20. Notte 3.4

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Mi abbracciò a lungo. Eravamo seduti sul letto. Dio quanto volevo che la smettesse! Ma eravamo a dicembre, quasi gennaio e stavo letteralmente congelando. I miei capelli erano ancora bagnati e gocciolavano impietosi sulla mia schiena. E lui era davvero caldo. Non volevo che mi toccasse, lo detestavo, ma le sue mani erano davvero molto calde. Davvero non vuole farmi del male? E se mi sta mentendo? Magari ha altri scopi e mi sta usando per qualche moltivo? Perchè? Perchè non mi lascia? Perchè non provo schifo? Dovrei provare disgusto e invece non sento nulla. Solo paura. Paura. Paura. Paura. Paura. Ho paura. Ho tanta paura. Per favore qualcuno mi tiri fuori da qui...
"Eli calmati. Tranquilla. Calma... shhhh...calma. Va tutto bene. È colpa mia. Non avrei dovuto. Scusa..."
Cosa faccio? Che cosa faccio? Non so cosa fare... liberarmi? Per poi cosa? Non posso uscire ... sono bloccata qui maledizione! E se provassi a scappare? Userebbe la cruciatus... ne sarebbe capace .... ma io non voglio restare qui ....
Crollai. Sentivo la mia voce urlare. Sentivo le unghie che si conficcavano nella carne del viso mentre mi graffiavo. E il pianto.
Lo sentii aumentare la presa sulla mia testa, che spinse a fondo nell'incavo del suo collo. E la sua giacca che avvolgeva attorno a me.
"Non fare così... non... Eli, dai  smettila. Non ti faccio niente....ehi...".
Mi graffiai il viso con più forza.
"Ti fai male! Smettila di graffarti!" Mi disse togliendomi a forza le mani dalla faccia e stringendomi di più a sè. Mi inziai a sentire mancare. La presa era troppo stretta e faticavo a respirare.

Mad LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora