Capitolo 12

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Il mini van stava procedendo lentamente, facendosi strada tra auto abbandonate e cadaveri in decomposizione e Alicia teneva la testa appoggiata al finestrino.

Nessuno parlava e il silenzio era interrotto solo dal fastidioso rumore del motore del veicolo.

May we meet again. May we meet again. May we meet again. Continuava a ripetersi Alicia nella testa, quasi come un mantra.

Quelle parole pronunciate da Elyza pochi minuti prima l'avevano colpita dritta al cuore. Era quasi come se avessero un significato più profondo e intrinseco di quello che poteva pensare. Le portavano alla mente come un ricordo, oscurato e nascosto nella sua coscienza più profonda. Da quando le aveva sentite pronunciare non riusciva a pensare ad altro, se non al dolce e triste sguardo di Elyza poggiato su di lei.

Mentre teneva il ciondolo stretto in una mano, Alicia si addormentò, cullata dal costante procedere della macchina.

Di nuovo piombò nei suoi strani sogni.

Elyza le premeva le mani sull'addome, in preda al panico. Alicia giaceva su un letto, ansimante e con un tremendo dolore che le attraversava il corpo.

"Andrà tutto bene, sta tranquilla, ok? Non ti agitare" cercò di rassicurarla.

Alicia poggiò una mano su quelle di Elyza, stringendole.

"Non aver paura..." le disse respirando a fatica, sentiva il sangue, caldo, scorrerle addosso.

"Starai bene, non ti agitare".

Elyza le strappò la maglia, scoprendole l'addome sanguinante, gli occhi colmi di angoscia.

Alicia cominciò a respirare sempre più affannosamente, sentiva delle fitte di dolore lancinanti. Aveva paura.

"Sta perdendo troppo sangue" disse Elyza cercando di ripulire la ferita. "Resta con me" sussurrò.

Un uomo, calvo e con delle vesti logore, stava preparando degli strumenti accanto a lei.

"Che diavolo è? - chiese Elyza allarmata - Titus, che stai facendo?"

"Titus" sussurrò Alicia mentre sentiva le forze abbandonare il suo corpo.

"Io posso curarti, ma tu resta con me!" Esclamò Elyza guardandola dritta negli occhi.

Alicia ricambiò il suo sguardo ed annuì, le lacrime cercavano di farsi strada attraverso i suoi occhi.

"Sta lontano da lei!" intimò Elyza fulminando l'uomo con lo sguardo mentre si avvicinava a Alicia.

Titus pose le sue mani intorno al volto della ragazza ansimante e sussurrò: "Perdonami Heda".

"Yu nou trana bash op Klark nodotaim nowe. Swega em klin" Alicia si sentì pronunciare quelle parole in una lingua che non aveva mai sentito prima, ma era esattamente in grado di comprenderla. Aveva appena chiesto a Titus di giurarle che non avrebbe più cercato di fare del male a Clarke.

"Ai swega em klin" promise lui con voce tremante e gli occhi colmi di lacrime e sensi di colpa.

Alicia chiuse gli occhi, arrendendosi al suo destino. Mentre una lacrima le scendeva lungo la guancia disse: "Den dula yu job op. Badan neson-de op kom we yu don badan ai op, Fleimkepa". Allora fa il tuo lavoro, servi il prossimo come hai servito me. Guardiano della fiamma.

Lui si scostò, mentre Elyza guardava la scena, preoccupata.

"Ehi, ehi - le disse - non osare arrenderti".

"Non mi arrendo, il mio spirito continuerà a vivere" ogni parola era sempre più dolorosa da pronunciare.

"No!" la interruppe Elyza con sguardo severo "Io non ti lascerò morire!"

Through Apocalypses [Clexa \ Lexark]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora