Capitolo 26

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Alexandria 2150.

Lexa era seduta alla sua scrivania, come ogni mattina teneva in mano una fotografia, una vecchia polaroid consumata dal tempo, la capovolse e lesse nella sua mente: Alexandria, 2010.

Sospirò e guardò di nuovo l'immagine: ritraeva due ragazze con una bambina, sedute su un dondolo.

Una delle due ragazze era tremendamente simile a lei, i contorni del suo viso erano poco delineati a causa della scarsa qualità della foto, ma non era quello ad attirare la sua attenzione, la cosa che più la colpiva ogni volta era il blu degli occhi della ragazza accanto, sembravano fissarla dentro.

In qualche modo era come se quegli occhi la guardassero e sentiva una strana sensazione ogni volta che osservava quella foto, era come se quella ragazza fosse in un modo o in un altro legata a lei.

Non ricordava come avesse trovato quella fotografia, sapeva soltanto che da che aveva memoria, ogni mattina la guardava per qualche minuto e poi la riponeva nel cassetto della sua scrivania, in un diario, in modo che la luce non la rovinasse.

Per tutta la vita aveva inconsciamente cercato quegli occhi nelle persone vicino a lei, ma non li aveva mai trovati.

Lexa aveva avuto diverse relazioni, la più importante era stata con Costia, ma non era mai riuscita ad amare veramente nessuno, ogni volta ripensava a quegli occhi e si sentiva completamente rapita da loro.

Mentre era ancora intenta a guardare la fotografia qualcuno bussò alla porta.

Immediatamente ripose la polaroid nel cassetto e invitò chiunque fosse ad entrare.

Un uomo alto, con una folta barba nera e i capelli disordinati fece il suo ingresso nell'ufficio.

"Buongiorno Heda" disse lui.

"Buongiorno Gustus" rispose lei fredda. Quel giorno non era proprio dell'umore, non dopo tutto quello che era successo.

"La ragazza che hai fatto convocare dal tredicesimo distretto sarà qui domani" annunciò lui con riverenza.

"Bene, ti ringrazio"

A queste parole l'uomo uscì dalla stanza.

Lexa sospirò e si adagiò più comodamente sulla sedia, poggiando i gomiti sulla scrivania e sorreggendosi il capo con le mani.

Era stanca, essere a capo dei tredici distretti dello stato della Virginia non era facile, ogni volta c'era qualcosa che andava storto e ultimamente si erano formati dei gruppi ribelli a favore della soppressione degli zombie che però da diversi anni venivano impiegati per lavori utili.

Da quando l'epidemia, tanti anni prima, era stata completamente debellata, l'umanità aveva pensato di poter utilizzare gli zombie rimasti come lavoratori. Non era stato facile inizialmente, ma quando avevano capito che amputando loro gli arti superiori e togliendogli i denti non sarebbero stati più una minaccia, avevano cominciato ad utilizzarli per trainare i carri che trasportavano le merci da un distretto all'altro.

Erano abbastanza forti per poter trasportare pesi adeguati alla loro corporatura e visto quanto era dispendioso utilizzare il bestiame li avevano preferiti. Gli erranti non sentivano il dolore, né la fatica e non avevano bisogno né di mangiare né di bere. Minimo sforzo, massimo risultato.

Ma ultimamente non tutti apprezzavano tale usanza e soprattutto nel tredicesimo distretto una ragazza era a capo di un movimento rivoltoso.

Avevano manifestato più volte contro questa pratica, definendola una ingiusta barbarie contro degli individui che una volta erano persone con un'anima e dei sentimenti.

Through Apocalypses [Clexa \ Lexark]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora