sedici.

1.6K 158 86
                                    

★Guardare - prima della lettura - lo spazio autrice.

Linguaggio scurrile grado: !!
Contenuti sessuali grado: !

Con rabbia diedi un pugno al tavolo. «sí, dimmi mamma.»

«cos'é questa voce? Ti ho disturbato mica?»

«no mamma, non ti preoccupare.» strinsi i denti. «perché mi hai chiamato?»

«per sapere come stai! Vorrei venirti a trovare in questi giorni.»

Spalancai gli occhi e mi partí involontariamente una risata talmente nervosa che Ermal rimase immobile a fissarmi. «ma no preoccuparti, sai che preferisco non usciate di casa proprio per non farvi prendere freddo, qualunque cosa vogliate chiamatemi e vengo io da voi!»

«mhmh. Comunque, che ti sei mangiato?»

«brodo e ostriche mamma.»

«br...ostr....o mio dio mio figlio che sa cucinare!» urló improvvisamente. «da chi stai apprendendo?»

«oh, ehm...corsi di...cucina, sì...»

«finalmente ti stai dando da fare! E quando vai a questi corsi?»

«ehm, il..lunedì e il mercoledì pomeriggio.»

«sono fiera di te! E anche papà lo è!»
Risi sforzatamente. «comunque...ti stai guardando le spalle no? Intendo con la piazza e soprattutto con quel ragazzo.»

«certo! Mi sto guardando le spalle, i fianchi, le gambe, le mani, tutto! Non vado in quella piazza da parecchio.»

***

Dovevo andare in piazza. Sì, un po' incoerente il mio discorso, ma dovevo andarci per scoprire qualcosa che poteva interessarmi. Soprattutto in quel bar sentivo che avrei scoperto qualcosa. Guardai Ermal steso sul divano mentre stava guardando la tv, non avrei mai voluto tradirlo nè mentirlo, ma non potevo dirgli di voler sapere qualcosa in piú su di lui perchè si sarebbe potuto sentire male e avrebbe sicuramente inteso ció come mia mancanza di fiducia nei suoi confronti. Quindi decisi di non far parola delle mie intenzioni e, a malincuore, gli mentii. Infondo serviva unicamente per aiutarlo.

«io esco, vado da mia madre.»

Fissó l'orologio. «a quest'ora? Sono le sette...»

«a telefono mi ha detto che sarei dovuto andare a quest'ora altrimenti non l'avrei trovata. Tu sai cosa cucinare oppure vuoi che prendo qualcosa?»

«ho trovato qualcosa nel freezer, piú consumiamo meglio è.»

Andai via a testa bassa, non riuscivo neanche a guardarlo negli occhi. Cercavo di ripetermi che la mia non era stata una bugia gravissima e che lo scopo era concentrato unicamente nel suo bene, infondo non l'avrebbe saputo mai.

Entrai nel vicolo verso la piazza e già vidi da lontano un gran casino di persone, mi coprii il viso con la sciarpa che avevo portato proprio per evitare un eventuale riconoscimento da Gennaro e mi inoltrai nel baccano. Sembrava davvero un film poliziesco, ero circondata da drogati ed ubriachi che non si contenevano e altre cose che preferivo non nominare. Cercai di fare una via diritta verso il bar ma, come succedeva sempre, fui trattenuto da una mano: mi voltai ed era una donna.

Tutte le volte che avevo attraversato quella piazza c'erano state sempre delle donne che si avvicinavano e cercavano di agganciare.

«ehy bello! Ci divertiamo?» nel buio vidi che aveva lineamenti tirati, capelli viola tinti e sembrava una bella ragazza.

Il ragazzo delle pizze. || MetaMoro || (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora