e capello, sedendosi poi nella sua poltrona a pensare. Devo parlargli, devo, ma non si mosse e rimase a fissare il fuoco per quelle che sembrarono ore.
Finalmente si decise, si alzò e bussò alla sua porta. Toc toc. “Malfoy?” Silenzio. Stava per ribussare quando sentì un rumore e la porta si aprì: un ragazzo biondissimo la fissava perplesso.
“Weasley?”
Oh no, è tornato al cognome. “Ehm. Ehm. Pos- possiamo parlare?”
“Solo se sei rinsavita.” Il tono di voce era duro.
“Fo- forse.”
Il ragazzo fece un cenno e sparì, Rose suppose fosse una sorta di sì e quindi tornò a sedersi sulla poltrona in attesa, ma non dovette aspettare più di un secondo: Malfoy ricomparve a petto nudo e con in mano una maglietta bianca che comincio a infilarsi.Ok, questo è distraente. Molto.
“Allora?” Le chiese un Malfoy totalmente vestito.
“Ah! Ehm, mi dispiace.”
Scorpius la guardava sorpreso “Cosa ti dispiace?”
“D-di averti urlato contro. E di non averti creduto.” Rose ricambiò lo sguardo.
“E ora mi credi?” Insistette.
“Ho sentito Amber parlare con la Red.”
“Cos'hai sentito?”
“A quanto pare sta provando in ogni maniera a portarti a letto e ha chiesto aiuto alla Red, per cui ti suggerirei di fare attenzione, potresti essere vittima di un'imboscata. Ha detto che è tutto ciò che vuole e non vorrei che ti mettessero qualcosa nel succo di zucca a colazione una mattina e poi ti saltasse addosso e-”
“Rose?” La voce di Malfoy si era addolcita.
“Sì?”
“Non cambiare discorso.”
“Ah. Ehm, mi dispiace di non averti creduto.”
“L'hai già detto. Hai solo questo da dire?”
“Ehm, no. Che mi dispiace di aver rifiutato di prendere in considerazione che non stessi mentendo e quindi di non aver voluto ascoltare davvero cosa avessi da dirmi. Ma ora ho capito, e mi dispiace di averti urlato contro.”
“Quindi?” Il suo tono era deciso, ma ancora dolce.
“Ehm, quindi non saprei.”
Scorpius si alzò e le si avvicinò pericolosamente; una volta davanti a lei le prese le mani e la sollevò, ora erano entrambi in piedi.
“Hai intenzione di ammettere questo?” Il suo fiato le solleticava le guance e brividi le percorsero la schiena.
Cercò di resistere “Questo cosa?”
“Rose.” Le si avvicinò ancora, avrebbe potuto contarle ogni singola lentiggine.
Tutto quello a cui Rose riusciva a pensare ora era che non fossero abbastanza vicini “Eh?” Esalò.
“Ammetti che tra noi l'attrazione sia fortissima?”
“Sì.”
“Bene, se vuoi che ti perdoni però devi fare un'altra cosa per me.” Scorpius si raddrizzò, distanziando i loro visi.
Oh- oh. “Ehm. Cosa?”
“Diventa la mia ragazza.” Non era una domanda.
Rose lo fissò, incredula: questa sì che era una richiesta diretta. “Ehm. Ma-”
“Sai perché sapevo che stavi leggendo un romanzo quel giorno?” Le chiese.
Rose scosse la testa perplessa.
“Perché quando leggi qualcosa che ti piace, e i romanzi li adori, ti mordicchi il labbro.”
“E'- è...” Era senza parole “Sono senza parole.”
“Qual è la mia materia preferita?”
“Ehm... Non ne hai davvero una. Sei bravo a tutte, e interessato ad alcune, ma nessuna ti piace davvero. Ma cosa c'entra?” Rose non capiva più dove stesse andando a finire questa conversazione.
“Pochi sanno rispondere a questa domanda, certamente nessuna ne è capace. Solo tu.” Spuntò il suo solito ghigno. “Strano eh, che proprio tu mi conosca così bene.”
Rose lo fissò a bocca aperta “Passiamo così tanto tempo insieme...”
“Ma se non ci interessasse non-”
Lo interruppe “Non ci saremmo mai curati di elaborarlo o anche solo ricordarlo. Sì.”
Il ghigno di Scorpius si allargò “Sì cosa?”
“Sì possiamo provarc-”
Non finì mai la frase, due braccia muscolose l'afferrarono per la vita e un paio di labbra presero possesso delle sue. Questa volta non si ritrasse e quando si fermarono per riprendere fiato le sembrava essere durato troppo poco.
“Ogni volta che lo facciamo diventa più interessante.” Le disse.
“Mmmh.”
“Sai, potremmo andare in un arm- oh, no.” Si bloccò.
“Cosa c'è?” Rose era allarmata.
“Abbiamo due ore di turno stasera!”
Se n'era totalmente dimenticata “Oh cazzo!”
“Mi sorprende che una studentessa modello come te possa essersi scordata di una cosa così importante.” Disse Scorpius con il tono più serio che riuscì a usare.
Rose lo guardò malissimo “Non mi sorprende che tu te ne sia dimenticato.” Poi aggiunse “Ma Ellie e Lys?”
Alzò le spalle. “Forse ancora a cena. O nelle loro Sale Comuni.”
“Abbiamo saltato la cena?” Era grave.
Scorpius scoppiò a ridere vedendo l'espressione di lei “Eri impegnata in un'occupazione ben più interessante.”
Rose avvampò “Non è il momento di scherzare. Dobbiamo muoverci: siamo già in ritardo di dieci minuti.”
“Rose, calmati. Avranno sì o no appena finito cena, nessuno si può ancora essere messo nei guai.” Poi si soffermò un attimo. “Quasi nessuno.”
La ragazza guardò il ghigno che si stava formando sul viso di lui e che presagiva nulla di buono “Cosa intendi?” Chiese sospettosa.
“Due Capiscuola che si stavano decisamente baciando nella loro Sala Comune” Chiarì lui.
“Una Weasley e un Malofy.”
“Esattamente.”
“Guai seri.”
Si fissarono un attimo, la realtà di quello che era davvero accaduto dieci minuti prima ora davanti ai loro occhi.
“Ops.” Disse Rose, non sentendosi per nulla pentita però.
Nemmeno Scorpius sembrava dispiaciuto “Un vero e proprio scandalo.” Concordò, il ghigno di nuovo al suo posto “Vogliamo andare?”
“Suppongo di sì.” Rose si sentiva strana, tutto sembrava ancora irreale, un sogno, ed era accaduto in un luogo tranquillo, intimo; ma sarebbe ancora stato vero una volta usciti dalla stanza?

***

“10 punti in meno a Corvonero, Denmore e queste le prendo io.” Disse Rose in tono perentorio.
Un ragazzino estremamente imbarazzato consegnò quella che sembrava l'intera scorta di Caccabombe Super Esplosive dei Tiri Vispi Weasley e poi si dileguò dietro il primo angolo.
“E poi le prendo io.” Scorpius le rubò da sopra le spalle di Rose.
“Cos-? No!”
“Oh, sì.”
“No. Sono da far Evanescere.”
“Quanto sei noiosa.”
“Sì. E ho ragione.” Rose lo guardò con aria superiore e allungò la mano, aspettando che lui le posasse sopra.
Sbuffando e alzando gli occhi al cielo si avvicinò per eseguire, ma a metà strada cambiò idea e le ritrasse. “No.”
“Cosa vuol dire no?”
“Vuol dire, che se vuoi che ubbidisca, ho bisogno di qualcosa che mi incentivi a farlo.”
Rose intuì dove Scorpius volesse andare a parare. “Non funziona così, sai?”
“Pazienza” Alzò le spalle con fare indifferente. “Dammi un bacio e io ubbidirò.”
“Non pensavo la nostra relazione si sarebbe basata sul ricatto.”
“Rose.”

Lo guardò cercando di mantenere un cipiglio scocciato, ma fallendo miseramente. “Ok. Ma non qui.”
“Come non qui?”
“Ricordi cosa hai detto prima? Riguardo al guaio?”
Scorpius annuì perplesso.
“Bene, hai ragione. Non è solo il fatto che siamo due Capiscuola, non c'è nessuna regola che lo vieta, non credo.” Cercò di sorridere “Sei il ragazzo più popolare di questa scuola e tutti credono tra noi esista solo odio profondo. Farà scandalo.”
“Ne parleranno per giorni” Concordò lui.
“Mesi.”
“Mmh, forse. E quindi?”
“Quindi noi ci siamo odiati per sei anni e siamo sopravvissuti solo due settimane senza mangiarci vivi, ma eravamo sotto contrat-” Scorpius cercò di interromperla ma Rose lo bloccò e continuò. “Non ti aspetti che sarà un gioco da ragazzi vero?”
“No, ma...”
“Vuoi tutta quella gente a fare commenti, osservare ogni tua mossa, mettersi in mezzo?”
Scorpius scosse la testa “Decisamente no.”
“Esattamente. E il fatto che siamo una Weasley e un Malfoy non aiuta. Sarà fuori di qui nel giro di due minuti.”
“Già. Mio nonno morirebbe di infarto” Un'espressione demoralizzata dipinta sul viso. “Sarà la cosa più dura che io abbia mai fatto.”
“Se...” Rose era indecisa su come continuare “Se non dovesse funzionare non dovrai preoccupartene a lungo, in caso contrario... beh...”
“Lo diremo.” Il ghignò torno sul suo viso “Mi fa piacere vedere che sei così ottimista sulla nostra relazione”
“E' che... Voglio dire...”
“Sì. Sai cosa? Sono diventati due baci.”
“E' perché mai?”
“Ogni cosa fatta di nascosto va fatta due volte.”
“E questo chi l'ha detto?”
“Io, ovviamente.”
Rose lo fissò con un'espressione confusa “Non riesco proprio a capire come tu riesca a conquistare tutte quelle ragazze. Le droghi?”
“No.” La guardò malissimo “E' perché sono un bravo baciatore.”
Ed è vero. Ma Rose si limitò a pensarlo e non disse nulla, facendo finta di non aver sentito e cercando di non arrossire al pensiero di quanto erano buoni effettivamente quei baci. Sempre che buoni sia la parola giusta per descrivere un bacio.
Purtroppo per lei Scorpius trovò strano il suo mutismo “Perché sei diventata improvvisamente silenziosa?”
Rose non rispose.
“Aspetta.” Il tono quella di un ragazzino che ha appena scoperto l'antidoto al Bacio di un Dissennatore “Sei d'accordo anche tu, vero?”
Rose rimase in silenzio.
“Pensi che io sia un bravo baciatore” Scorpius scoppiò a ridere.
La ragazza ne fu sorpresa “E' la prima volta che ti sento ridere”
“Che?”
“Beh, di solito ridi di me, ma è una risata forzata. Il resto del tempo ti limiti a ghignare.”
“Io non ghigno.” La guardò offeso.
“Oh sì.”
“No.”
Rose si limitò a fare spallucce e cominciò a salire i gradini, diretta al prossimo corridoio da controllare.
“Dove credi di andare?”
“A compiere i miei doveri!?” Lo osservò con sufficienza.
Ma Scorpius la ignorò e le afferrò la mano “Oh non se ne parla.” La strattonò verso di sé. “Lascia che ognuno si diverta come vuole sta sera.”
“Ma...” Tentò di replicare, sapendo di aver già perso la battaglia.
“Ti conviene muoverti se non vuoi che ti spiaccichi contro quel muro.”
“E' così volgare. E, potrebbero scoprirci.”
“Appunto, muoviti.”
Così, per la prima volta nella sua vita, Rose Weasley, disobbedì alle regole e seguì il suo peggior nemico, Scorpius Malfoy.

Non puoi essere una Weasley senza capelli rossi e un Malfoy senza arroganza.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora