I miei occhi parevano impastati, le ciglia erano intrecciate tra loro in un abbraccio disperato e gocce di rugiada sigillavano quell'atto di perenne stato comatoso. L'umidità che percepivo lungo la pelle mi fece supporre che mi trovassi all'aperto e che avessi dormito per tutta la notte in quella posizione. Dopo aver concesso pochi secondi di addio alle mie ciglia, finalmente riaprii gli occhi.
Le mie pupille cominciarono ad ingigantirsi, accolte da possenti raggi solari che sembravano trafiggermi il corpo. Inizialmente gradii quella sensazione di calore incessante sulla mia pelle ma, spostato lo sguardo verso le mie gambe nude, mi resi conto che quei raggi mi stavano scottando.
Ancora intontita dal risveglio, mi sollevai sulle ginocchia e gattonai verso il primo riparo ombroso disponibile. A quel punto, esente da ogni complicanza, potei guardarmi attorno.
Un prato inglese verde smeraldo percorreva tutto il territorio, compreso il punto su cui giacevo io. Alberi maestosi e dal fusto color ebano si ergevano di tanto in tanto, formando una precisa disposizione per linee parallele e perpendicolari. Sorrisi per quella stramba geometria naturale. Le foglie, anch'esse di un colore fiabesco, lasciavano intravedere di tanto in tanto frutti dall'aspetto succulento. Mentre osservavo, infatti, uno scoiattolo che sembrava uscito da uno dei libri che mio fratello era solito leggere, si arrampicò sul ramo dell'albero sotto il quale mi ero riparata e lasciò cadere sulla mia spalla una mela perfettamente sferica.
Poco dopo posai nuovamente la mia attenzione sulle mie gambe rossastre e scottanti e mi chiesi come mai quel sole tanto luminoso avesse provato ad incenerirmi.
Dei ricordi riaffiorarono ed io capii. Ero ad Ekaton.
I miei pensieri subito abbandonarono il panorama fiabesco per concentrarsi sulla situazione attuale e, soprattutto, su mio fratello. L'intenso bagliore scaturito dal granello di polvere aveva circondato me, mio fratello e... il gigante. Quella considerazione mi fece balzare in piedi dalla paura. Decisi di cercarlo in lungo e in largo, prima che quel mostro potesse fargli del male. Ma, non appena oltrepassai la linea d'ombra, percepii i raggi solari scottarmi. Allora afferrai lo scialle che avevo sulle spalle e lo avvolsi lungo la parte scoperta delle gambe, creando una lunga gonna ottocentesca.
Corsi disperata per tutta l'area circostante, urlando il suo nome e nel frattempo bruciandomi le gote. Durante la mia ispezione, però, inciampai su qualcosa.
"Che sbadata!"
"Certo che lo è, stia attenta la prossima volta." Una voce sottile, delicata e maschile si levò dal fondo.
Quando mi voltai per capire chi fosse, fui sorpresa nel vedere un giovane uomo raffinato e molto bello. La sua voce, pensai, non rendeva giustizia al suo fascino.
Dal canto suo, lui sbiancò e tremò come se avesse visto un fantasma.
"Lei, lei è... signorina!"
"In questo posto suppongo le chiamiate tutte così le ragazze, vero?"
"La sua voce, i suoi capelli, i suoi occhi grigi... è proprio come la ricordavo."
Quelle parole mi terrorizzarono. Di quali occhi grigi stava parlando?
"Mi dispiace dirle che io non so chi sia. Inoltre i miei occhi sono castani."
L'uomo che mi stava di fronte abbassò lo sguardo e una lacrima gli solcò il volto ricadendo, poi, sul prato sul quale eravamo ancora distesi. Il mio cuore percepì un'infinita dolcezza nei suoi confronti e, presa da un coraggio di cui non avevo mai fatto conoscenza, posai la mia mano sulla sua guancia. Lui sollevò lo sguardo e le sue iridi grigie presero a fissarmi.
"I suoi occhi, come quelli di un'altra signora, mi ricordano quelli del..."
Lui mi osservò accogliato, confuso da ciò che avevo appena detto.
In quel momento mi ridestai da quella situazione imbarazzante e, tolta la mano dalla sua guancia, provai a capire qualcosa di tutto ciò che mi stava accadendo.
"Noi ci troviamo ad Ekaton, vero?"
"Esattamente, signorina."
"Perché mi chiamate signorina? Perché ha detto che ho gli occhi grigi? E perché il sole mi brucia?" Chiesi senza riprendere fiato.
Lui sembrò divertito da quelle domande e un sorriso largo e smagliante gli comparve sul viso.
"Curiosa e impaziente, proprio come la ricordavo. Risponderò a tutte le sue domande, prima però sediamoci al riparo di un albero."
Dopo esserci sistemati, quell'uomo prese fiato e parlò.
"La chiamiamo in questo modo, signorina, perché le diamo rispetto. Il suo ruolo di Centouno l'ha da sempre resa un miracolo vivente e di questo noi Centini dobbiamo solo esserne grati. Ho detto che ha gli occhi grigi perché è così, tutti gli abitanti di Ekaton li hanno. Infine il sole brucia perché Ekaton si trova ad una vicinanza tale da permettere ai raggi solari di essere più intensi, è per questo che bisogna bere ogni giorno succo di lumaca."
"Succo di lumaca?" Dissi contorcendo la bocca in una smorfia disgustata.
"Esattamente. Le lumache al loro interno posseggono un liquido che irrobustisce la nostra pelle permettendoci di proteggerci dal sole. E se lei, signorina, è stata bruciata vuol dire che è qui da poco..."
"Mi sono svegliata stamattina in questo posto." Avrei voluto confidare tutto ciò che mi era successo ma tacqui, non ero ancora sicura di potermi fidare di lui.
"E perché stava correndo?"
"Oh, mio fratello! Devo trovare mio fratello!"
Il suo pensiero ripiombò nella mia mente.
"Stia calma, signorina, venga con me. Andremo al Tempio di Ekaton dove la sua Anima Grigia la aiuterà a ritrovare suo fratello."
Detto ciò afferrò la mia mano destra e mi baciò l'anulare.
"Anima Grigia?"
"Lei davvero non ricorda nulla?"
Scossi la testa in segno di negazione.
"L'Anima e l'essenza profonda della nostra esistenza; ne determina ciò che siamo. La sua è grande e forte, signorina. L'Anima risiede negli occhi, la nostra più grande forza, con i quali ci piace osservare e scrutare. L'Anima rende gli occhi dei Centini tutti grigi, poiché la vita di ogni abitante dipende dalla'Anima Grigia dei Cento e della Centouno. Quindi lei, signorina, non avrebbe mai potuto averli castani."
Detto ciò si sollevò da terra, prese il suo mantello nero e lo posò sul mio capo per proteggermi dal sole.
Ci stavamo dirigendo verso il Tempio di Ekaton.

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Centouno
Fantasy[COMPLETA] Immersa tra le ombre, Sara comincia a contare quei centouno granelli di polvere che da anni aleggiano indisturbati nella sua camera. Eppure un giorno qualcosa in quei conti non torna. Un granello mancante la porterà a vivere un'avventura...