Il diario di Mercy Brown

20.

John mi svegliò che il sole era alto. Aprii gli occhi e, non appena vidi il suo volto, capii che c'era qualcosa che non andava.

«John, che hai?» chiesi.

Sospirò tediosamente, chinando il capo in atteggiamento di cordoglio. Gli presi il volto tra le mani e lo costrinsi a guardarmi.

«Cos'è successo?»

«Sono stato a Salem», mi disse, scuro in volto. «Speravo di incontrare Abigail, per capire se avesse appreso notizie sull'arrivo della nave, ma il mercato era pressoché deserto. C'erano pochi avventori e qualche mendicante in cerca di un tozzo di pane.»

Allontanò con dolcezza le mie mani e sedette.

«Dopo aver atteso a lungo ho deciso di tornare indietro, ma poi ho intercettato una conversazione. Due avventori parlavano di qualcosa che era in atto alla Meeting House, e che tutta Salem era radunata lì, così ho deciso di andare a vedere.

«Non preoccuparti», aggiunse, vedendo il panico disegnarsi sul mio volto. «Non mi ha visto nessuno. Sono giunto proprio nel momento in cui la folla sciamava fuori e mi sono nascosto. Ho visto mio padre e Charity uscire, ma non mia madre.»

Nei suoi occhi si aprì un crepaccio. Gli presi una mano e intrecciai le dita tra le sue.

«Sono sicuro che sta bene», disse, ed ebbi la sensazione che stesse cercando di convincere se stesso più che la sottoscritta. «Poi sono usciti Parris e gli altri. Speravo di vedere anche Abigail, ma non l'ho scorta tra la gente. Stavo per andare via, quando ho visto un'anziana donna staccarsi dal gruppo e dirigersi verso il cimitero. Le sono andato dietro e, quando si è fermata dinanzi a una lapide, mi sono fatto avanti. Era così assorta che si è accorta di me solo all'ultimo istante, e nel vedermi si è spaventata.

«"Buon Dio, giovanotto", mi ha detto, "mi avete fatto paura. Siete più silenzioso di uno spettro." Le ho porto le mie scuse e le ho chiesto quale clamore avesse svuotato il mercato e riunito tutta Salem sotto il tetto della Meeting House. Ha assunto un'aria grave e ha detto: "Il Diavolo è a Salem."»

Rabbrividii e mi tornò in mente l'incubo in cui quella nebbia nera dagli occhi di fuoco mi inseguiva.

«Le ho chiesto di spiegarmi meglio e lei ha detto: "Dove siete stato nelle ultime ore, a cogliere margherite per la vostra amata?" Le ho detto che mi ero appena ripreso da un malanno. Lei mi ha guardato come se cercasse ombra di menzogna sul mio volto, poi ha ripreso a parlare.

«"Il raccolto degli Osborne è stato divorato da un esercito di cavallette. Cavallette! Come nel libro dell'Esodo! E solo un paio d'ore fa una cavalla ha dato alla luce un puledro privo di occhi e con le viscere di fuori!"»

«Mio Dio», mormorai, cercando di fermare la mia mente mentre tentava di immaginare un simile scempio.

«Sembra che Parris abbia tenuto un sermone piuttosto colorito sulla presenza del demonio a Salem. Quella donna sembrava molto spaventata. Mi ha detto di essersi recata sulla tomba del defunto marito per pregarlo di starle vicina ed aiutarla a non cadere nelle tentazioni che l'angelo ripudiato da Dio aveva in mente di seminare a Salem.»

E c'era davvero qualcuno che seminava odio e terrore a Salem, ma non era il diavolo. Erano uomini come Hawthorne, Parris e Keene, che forti delle loro rispettabili posizioni si ergevano a salvatori della patria e giuravano di avere la formula per salvare tutte le anime di Salem. E la brava gente di Salem, uomini e donne che chiedevano solo di condurre una placida esistenza alla luce degli insegnamenti di Dio, si affidarono a loro, senza sapere che era proprio da loro che doveva guardarsi.

Le notizie che John aveva appreso al cimitero erano solo il preludio all'orrore vero e proprio. Nei giorni seguenti Salem fu teatro di indicibili orrori. Non so se sarò capace di dipanare il groviglio di eventi che si susseguirono e farne un resoconto lineare, ma farò del mio meglio. John diceva che ogni uomo diventa un esperto narratore, quando l'argomento è la storia della sua vita.