Quando Gennaro ci vide entrare insieme la sua espressione cambió. Lo conoscevo ormai, la sua faccia la vedevo tutte le mattine, e quella scia di preoccupazione che oscuró i suoi occhi non era una cosa da sempre. Stava dall'altra parte del bancone a pulire i soliti bicchieri e quando ci vide, si fermò immobile. La prima cosa che mi passó per la testa fu se mai fossi riuscito a capire se fosse un uomo sincero. Ormai avevo scoperto tante cose su cui non avrei mai scommesso, quindi, se qualcuno mi avesse detto "uh guarda che Gennaro non è nessun Santo come si è dimostrato in tutto questo tempo" non mi sarei sorpreso.
Strinsi i pugni e mi feci coraggio, sapevo con chi mi trovavo in quel bar: Amanda e Gennaro, ma in realtà non lo sapevo, non ero neanche sicuro che ne sarei uscito vivo ma, per quello che mi diceva il mio istinto alcune volte affidabile ed altre no, sentivo che lì sarebbe successa la svolta che serviva alla vita mia, di Ermal e della piccola Beatrice.
«buongiorno.» disse Amanda sedendosi di fronte a lui. Credevo afferrasse direttamente la pistola e la puntasse alla sua tempia, quindi per come era iniziata sembrava una situazione tranquilla o forse stavo solo cercando di vedere il lato positivo in qualcosa di negativo.
Contemporaneamente dicemmo buongiorno anche io e Gennaro, lui mi guardó e sembró dirmi "cosa sta succedendo?". Mi sedetti anch'io di fronte al bancone e prima che qualcuno rompesse il silenzio, ci furono attimi dove l'unica cosa udibile era il canto degli uccellini fuori al bar.
«tu, devi parlare.» mormoró Amanda. Lui era confuso, o almeno sembrava. «siamo al culmine, Ermal e Beatrice stanno da Fabrizio, e Roberto sa.»
Ed ecco l'espressione di Gennaro diventare ancora piú cupa. Con poche parole sembrava aver capito tutto.Lui spostó il suo sguardo su di me. «perchè non me l'hai detto quando te l'ho chiesto?»
«potrei dire lo stesso di te: Ermal è innocente, ma tu non me l'hai mai detto.»
«cosa credi avessi fatto con quella finta di non sentirmi bene quando Marco stava cercando di dirti quello che stava cercando di dirti?» mi freddó. Non ci avevo mai pensato, avevo visto il suo comportamento unicamente come un ostacolo nell'avvicinarmi alla realtà.
«Non mi era chiaro. Tu non mi eri chiaro. Non potevo stare lì a dire una cosa così importante a chiunque.»
Abbassó lo sguardo. «avrei provato ad impedir-»
«basta chiacchiere.» la voce di Amanda ci interruppe. «a quest'ora potrebbero stare dinnanzi la porta di casa di Fabrizio a sparare all'impazzata. Devi parlare.»
Gennaro uscì dal bancone e ci affiancó. «non so nient'altro di quello che tu sai.»
«Balle.» Amanda era sicura di sè. «Prima di minacciare me, hanno minacciato te e tu sai per filo e per segno chi sono le persone che hanno dato vita a tutto ció.» Amanda puntó un dito sul petto di Gennaro. «Tu, sai chi è il Capo.»
Lui sospiró e lentamente uscì dal bar, ma Amanda lo seguì e lo fermó. «Cazzo, lo capisci che ora l'unica cosa da fare è parlare? Se non parli, moriranno loro, se parli, magari non muore nessuno.»
«ha capito. Dagli tempo.» le mormorai. Poi mi persi a guardare il cielo azzurro sulle nostre teste e mi chiesi perchè la vita doveva essere così complicata. Per la strada non c'era anima viva, o meglio, c'erano tre anime vive che si chiedevano se fossero state tali per molto ancora.
Gennaro si appoggió al muro d'entrata del suo bar ed alzó gli occhi al cielo per rimandare indietro le lacrime. Poi mi guardó e capii che stava aspettando il momento giusto per parlare.
«Ermal è tutto ció che mi rimane in questa vita.» una lacrima solcó il suo viso, mentre Amanda sembrava per niente sorpresa, come se sapesse già quello che Gennaro stava per dire.
«Ermal é mio figlio. Non ha nessuno se non me -anche se non lo sa- ed io non ho nessuno se non lui.» cercai anch'io di rimandare indietro le lacrime. «quando nacque, la mamma morí per il parto e fu affidato a me, ma quel bambino ad appena poche ore di vita era il prescelto. Mi dissero che avrei dovuto abbandonarlo, sarebbe dovuto crescere da solo, selvaggio, crudele, per poi diventare come loro, altrimenti l'avrebbero ucciso. Non mi rimaneva scelta e lo abbandonai e se qualcuno di superiore esiste, deve perdonarmi.»
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Il ragazzo delle pizze. || MetaMoro || (IN REVISIONE)
FanfictionD a l l a S t o r i a : Rise. «ti prego, diventa un poeta.» «e sai quale sarà il titolo della mia prima poesia?» «quale?» «L'Amore. E sai come sarà la poesia?» «come?» «tu.» ----------------------------------------------------------------- {Storia c...