11. Notte 1

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Rita Ora_ your Song

Ed ecco che arrivò la mia preoccupazione più grande: dormire. Il letto con lui non lo avrei condiviso, poco ma sicuro. Mi sentivo il cuore premere contro le costole. Un uccellino in gabbia. Come me. Inoltre, un momento...Non avevo vestiti. Niente. Solo la divisa.
Glielo feci presente. Lui mi guardò divertito per poi scoppiare a ridere. Mi passò una camicia. Mi disse che potevo farmi una doccia se volevo.
Mi feci una doccia veloce e mi infilai la camicia, blu con lievi righe bianche. Mi arrivava alle ginocchia e dovetti arrotolare le maniche due volte. Ma andava bene comunque. Esitante, tornai in camera. Con mia sorpresa c'era un letto in più.
"Ti ho trasfigurato una poltrona, tranquilla", Mi disse passandosi una mano nei capelli.
"Ora, tesoro, io devo lavorare. Ci sono dei libri sullo scaffale. Non mi disturbare. Se vuoi vai a nanna." Mi disse schietto, accarezzandomi la testa e passando la mano sinistra fra i capelli. Mi sedetti sul letto. Sperai di stare sveglia a leggere ma, senza neanche accorgermene, mi addormentai.
La mattina dopo mi svegliai alle 7 rannicchiata in poltrona. Nell'alzarmi, notai Barty seduto sul letto intento ad ossrvarmi. Indolenzita, mi stiracchiai un pò sbadigliando, comprendomi la bocca con una mano. Lui continuò a guardarmi.
"Perchè mi guardi sempre?" Gli chiesi, la voce impastata di sonno.
"Perchè sei bella,no?" Mi disse naturale, per poi alzarsi dal letto. Era più sveglio di me.
"Ieri è stata una giornata impegnativa tesoro. Oggi ti lascio in pace, promesso. Ma non fare la furba- mi disse sollevandomi il viso con due dita, con fermezza e gentilezza- il posto nel baule c'è".
Mi disse, lasciandomi un lieve bacio sulle labbra che mi gelò il sangue.
Lui sorrise e mi fece l'occhiolino, accarezzandomi il viso.
"Se vuoi mettiti al mio posto. Io mi alzo". Disse sorridendo. Quel sorriso dolce della prima volta.
"Mi ami davvero?" Gli chiesi spaventata.
"Assolutamente. Tu invece hai paura di me vero?" Mi chiese ghignando.
Alzò le spalle "Ti capisco. Ma ti ho detto che non ho cattive intenzioni. Se volevo torturarti o approfittare di te lo avrei già fatto, non credi? Così come ucciderti... ma io non ti voglio morta."
Mi disse. Potevo fidarmi?
Scossi la testa.
"Voi disprezzate l'amore." Gli dissi.
Lui ghignò ancora.
"Ma davvero?- mi disse avvicinandosi e tirandomi a se per la vita- se lo disprezzassi non ti avrei rapita e non avrei passato la notte a guardarti dormire e ad ascoltare il tuo respiro".
"Se lo disprezzassi, non rischierei la mia vita. Capito?" Mi disse, accarezzandomi le labbra con il pollice.

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