22. Notte 4

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Quella sera, distesa nel letto, ripensai a quella mattina. È vero, per un momento mi ero anche lasciata andare, e me ne vergognavo profondamente; ma non volevo che mi... che mi baciasse ancora o che mi toccasse dove non doveva. Mi faceva sentire profondamente a disagio. Non era il mio fidanzato! Era un Mangiamorte scappato da Azkaban. Non proprio il genere di persona con cui volessi convivere, ecco. E non m'importava che lui ci rimanesse male. Tutte quelle attenzioni non mi piacevano, perchè andavano ben oltre la semplice cortesia, e anzi, avrei potuto -ribadisco- classificarle come molestie. O cosa? Adesso l'amore è semplicemente baciare qualcuno e portarselo a letto? E dopo che ti sei divertito? Non capivo cosa gli piacesse tanto di me. Da quando ero chiusa lì, quasi una settimana, mi sentivo spenta. Non mi sentivo più io... avevo paura a fare tutto, a chiedergli qualsiasi cosa, persino a respirare. E il bello era che lui in quel momento era accanto a me, e di sicuro, essendo un abile Legilimens, sapeva già cosa mi stava passando per la testa ancora prima che io lo dicessi ad alta voce. Mi sentivo controllata persino nella mia mente, come una sorta di "Grande Fratello" puntato sui miei pensieri. Sospirai piano. Il suo braccio destro, attorno alla mia vita, si strinse leggermente attorno a me. Lui lo sapeva che quei contatti mi infastidivano, ma continuava. Mi infastidivano perchè mi toccava un mangiamorte, in realtà. Lui di aspetto era bello, davvero. Ma era malvagio. Era una persona crudele. E io non potevo accettare una persona del genere. Ero spaventata. Avevo ancora paura di Lui, anche se lui mi diceva di non averne. Mi sentivo con le mani legate. Cosa mi sarebbe successo?
Lo sentii avvicinarsi a me.
"Uff... hai finito di borbottare? Non mi stai facendo dormire" mi disse, tra l'assonnato e lo scocciato.
"Sei tu che entri nella mia mente. La testa è la mia e, tecnicamente, essendo proprietà privata, penso quello che voglio alle ore che voglio" - Gli risposi cupa- "e visto che tu sei bravissimo in tutto mi stupirei se non entrassi nel mio cervello a tutte le ore! Io non sono brava in occlumanzia, ma ciò non vuol dire che mi puoi spulciare il cervello quando vuoi!" Aggiunsi, irritata.
"E se io t'insegnassi occlumanzia?"
Mi propose.
"Si, per poi usare la cruciatus quando sbaglio? Ma allora pensi che io sia cretina!" Gli dissi, mettendomi a sedere; ero sdraiata supina.
"Ancora con questa cruciatus?! Ma allora ne hai l'ossessione! Il fatto che io l'abbia usata sui Paciock non significa che la userò anche su di te! E poi nessuno nasce imparato tesoro mio, ricordatelo! " mi rispose, sollevandosi sul gomito del braccio sinistro.
"Io.Non.Mi.fido.di.te. La fiducia non si compra al mercato! Sono qui da 4 giorni, cosa pensavi? Che mi sarei fidata subito di te? Non ci penso neanche a farmi dare lezioni da te! Mi trasformi in un furetto o in un rospo e poi mi farai rimbalzare per la stanza!" Gli dissi. Lui scoppiò a ridere.
Tornò serio poco dopo.
"Senti - gli dissi - non metto in dubbio il fatto che tu abbia delle grandi conoscenze e ... tutto quello che vuoi. Ma... non è questo! In una circostanza diversa... beh... forse sarei stata onorata di averti come insegnante ... Ma...."
"... Ma sono un Mangiamorte.- concluse lui- la questione è sempre questa, vero? Tu non vuoi lezioni da me perché sono un Mangiamorte! Ma ti dico e ti ripeto che posso davvero insegnarti! E sarò paziente e non userò maledizioni senza perdono, te lo prometto. Ti insegnerò occlumanzia. Va bene? Così tu non mi fai entrare nella tua testa. E io posso insegnarti a entrare nella mia. Anche se sarà molto difficile per te. Ci stai?".
Migliaia di pensieri mi affollarono la mente.
"Tranquilla. Ascolta, è normale avere paura. Ma fidati...eh?" Mi propose.
Io sospirai. È annuii.
Il cuore in gola.

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