17. Notte 3

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Francesca Michelin _ Io non abito al mare

Sdraiata nel letto ripensai a quella mattina. Aveva insistito di farmi dormire con lui per dimostrarmi che non voleva farmi del male. Perchè era così ossessionato da me? Io non lo amavo... l'amore ti fa stare bene, credo... non ero mai stata innamorata e non sapevo cosa si provasse ad esserlo. Cosa si sentiva? Dicevano farfalle nello stomaco. Ma io non sentivo nessuna farfallina nè grande nè piccola nello stomaco. Il cuore batteva forte. Anche il mio batteva forte? Si. Ma per la paura invece che per amore. Perchè si, ne avevo ancora paura. Ero stupida ad averne? Non credo... cosa avrebbe fatto qualcun altro nella mia stessa situazione? Anche in quel momento il mio cuore stava battendo. Premeva contro le costole con insistenza. Lui mi amava davvero? Ma... sapeva cos'era l'amore? Baciarmi e basta? Cos'ero un oggetto? Io avevo dei sentimenti, dei gusti, delle passioni. Ero più che due occhioni azzurri e un paio di gambe. Ero prima di tutto una ragazza. Non che lui mi trattasse male; però il suo carattere mi inquietava. Mi voleva bene... forse la sua missione per lui era importante... forse cercava di proteggere se stesso e anche me... non lo sapevo... sapevo solo che ero confusa e spaventata.
Lui mi strinse a sè e appoggiò il viso sul mio petto. Avevo paura a muovermi. Lo vidi aprire piano gli occhi e guardarmi.
Mi accarezzò con la mano destra il viso.
"Dovresti dormire" mi disse.
"Non ci riesco.." gli risposi, voltando la testa verso destra.
Mi iniziò ad accarezzare la piccola porzione di sterno visibile dalla camicia con la punta delle dita.
Dopo due carezze mi tirai indietro.
"Qual è il problema?" Mi chiese.
Io lo guardai negli occhi, così grandi e color nocciola.

Non m'intendo d'amore

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