9.

127 14 1
                                    

Theresa distolse lo sguardo. Una strana e inattesa malinconia le stava depredando l'anima. Pensò alla donna che aveva riempito quelle pagine. Pensò alla sua tristezza, così limpida che avrebbe potuto toccarla. Pensò al dolore, ai rimpianti, alle occasioni mancate, ai dubbi, alle difficoltà che aveva incontrato nel corso del suo travagliato cammino e pianse. Mentre le lacrime le imperlavano il viso, scoprì di sentirsi così vicina a quella donna che quasi le pareva di vederne il volto oltre le pagine fittamente riempite. Un volto stanco ma non afflitto, scavato da profonde trincee e incorniciato da una chioma grigia e fluente. Incastonati in quell'ovale crepato stavano gli occhi, due nere pietre di ametista.

Theresa chiuse i suoi occhi e provò a evocare quei lineamenti. Lentamente, dal buio uniforme emersero l'ovale di un volto, la cascata argentea dei capelli e gli occhi. Theresa guardò nelle profondità delle due pietre scintillanti, incastonate ai lati del naso sottile, e scorse un universo brulicante di vita. La donna, così somigliante a sua nonna per la dolcezza del sorriso e la mitezza dello sguardo, le disse di addentrarsi senza timore in quel nero d'ebano. Theresa vi si tuffò e lesse in un istante tutte le storie che esso conteneva. Quando riemerse il volto era ancora lì, sospeso nell'oscurità come un pianeta nel buio cosmico.

Le labbra secche della donna si stirarono in un sorriso stanco e, come il riflesso in uno specchio, quelle di Theresa fecero altrettanto.

Riaprì gli occhi e il mondo le piombò addosso. Le deprimenti mura del dormitorio erano di nuovo lì, più solide che mai. Le leggi del tempo e dello spazio la facevano da padrone. Theresa decise che non ne aveva ancora abbastanza di quell'altra realtà, nella quale poteva muoversi come uno spettro, senza essere scorta, da una stanza all'altra della Casa Nera, e riprese a leggere.

Il diario di Mercy BrownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora