1. Newton

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Thomas sta quasi dormendo sul banco a metà dell' ennesima lezione di storia con il professor Malan. Guarda la cartina degli Stati Uniti appesa dietro al professore accanto alla lavagna, sperando inutilmente di teletrasportarsi a New York o a Miami per non dover più studiare. Per vivere una vita nuova. Quando si sente bussare alla porta e il professore si interrompe, Thomas alza lo sguardo, tornando alla realtà. La porta si apre ed entra il preside puntualmente in giacca e cravatta, seguito da un ragazzo presumibilmente della sua stessa età, magro e con la spazzola bionda, abbastanza a disagio. -Mi scusi, professor Malan, se la interrompo. Voglio presentare a voi ragazzi un nuovo compagno. Newton si è appena trasferito qui da Londra, lo affido a voi. Buona giornata ragazzi.- Malan è abbastanza sorpreso da questa dichiarazione, guarda fisso il ragazzo mentre il preside sparisce di nuovo dietro la porta. Un altro poveraccio sbattuto nel liceo più sfigato della provincia di Denver, povero, pensa Thomas. Newton, si ripete in testa. Che nome strano. -Newton, benvenuto allo Springfield High School, io sono il Professor Malan e insegno storia. Puoi sederti in quel banco nella terza fila. Hai già i libri?- Newton lo guarda e accenna al borsone che porta in spalla. Abbozza un sorriso e mormora un grazie. Thomas non riesce a capire se sia imbarazzato o scocciato, si vede che è a disagio eppure ha un atteggiamento molto sicuro, basta guardare la sua camminata. Il biondo si siede nel banco indicato, davanti a Thomas, e prende il libro di storia. Poi si volta, cogliendo di sorpresa Thomas. -Che pagina?- chiede. Ha un forte accento britannico anche solo in quelle due parole, una voce profonda ma non ancora da uomo. Thomas risponde mentre osserva che sono vestiti praticamente allo stesso modo: jeans scuri e camicia di cotone con sotto una maglietta lui bianca e il biondo grigia. -Cento quarantadue, comunque piacere, sono Thomas.- Newton sta per allungare la mano per stringergliela, ma il professore si schiarisce la voce e li fulmina con lo sguardo. Il ragazzo nuovo si gira subito in avanti e apre il libro senza dire nulla. Prende una matita per prendere appunti e la lezione continua, noiosa come al solito.

Quando suona la campanella che avvisa la fine della seconda ora, tutti gli studenti tirano un sospiro di sollievo e chiudono i libri rumorosamente. Thomas rimette il libro nello zaino e si alza, va al banco del ragazzo nuovo e tende di nuovo la mano. -Tentativo due, piacere.- Il biondo gli stringe la mano e sorride. -Piacere mio, puoi chiamarmi Newt.- Newt tira fuori l' orario e lo guarda. Thomas stava per andarsene quando Newt lo ferma e gli chiede dove sia l' aula di Letteratura. "ah così va a lettere" pensa Thomas. -Ehm, sta accanto a quella dove devo andare io, ti accompagno.- I due escono dall' aula. Camminando nei corridoi, Thomas cerca di rompere il ghiaccio. -Allora fai lettere eh?- Newt sembra molto calmo, Thomas sarebbe molto più agitato di lui in una scuola, in un nuovo paese. -Sì, la chimica non fa per me. E nemmeno lo sport.- Si indica con una mano, accennando al fatto che è molto magro. Nonostante le sue spalle siano la metà Newt è alto quanto Thomas. -Siamo arrivati, l' aula è quella. Senti Newt, dopo c'è la ricreazione, ti va se ti presento i miei amici?- Thomas non sa se ne abbia già di amici ma cerca comunque di essere di aiuto. Prova un po' di tenerezza per il ragazzo nuovo, cerca di mettersi nei suoi panni. Newton annuisce: -Ok, ci vediamo dopo Thomas.- Entra nell' aula e Thomas continua a camminare verso quella di scienze. Ripensa all'accento del ragazzo, non è abituato a sentire un accento così e gli viene da sorridere. "speriamo che non lo prendano in giro per questo" pensa,  sorprendentemente gli sta già simpatico il novellino.  Entra nell' aula e prende posto vicino a Kate e Peter, i suoi migliori amici. -C'è un novellino signori.- Annuncia sedendosi sgraziatamente sulla sedia e lasciando cadere lo zaino accanto a lui. -Davvero? Com'è, carino?- Kate si toglie i capelli ricci dal viso e si sporge verso Thomas, improvvisamente interessata. Thomas ride e la spinge leggermente lontano da lui. -Non lo so se ti può piacere, te lo faccio conoscere dopo. Viene da Londra... sembra apposto.- Peter si gira mettendosi al contrario a cavalcioni sulla sedia, per guardare meglio Thomas in faccia. -Accento?- chiede, Thomas si aspettava quella domanda. -Accento forte amico.- Ride, intanto entra la prof e i tre si rimettono a sedere composti, pronti ad ascoltare la lezione sulle cellule. La classe di scienze è una delle preferite di Thomas, anche se tutte le materie sono meglio di storia con il Malan. 

Quando suona la ricreazione Thomas si è quasi scordato di aver dato appuntamento a Newt. Appena se ne ricorda, finisce velocemente di mettere i libri a posto e si precipita fuori, facendo segno ai suoi amici di seguirlo. -Arriviamo.- Lo avvisa Kate.  Appena esce vede che Newt sta parlando con la professoressa di lettere sullo stipite della porta. -Gli avevo detto che vi avrei presentati.- Dice quando sente Peter posargli una mano sulla spalla e Kate accanto a lui. Dopo un attimo, il biondo saluta la professoressa e nota subito Thomas dall' altra parte del corridoio. Gli fa un cenno con la testa e si dirige verso di loro. -Non mi avevi detto che si sono dimenticati di fargli le spalle da piccolo.- Kate sorride e Thomas le da una gomitata. -Non ti azzardare a dirlo davanti a lui, lo sai che non sopporto queste cose.- Guarda l' amica con un misto di benevolenza e di serietà. Prima che Kate possa ribattere, Newton è arrivato di fronte a loro. -Hey Thomas!- Thomas spera che non abbia sentito ill commento di Kate, da quando alle medie veniva "bullizzato" odia ogni tipo di insulto riguardo al fisico di una persona, qualsiasi cosa oltre il limite dello scherzo. -Hey, Newt, questi sono scema e più scemo.- Dice indicando i suoi amici. Peter lo sposta ridendo e tende la mano al biondo: -Piacere, sono Peter.- Si stringono la mano. -Io sono Newton, Newt.- Stringe la mano anche a Kate mentre si presentano e poi si sistema la borsa in spalla. -Allora, Newt come ci sei finito a Springfield?- chiede Thomas, moriva dalla voglia di saperlo. -Ah beh, storia classica, mio padre ha trovato lavoro qui, lo pagano il doppio di prima e non potevamo rinunciare e bla bla bla...- Newt guarda a terra, non guarda nessuno negli occhi. Kate propone di andare in cortile, per godersi le ultime giornate di Sole di settembre. Camminando i ragazzi scoprono che Newt ha 17 anni e che suona la chitarra. -Fico, anche io suono un pochino la chiatarra.- Thomas incrocia lo sguardo di Newt. Quello torna a guardare dritto davanti a sè, poi fa un' affermazione inaspettata: -Sapete, pensavo che non ci fossero persone normali in america, tipo voi. Da quello che sempre saputo, voi americani avete la reputazione di montati di testa, pare che stiate sempre a ubriacarvi e a fare a botte.- Sorride e per la prima volta guarda davvero i tre. -Beh, hai ragione, nei film sembra che siamo o tutti depressi o tutti scemi.- Kate fa spallucce mentre aprono la porta vanno nel cortile popolato di ragazzi. -A proposito, ecco il luogo perfetto per parlare di stereotipi.- Thomas fa vagare lo sguardo sui diversi gruppetti sparsi sulle panchine, a terra e sui prati. 

I quattro si siedono ad un tavolo vicino al muro, poi Thomas comincia a indicare a Newt un po' di persone. -allora, lo vedi quello? Al centro, con la felpa blu? Quello che intorno ha sempre gli amici scemi e tre galline?- Newt fa segno di si, poi si piega e prende una bottiglietta d' acqua dalla borsa. -Ecco, quello è il tipo che sta in tutti i film: il più poplare della scuola.- Fa un arco con le braccia e guarda in alto. -Spicciati, puzzone, abbiamo quindici minuti, mica tutto l' anno.- Peter apostrofa l' amico dandogli una pacca sulla spalla. Newt sorride e posa la bottiglia. -Va bene, si chiama Marcus e quelli intorno a lui sono la squadra di rugby, ovviamente. Le galline intorno sono le più popolari delle ragazze, Hannah e Kayla e qualche altra.- Newt guarda il gruppetto e Thomas i rende conto che magari a lui quella gente piace, ma continua perché quella è la sua opinione e non se ne vergogna. -Quelli nel prato, tutto a destra- indica un gruppo di ragazzi e ragazze seduti in cerchio a terra- sono ok, ci siamo anche abbastanza amici, molto hippie, tra loro girano un sacco di spinelli ma sono simpatici.- Newt sorride: - Ti prego, continua, questo discorso è illuminate.- Thomas ghigna e indica un gruppo di cheerleader in tuta gialla. -Loro sono le cheerleader, non so se ce le avete voi in Inghilterra, comunque sono un po' meglio come sono nei film, ma neanche troppo.- Kate prende il posto di Thomas e finisce di descrivere qualche altro gruppetto stereotipato. -Voi cosa siete esattamente?- chiede Newt, guardando i tre. Rispondono all' unisono: -Stiamo nel mezzo.- poi Peter dice: -No, loro stanno nel mezzo, io sono migliore.- Thomas gli tira una gomitata e bofonchia "il solito modesto". -Tu chi eri a scuola, Newton?- Kate sorride gentile, cercando di far sentire a suo agio il biondo, che risponde tranquillo:- Nella mia scuola a Londra non c'era tutta questa divisione, comunque io ero uno dei popolari mi sa, con il mio amico Adam giravamo sempre con la chitarra e lui cantava, però non eravamo così conosciuti come sembra che siano quelli del rugby. E per favore non chiamarmi Newton, odio già i  miei genitori abbastanza per avermi dato il questo nome senza che nessuno me lo ricordi.- Sorride anche lui, ma guarda il tavolo e non Kate, Thomas pensa che in effetti non deve essere così tranquillo e sicuro come appariva quando lo ha visto per la prima volta.

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