sei.

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Questa volta feci come la testa mi diceva: rimasi alla lontana. Non avrei voluto spaventarlo piú di quanto già non lo era, e troppa vicinanza avrebbe potuto creare problemi. La cosa che piú mi faceva male era vedere quella lacrima che nella notte era come un lampione, brillava, ma non di luce propria, brillava riflettendo la luce di un sole che c'era ma non era visibile, come il suo sole, quello che aveva dentro ma che tutti stavano facendo spegnere sempre di piú con i loro stupidi commenti e la loro ignoranza.

Quella lacrima, l'avevo immaginata ma non augurata e quando la vidi il mio cuore mi disse di non voler piú vedere occhi così distrutti. Perchè quella lacrima non era come quella di tutti: era una lacrima sacrificata, una goccia che era traboccata per sbaglio da un vaso contenente un oceano ma che voleva restare in piedi nonostante le milioni di persone che lo martellavano, non voleva rompersi nè cadere.

«non so che dire, davvero. Ti chiedo scusa io da parte di quella persona, ha compiuto davvero un'azione orribile.» ma lui continuava a guardare avanti, con lo sguardo perso verso la strada e con un'espressione che, senza la lacrima che stava cadendo, non lasciava intuire tutto il dolore che stava provando. «in realtá io ero venuto per darti l'euro. Giá ieri non hai voluto che io ti pagassi la pizza.» gli porsi la mano con l'euro, ma lui non la guardó nemmeno.

Restai immobile ed in parte deluso ad un metro da lui, se fosse stato un film me ne sarei andato e lui mi avrebbe tenuto per la manica magari cominciando a parlare. Ma la vita non è un film, e per quanto io sarei voluto essere orgoglioso mi vidi davanti ad una situazione: o l'orgoglio, o il volere. Scelsi la seconda opzione e mi sedetti al suo fianco. Profumava, profumava di un qualcosa di indescrivibile, forse qualcosa che non esisteva. Restammo in silenzio, anche se magari avevo milioni di cose da dire sentivo che la cosa migliore da fare in quel momento era condividere un silenzio che era giá pieno di parole.

Il silenzio si prolungó per lunghi secondi. «grazie.» quando si sentì pronto, graffió l'atmosfera con la sua voce.

«oh, ma dovevo farlo. L'euro è-»

«non intendo quello.
Grazie per altro, per tutto.»

«è una frase fatta, ma non devi ringraziarmi perchè davvero non ho fatto niente.»

«ora stai facendo qualcosa, mi stai donando fiducia.» fissó le sue scarpe. «e nessuno lo fa.»

«non capisco perchè non dovrei farlo.»

«perchè io non sono un uomo degno di essere chiamato tale, sono una delusione, un orrore, un fallimento uma-»

«li odi?» lo sorpresi infatti si voltò improvvisamente verso di me.

«cosa?»

«li odi? Coloro che dicono ciò, intendo.»

Il suo sguardo ritornò verso il nulla. «No. Non li odio, dicono solo la verità.»

«Bene. Sai, quand'ero piccolo - ti parlo che avevo non piú di quattro anni e quindi di purezza ancora ne avevo - c'era un cane che amavo, era di un mio vicino. Ogni volta che scendevo con mamma e c'era anche lui al guinzaglio mi divertivo tantissimo a guardarlo, mi piaceva come stringeva i denti quando mi guardava e come tirasse il padrone per venire da me, ma lui, insistentemente, gli diceva di stare buono e lo teneva stretto. Arrivai a pensare che il padrone fosse cattivo, non capivo. Poi una mattina eccolo lí di nuovo, stavolta libero quindi per me era uno spasso: potevo farmi inseguire e giocarci per tutto il tempo che volevo. Mi misi a correre, lui mi vide e m'inseguí, ero contento perchè magari voleva giocare: quando mi saltò addosso e mi fece cadere, non mi leccò, nè scodinzolò, ma mi afferrò il braccio e me lo morse. Ebbi...dieci punti esatti. I giorni seguenti piangevo ma non per la ferita, sia chiaro! Ma per quanto facessi schifo a non ricevere in cambio il bene di un cane che amavo, e cominciai a farmi mille problemi già a quattro anni su cosa avrei potuto migliorare e cos'era che non andava in me. Poi un giorno capii: era il cane che odiava me, non io il cane, quindi era lui che in un certo senso aveva qualcosa che non andava e non io perchè io non gli avevo mai fatto niente, ero un odio innato senza cause valide verso i miei confronti.» notai la sua espressione presa dal mio racconto. «tutto questo per dirti che forse magari devi evitare di farti tutti questi problemi, perchè se sei sicuro di non aver infierito mai negativamente nei loro confronti, sono loro il problema e non tu.»

«magari tu, che hai sicuramente una casa e persone che ti vogliono bene. Io se solo fossi un insetto farei sicuramente meno schifo.»

«amico, sei ancora un palazzo da costruire.»

E c'incantammo entrambi a guardare la luna piena. Lui, probabilmente, a pensare a quanto facesse schifo la sua persona ed io a cercare di capire chi dei due emanasse piú luce.

«posso farti una domanda?» sperai in una risposta positiva. Lui annuí col viso. «perchè ti trattano cosí? Insomma, prima un mio vicino che ti spintona senza senso, un altro che ti fa cadere, poi quell'uomo che ti picchia con dei tipi che ridono, sono impazziti o c'è qualcosa che non so?»

Ed anche stavolta, come d'abitudine ormai, abbassò lo sguardo e preferí nascondersi nel buio della notte e fra i ricci che gli coprivano l'espressione, pur di parlare. Ma d'altronde lo capivo, chissà da quando non parlava con qualcuno. In quel momento non c'era modo di riprendere a parlare, la domanda che gli avevo fatto lo aveva intimorito e anche se gli avessi chiesto la cosa piú banale del Mondo non mi avrebbe risposto, era come se quasi lo conoscessi.

Quindi mi alzai e lo fissai per un' ultima volta. «se hai bisogno di me sai dove trovarmi.» mi voltai di spalle e cominciai ad allontanarmi.

«il mio nome è Ermal.» sentii dietro le mie spalle.

Lo guardai. «io sono Fabrizio.» e lentamente mi girai di nuovo per avviarmi sulla mia strada ma, due passi avanti, ruotai leggermente il viso verso di lui senza muovere il mio corpo. «ed anche io dico il mio nome solo a chi mi fido.»

Spazio autrice

Eccomiii
Vi chiedo scusa se il capitolo è un po' corto, ma essendo molto intenso ho preferito dedicarmi al discorso tra Fabrizio ed Ermal (che finalmente ha rivelato il suo nome *^*). I prossimi capitoli, soprattutto a partire dall'otto in poi saranno molto interessanti (😏), grazie per la lettura!😘



Il ragazzo delle pizze. || MetaMoro || (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora