33. Shirtless

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(angst warning)
Thomas sorride, anche se sente l' imbarazzo scorrergli nelle vene al posto del sangue. Si porta in avanti, adesso è ginocchia contro ginocchia con Newt. Prende la sua mano calda, il biondo sorride. Thomas porta la mano libera sul suo collo, con un pollice sfiora la sua mascella, Newt chiude gli occhi. Newt muove il collo seguendo le carezze del moro, Thomas vorrebbe baciarlo, ma insieme non vuole rovinare il momento bellissimo che si è creato. Newt ha appena detto che vorrebbe togliergli la maglietta, Thomas vorrebbe che lui lo facesse. Newt apre gli occhi, guarda Thomas e sorride mentre inspira piano. Thomas non ce la fa più, si china in avanti a baciarlo. Solo labbra su labbra, una volta. Newt porta le mani sulle spalle del moro, scrocia le gambe e le porta su quelle di Thomas, sale con il bacino in modo da stare in braccio al suo ragazzo. Le mani di Thomas passano dalle sue guance ai suoi fianchi, passando per la schiena. Si baciano di nuovo a stampo, una volta. E poi ancora, due volte. E poi ancora, tre volte. I baci a stampo diventano baci lunghi, il respiro regolare diventa veloce, sono sempre più vicini. Le gambe di Newt sono allacciate ai fianchi di Thomas che per l' ennesima volta in quelle settimane sente il cuore eplodere. Thomas bacia Newt sul collo, forse intenzionato a lasciare il segno. Il respiro di Newt si mozza, come un singhiozzo. Thomas continua per un attimo, capita spesso che Newt sospiri in un modo simile. Ma in un modo simile, non così. Le mani di Newt smettono di scorrere sulla sua schiena. La mente di Thomas precipita nella più completa confusione. È questione di un solo secondo, un solo momento in cui Thomas realizza tutto quanto ancora prima di sentire una lacrima atterrare sulla sua maglietta. Non si sarebbe aspettato di sentire una lacrima che cade sulla pelle, ma in effetti é proprio come quando sente le gocce di pioggia, sente quel piccolo impatto chiaramente. Il suo cuore sembra smettere di battere. Perché Newt sta piangendo? Lascia stare immediatamente i baci sul collo e le mani sui fianchi. Si allontana quanto basta per vedere il viso di Newt rigato da una lacrima, il labbro inferiore tremolante. Si appoggia sulle mani indietro, non vuole più toccarlo. Sente un senso di stordimento che si impossessa del suo cervello. Newt si porta le mani al viso, cerca di asciugarsi le lacrime. Thomas cerca di inspirare ma non crede di esserne più capace. Newt si leva dalle sue gambe, si ritira spaventato all' angolo del letto, Thomas non fa niente per fermarlo, forse ha capito. Newt si abbraccia le gambe come per farsi più piccolo, nasconde la testa sulle ginocchia, trema. Thomas non sa quanto tempo sia passato, perde la cognizione del tempo. Pensa molto bene alle parole che sta per dire, ma il dubbio ormai lo stava consumando da tre settimane. Parla piano, con calma. Pensa al modo tremolante in cui Newt gli passa le mani sulla schiena, alla luce strana nei suoi occhi quando si rimettono le magliette. Lui pensava che fosse solo l' emozione, magari anche lui fa certi movimenti che a Newt possono dare preoccupazioni senza nemmeno accorgersene. Forse. Prende un respiro. -Newt, rispondimi solo si o no, adesso. La storia del succhiotto nella casa al mare, quella che mi hai raccontato, era tutta una balla?- Thomas si pente di averlo chiesto, non doveva insinuare che Newt gli avesse mentito. Però il dubbio ce lo aveva, non sapeva nemmeno da dove gli fosse venuto, ma c'era qualcosa che non era da Newt in quel racconto. Newt lascia un rumoroso singhiozzo, non si muove di un centimetro. Thomas vorrebbe abbracciarlo, ma non si muove. Aspetterà tutto il tempo che serve, ma vuole quella risposta. Probabilmente non avrebbe sentito la voce del suo ragazzo se non fosse stato attento al massimo. -Sì, Tommy.- Newt continua a non muoversi, Sembra così fragile e piccolo. Thomas accetta il colpo, ma il peggio viene dopo. 'E allora cosa ti prende quando scoppi a piangere mentre ci baciamo?' Pensa, potrebbe dirlo ad alta voce. Non sa che fare. Trema anche lui. Newt parla, sorprendendo Thomas. -Adesso vuoi sapere perché ho mentito, non é vero?- Ha la voce rotta dal pianto, un sussurro disperato. Thomas pensa che la risposta sia implicita, ma dice comunque di sì. Si muove, non totalmente consapevole di cosa fa, si avvicina a Newt, gli circonda un braccio con le spalle. Il tempo sembra fermarsi. Poi Newt crolla letteralmente fra le sue braccia, singhiozzando fortissimo, tremando. Thomas è molto confuso, tutto questo gli sembra impossibile. Newt si stringe a lui con una forza che Thomas non sapeva che avesse, continuando a piangere forte, il respiro mozzato. Il moro lo stringe un po', incerto. Newt continua così per almeno due minuti, piangendo incontrollato stingendosi a Thomas, che ha la pancia in subbuglio, i pensieri fermi, non riesce a pensare. Newt ricomincia a respirare piano, gradualmente riprende fiato, nonostante le lacrime continuino a rigargli il viso. Guarda Thomas con gli occhi più tristi che abbia mai visto. -Mi dispiace.- Dice in un sussurro. -Faccio schifo.- Thomas vorrebbe ribattere, ma qualcosa gli dice che se lo ferma adesso Newt non parlerà più. E lui deve sapere, quindi lo lascia continuare. Il biondo è fra le sue braccia, piccolo come a Thomas non è mai sembrato. La sua pelle improvvisamente fredda, le loro gambe vicine ma non incrociate, la schiena di Thomas al muro. -Sono una troia, Tommy.- Sembra un' affermazione normale, detta così. Come se stesse diendo "Sono biondo, Tommy.". Thomas perde un battito. Vuole urlare, dirgli che non è così. O forse sì? Cosa ne sa lui di cosa fa o cosa pensa Newt? Inspira tremolante, completamente stordito. Tutto questo gli sembra surreale. Newt ricomincia a tremare, ma continua a parlare, Thomas si sente morire ad ogni parola che il suo ragazzo dice. -Io sono una puttana, Tommy. Io non voglio che tu mi baci il collo, io non voglio che tu mi levi la maglietta, io non vorrei farti i succhiotti. Ma te lo lascio fare. Sempre. Faccio schifo, adesso lo sai anche tu. Sono una zoccola che si lascia fare tutto. Mi dispiace, non ti meriti me accanto. Adesso puoi picchiarmi, se vuoi. Poi buttarmi fuori. Smettere di parlarmi. Mi dispiace, mi scuso se ti ho fatto questo. Ma non potevo più tenermelo dentro. Non è colpa tua, tu sei normale. Io ti amo, ti amo con tutto il cuore, non volevo ferirti, avevo paura di farti arrabbiare o farti male. Ti prego, non sentirti uno schifoso, io ti conosco, so cosa pensi. Ma non è colpa tua, ti giuro. Sono io che faccio schifo. Grazie per avermi fatto stare bene queste settimane, per avermi fatto sentire amato. Grazie, Tommy, solo tu mi hai fatto venire voglia di vivere ancora un po'. Scusa se ti ho mentito, scusa se faccio più schifo di quanto potessi pensare. Mi dispiace di averti deluso, forse ti aspettavi di più da me. Ma la verità è che sono una puttana. La verità è che sono solo uno sfigato anoressico malato d' amore. Chissà quanto ribrezzo ti faccio adesso. Mi dispiace. Vorrei tanto essere normale. La verità è che lo facevo anche con Adam, anche con lui facevo la troia solo per averlo accanto e farmi confortare dai suoi sorrisi. Scusa, Tommy. Tu sei fantastico e bellissimo, sei un ragazzo dolce e intelligente e mi dispiace tanto di essermi innamorato di te. Se ti ho accollato il mio dolore. Se hai dovuto prenderti cura di me quando potevi solo uscire a divertirti. Adesso puoi smettere, però. Ti sto lasciando andare, capisco se non vorrai più vedermi. Mi farò vedere poco a scuola, non ti cercherò al telefono. Posso anche prendere l' autobus la mattina più presto così non mi dovrai vedere. Mi dispiace. Mi dispiace se con il mio modo di parlare e di essere ti ho fatto pensare di essere una persona migliore. Forse provi qualcosa per me davvero e scusa tantissimo se adesso ti farò stare male. Ma sappi che sto male anche io. Avanti, picchiami, baciami, fai quello che vuoi. Urla se ti serve, sarò qui a prendere tutti gli insulti. Tu mi hai reso felice, mi hai fatto tornare la persona che ero una volta. Accanto a te sembra più facile anche respirare. Spero che in futuro qualcun'altro potrà ricevere lo stesso amore che hai dato a me. Ti amo, Tommy, ma non voglio più nasconderti quanto faccio schifo, non voglio più che mi guardi in quel modo così amorevole quando non me lo merito. Sono una puttana. Magari questa volta ho imparato la lezione.- Newt scandisce le parole con calma, in contrasto con il suo corpo tremolante e i suoi occhi rossi di pianto.

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