Capitolo 22

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Clarke era nervosa e sentì un rivolo di sudore scorrerle lungo la tempia destra mentre si dirigevano a passo lento verso l'infermeria. Come avrebbe potuto dimostrare che era immune ai morsi degli erranti? Avrebbe rischiato di mandare tutto il loro piano a monte, compromettendo l'intera missione.

"Come siete sopravvissute tutto questo tempo da sole?" la voce di Spencer giunse alle sue orecchie all'improvviso, destandola dalle sue preoccupazioni.

Il ragazzo procedeva davanti a loro, con ancora le mani nelle tasche e si voltò leggermente per guardare nella loro direzione con la coda dell'occhio.

"Non siamo state sole tutto questo tempo" rispose Alicia accarezzando Costia che si era beatamente addormentata contro al suo petto, cullata dal suo respiro e dal lento incedere del loro passi.

"Avevate un gruppo?" chiese curioso Spencer.
"Sì, ma è una storia lunga" disse Elyza cercando di tagliare corto, il suo nervosismo le faceva percepire una smania nelle mani ed avvertiva un estremo bisogno di fumare una sigaretta.

"Immagino, come per tutti noi del resto" sul volto del ragazzo comparve un amaro sorriso, si voltò di nuovo in avanti, proseguendo.

"Ci siamo divisi dalla mia famiglia, loro sono andati a Houston" continuò invece Alicia.

"Come mai avete deciso di separarvi da loro?" Spencer si fermò un attimo, come sorpreso, poi continuò a camminare.

"Spero che riusciremo a riunirci un giorno, ma adesso abbiamo cose più importanti di cui occuparci" ammise Lexa.

"Più importanti della famiglia? Quindi credete davvero di poter trovare una cura a questa piaga?" chiese lui senza voltarsi, il suo tono lasciava trasparire tutta la sua titubanza a riguardo.

"Forse c'è una possibilità, per questo dobbiamo parlare con tua madre e con la dottoressa Martin" spiegò Alicia.

"Non potremmo evitare le formalità ed andare direttamente al punto? - chiese Clarke cercando di nascondere il suo nervosismo - credo che non ce ne sia davvero bisogno, stiamo bene e il tempo a nostra disposizione è anche poco".

"Da quando il mondo è finito, il tempo è anche troppo, quali impegni vi assalgono?" chiese lui.

Clarke non sapeva come rispondere, come avrebbe mai potuto spiegargli tutta la loro situazione? Era impossibile fagli capire anche solo in parte le motivazioni della loro urgenza.

Cercò una valida scusa, ma non ne trovò, la sua mente era concentrata soltanto sul morso, che cominciò a pulsare insieme al battito del suo cuore.

"Vorremmo dirigerci a Houston dopo, per riunirci con mia madre e mio fratello" spiegò Alicia sospirando.

Brava, così si fa. Pensò Clarke sorridendo nella sua mente.

"Capisco, io e la mia famiglia abbiamo avuto la fortuna di riuscire a rimanere tutti assieme e di trovare questo posto, stavamo tornando in Ohio, ma i militari ci hanno bloccato qui, dicendoci che ci avrebbero raggiunto, ma non l'hanno mai fatto" raccontò lui.

Il silenziò calò pesante e continuarono tutti e tre a camminare, Spencer come aprifila e le due ragazze dietro di lui.

"Eccoci, questa è l'infermeria" disse il ragazzo voltandosi e indicando loro un edificio che sembrava uguale a tutti gli altri. Evidentemente avevano riadattato un'abitazione a centro medico di fortuna.

Clarke lanciò un'occhiata a Lexa che la fissò negli occhi. Il verde smeraldo delle sue iridi riuscì a calmarla leggermente, quel tanto che bastava per farle passare la voglia di accendersi una sigaretta.

Through Apocalypses [Clexa \ Lexark]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora