Prologo

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Eccolo. Avanza verso di me. Non so chi sia. Ha le mani alzate e mi mostra i palmi. Lo sguardo folle che cerca di rassicurarmi. Il mio respiro che ormai si è azzerato, il panico che riempie ogni più piccola particella del mio corpo. Perchè, per un momento, l'ho visto; ho visto che cos'ha sul braccio sinistro.  Non so cosa fare. Non mi sta minacciando. Eppure, quegli occhi mi fanno paura. Quel color nocciola che dovrebbe essere così caldo mi sembra fremere sotto quelle palpebre. Sorride un pò. Avanza lento ma deciso. Passo dopo passo. Non è un sorriso crudele. È dolce. Strano che uno come lui possa esserlo. I mangiamorte sono dolci? Ti uccidono dolcemente semmai, mi sussurra una vocina non richiesta nella mia mente.   Io sento che sto per avere un attacco di panico, lui vedo che cerca di avvicinarmi una sedia senza fare movimenti bruschi. Perchè non mi uccide? Quante ragazze come me avrà già ucciso? Quante altre persone avrà privato della loro vita? Avada Kedavra. Sono due paroline piccine piccine. E addio Eli. Addio me.  Non oso avvicinarmi. Lui vede che ho paura. E come darmi torto?
"Senti tesoro non ti faccio niente, siediti."- mi dice.
Mi lascio scivolare sulla sedia. Tremo talmente tanto da vedere la stanza leggermente sfocata.
Lui si inginocchia di fronte a me e mi prende la testa fra le mani. Sussulto e sobbalzo. Lui non molla la presa. Mi sorride un pò, credo.
Non riesco a vederlo bene per via delle lacrime.
"Non piangere. Non piangere. Basta. " mentre, con una delicatezza sconvolgente, usa i pollici per asciugarmi le  lacrime dagli occhi.

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