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Theresa voltò pagina. Era talmente assorta nella lettura che non si accorse del cigolio in avvicinamento. Dall'angolo sbucò un inserviente che spingeva un carrello. Le piccole ruote fischiavano come uno stormo di passeri indiavolati.

Theresa voltò la testa, strappata al suo sogno a occhi aperti. Chiuse di scatto il manoscritto per poi ficcarselo sotto il maglione. Aprì la borsa e prelevò in tutta fretta un quaderno. Se lo aprì in grembo nel momento esatto in cui l'inserviente superava il distributore automatico.

L'uomo la guardò di traverso continuando a spingere il carrello. Mentre lo abbandonava per qualche secondo e tirava fuori dalla tasca un mazzo di chiavi, la sogguardò con curiosità a stento contenuta. Theresa si finse impegnata, la testa sprofondata tra le pagine del quaderno. L'uomo scelse una chiave e la infilò nella toppa della porta in fondo al corridoio. Aprì, tornò al carrello e lo spinse dentro lo sgabuzzino per poi richiudere a chiave la porta.

Tornò da dove era venuto rigirandosi in mano il mazzo di chiavi e rivolgendo un ultimo sguardo a Theresa quando le passò accanto.

Quando i passi dell'uomo sfumarono, Theresa posò il quaderno accanto a sé e riprese il vecchio manoscritto.

Lo sfogliò finché non ritrovò il segno e riprese a leggere.

Il diario di Mercy BrownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora