capitolo 12

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"Usciamo?" Chiede Riccardo per poi posarmi un bacio sulla fronte
È da un'ora circa che siamo seduti accoccolati sul pavimento dello sgabuzzino.
"Nah" sussurro strofinando il naso sul suo collo. Ho sempre amato il suo profumo. Non è uno dei soliti del tipo menta, è un profumo tutto suo.
"Ci daranno per dispersi Ber"
Sbuffo.
"Pensi che se potessi non starei tutta la vita a coccolarti?" Chiede alzandosi e porgendomi una mano per invitarmi a fare la medesima cosa.
"Se devo rispondere a questa domanda in base agli ultimi otto anni risponderei che non vedi l'ora di levarmi di torno" rispondo alzandomi leggermente di più i pantaloni.
"Non ne parliamo, Ber" dice lanciandomi un'occhiataccia, come se tutto quello che ho passato sia causa mia.
"È difficile non parlarne. Se vuoi ricominciare tutto da capo probabilmente dovremmo discuterne" dico schietta, aprendo la porta e uscendo.
"Non ti basta ciò che ti sto dimostrando ora?" Chiede seguendomi
"Riccardo, non posso fidarmi ancora. A volte sembri un latin lover, mi preoccupa starti vicino. Ho paura di soffrire di nuovo" ammetto. In risposta giunge alle mie orecchie una risata che per me suona come musica. Amo la sua risata.
"Cosa ridi?"
"Rido perché mi hai dato del latin lover, sei seria Amber?" si passa una mano tra i capelli "cara mia, io non ci provo proprio con nessuna. Sono loro che ci provano con me" ammette vantandosi.
"Modesto" sussurro facendo roteare gli occhi ed avvicinandomi alla classe in cui tra una decina di minuti entrerò.
"Amber, tornando al discorso di prima" fa una piccola pausa "se parlassero di noi" si interrompe di nuovo ed io lo invito a continuare rivolgendogli uno sguardo "non rispondere decisa, racconta che a volte è così" alza le spalle.
Sorrido leggermente capendo cosa intende con quella frase: a volte è così.
In effetti ha ragione...
Ci capita di litigare e due minuti dopo ritrovarci a mangiarci la faccia a vicenda. Pazzesco.

Entro in casa con lo stomaco che chiede cibo.
Velocemente tolgo le scarpe, lancio lo zaino sul divano e mi dirigo in cucina pronta per addentare qualcosa di buono.
Giunta in cucina trovo mia madre seduta al tavolo. Mi guardo intorno cercando qualche pietanza gustosa ma a quanto pare non ha preparato nulla per me. Sta scherzando spero.
"E il cibo?" Chiedo con sguardo disperato
"Tu non fai il tuo lavoro, io non faccio il mio" risponde alzandosi e andando in salotto per poi sedersi sul divano.
Stranita da ciò che ha detto la seguo e mi posiziono davanti a lei con le mani sui fianchi.
"Puoi essere più chiara?" Chiedo con un'espressione confusa in volto
"Mi hanno chiamata dalla scuola"
Cazzo.
"Oggi hai passato solo due ore in classe su cinque" porta le braccia al petto "hai una spiegazione plausibile?" Mi guarda aspettando una risposta.
E ora che le dico?
Lascio passare qualche secondo per poi sedermi su una poltrona e rispondere molto vagamente "sono stata male" inizio a guardarmi in giro. Non sono mai stata brava a mentire, specialmente fissando la gente negli occhi.
"Fai schifo a mentire" dice guardandomi storto
"E va bene..." Sbuffo "sono girate parecchie voci che mi hanno scombussolata un poco, ma è tutto risolto ora" incrocio le gambe
"Che tipo di voci?"
"Mamma!" Esclamo con tono di rimprovero alzando gli occhi al cielo
"Che tipo di voci?" Ripete
"Voci su me e Riccardo"
"Sii più specifica, Amber"
"Ieri sera ci siamo baciati" mi blocco vedendo la sua espressione mutare varie volte. Da seria a sorpresa. Da sorpresa a maliziosa e da maliziosa a felice.
"Riccardo se l'è un po' presa ma poi abbiamo risolto" dico alludendo alle voci
"Vi siete baciati" esclama applaudendo fiera
"Io e Raffaella lo dicevamo fin da quando eravate piccoli che tra voi sarebbe nato qualcosa"
"Tu e la mamma di Riccardo vi montate la testa, tra noi non c'è e non ci sarà mai niente al di fuori dell'amicizia"
"Tesoro pensavo l'avessi capito ormai" mi posa le mani su una gamba e mi guarda negli occhi "l'amicizia tra uomo e donna non dura, prima o poi uno dei due si innamora, se non entrambi" dopo aver detto queste parole si alza e si dirige verso camera sua
"E io cosa mangio?" Chiedo non curandomi di ciò che ha detto in precedenza per il semplice fatto che io non la penso così
"Ci sono le lasagne in frigorifero. Mettile nel microonde"

"Usciamo?" Mi chiede per l'ennesima volta Eleonor
"Se la smetti di rompere sì" dico mettendo il vivavoce per stendermi più comodamente sul letto.
"Ti passo a prendere alle quattro, andiamo a fare shopping" annuncia entusiasta per poi chiudermi il telefono in faccia
"Okey" sussurro dubitando sulla normalità mentale della mia amica.

Alle quattro precise sento suonare il clacson sotto la mia finestra.
Velocemente scendo le scale, avviso mia madre dell'uscita e raggiungo Eleonor.

"Da quando metti il rossetto?" Chiede passando lo sguardo dalla strada a me e da me alla strada.
"Ehi, mi conosci solo da tre giorni, non puoi sapere come mi sistemo per uscire" dico scherzosamente
"Si ma non sembri una tipa da rossetto" ammette facendo una smorfia.
In effetti ha ragione, mi capita raramente di mettere qualcosa sulle labbra.

Giunte in centro, iniziamo a girare qua e là per i negozi fino a finire in Duomo a scattarci qualche foto carina a vicenda.
Dopo aver fatto parecchie foto, mi avvicino a Eleonor per vederle. Sono tutte molto belle. Mi piace il Duomo. L'ho sempre adorato. Da piccola obbligavo mio padre a portarmici. Ultimamente non lo posso fare per il semplice fatto che lui passa la maggior parte del tempo a lavoro per mantenerci e ciò mi causa molta malinconia. A volte mi piacerebbe poter tornare a qualche anno fa, quando tutto andava per il verso giusto.

Sia io che la mia amica alziamo lo sguardo. Io attirata dalla bellezza del Duomo, lei attirata da qualcuno.
"Amber, guarda un po' chi c'è là"
"Dove là?" Chiedo guardandomi intorno
"A ore nove" dice cercando di essere più specifica
"Ma sono solo le cinque" rispondo distratta guardando l'orologio
"Stupida donna" mormora facendomi girare nella direzione indicata in precedenza e sorrido vedendo Riccardo e un suo amico scherzare.
Probabilmente sentendosi osservato, il moro alza lo sguardo e lo incrocia con il mio per poi sorridere lievemente.
"Siete cotti entrambi" annuncia la bionda circondandomi le spalle con un braccio.

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Ecco l'aggiornamento giornaliero.
Ho notato che ci sono errori nei capitoli, appena finita la storia farò la correzione totale.
Intanto spero vi stia piacendo.

Volevo dirvi che nel frattempo, mentre quì sono al dodicesimo capitolo, ho inviato a una ragazza che ho conosciuto su un gruppo di Riccardo tutti gli altri 10 capitoli che ho scritto e lei è stata tanto carina. Mi ha detto che scrivo veramente bene e che alcuni capitoli la commuovono pure. Spero tanto di trasmettere queste emozioni a molta gente , sentirselo dire è veramente una soddisfazione.
Grazie a chi sta seguendo la storia
-nicole❤

"Dentro La Notte" [Riccardo Marcuzzo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora