CAPITOLO X

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LEI

Sento gli occhi riempirsi di lacrime, non riesco a trattenerle, così scoppio.

Crollo sul divano ormai in preda al panico, portandomi entrambe le mani sul viso. Non so cosa intendeva Ryan con quella frase, ma ho la vaga impressione che si tratti di me. Il solo pensiero mi fa salire la bile in gola...

sento il rumore della serratura e di scatto balzo in piedi sulla difensiva. La porta si apre...

Mi guardo intorno per cercare qualcosa da poter usare come arma.

<Aiden...> riesco a malapena a sussurrare, è tornato.

Non appena mi vede getta le buste che ha in mano per terra e con aria agitata mi corre in contro.Inizia a fare passi sul posto, come se non sapesse cosa fare, ma poi si ferma...Mi mette le mani su entrambe le braccia e punta lo sguardo diritto nel mio.<Cosa è successo? stai bene? >

Non ho la forza di rispondere, continuo solo a piangere e singhiozzare senza sosta.

Mi prende la mano e mi fa sedere sul divano, prendiamo esattamente la stessa posizione in cui eravamo io e Ryan pochi minuti fa, solo che la scena si è capovolta.

Io sono sul divano e lui sulla sedia. Cerca di calmarmi... mi mette le mani sulle guance e fa per asciugarmi le lacrime.

<Shh, ci sono io adesso, è passato, sono qui...>

Dopodichè mi stringe tra le sue possenti braccia e mi accarezza lentamente la testa. In quel momento riesco a dimenticare tutto ciò che è successo... le parole di Ryan... tutto.

Non so da quanto tempo sono tra le sue braccia, con le lacrime che si placano mentre con gesti circolari passa la mano nei miei capelli. Lentamente si scosta, facendomi poggiare con la schiena sulla spalliera, e va a raccogliere le buste che ha lasciato a terra.

<Vuoi dirmi cosa è successo? è per la festa...è perchè ti ho lasciata da sola?>

cosa gli posso dire? che un ragazzo che abbiamo appena conosciuto si è precipitato in casa e oltre ad avermi spaventato, ha lasciato dietro di se caos e dubbi? Va bene, meglio mentire...

<Ho cercato solo di ricordare ciò che è successo prima di risvegliarmi ieri mattina, ma... continuo a non ricordare nulla e... e mi sono innervosita.>

Sono una pessima bugiarda, lo riconosco.

<Ah va bene, è passato giusto?>

Se l'è bevuta, oppure... non vuole pressarmi, lo apprezzo.

<Si, grazie, fortunatamente adesso ci sei tu.>

Abbassa la testa per non guardarmi, forse ho detto qualcosa di male... prende dalla busta un pacco di biscotti e una scatola di un qualcosa... non capisco cosa sia, allora inizio ad avvicinarmi.

<Cos'è questo?>

<Sono pop-corn, ho preso anche un film... avevo pensato di vederlo questa sera, che ne dici?

Film? pop-corn? se gli dicessi che non ho mai fatto una cosa del genere non mi crederebbe, quindi meglio che lo tenga per me.

Annuisco e lui con un sorriso a trentadue denti mi fa segno di avvicinarmi. <Mi vuoi aiutare a prepararli?>

<Certo, ma io... io non so come si faccia> ammetto con molto dispiacere, ma sembra che avesse voluto proprio questa come risposta. Inizia a ridere di gusto e io lo seguo. Devo ammettere che quando sorride ed è così spensierato... è davvero un bel ragazzo. I suoi occhi brillano ancora di più del solito...

<ti aiuto io tranquilla>.

Inizia a dare comandi del tipo: prendi la pentola, prendi l'olio, e così via.

Tra una risata e un'altra, finalmente sono pronti questi fantastici pop-corn, secondo me sono davvero buoni, hanno un profumo pazzesco. Tutta la stanza è immersa in quest'odore, e nel suono delle nostre risate...è un oasi di pace.

Mi siedo sul divano con in mano il recipiente, nel frattempo lui va ad accendere la TV, e inserisce il cd.

Sono una pasticciona, non gli ho chiesto neanche come è andato il colloquio di lavoro...

<Aiden, volevo chiederti... solo come è andato il colloquio>, si volta nella mia direzione.Ed ecco il nostro solito sguardo-fulmine.

<è andato molto bene grazie.> Fa un sorrisino compiaciuto.

< Mi hanno accettato, i miei lavori sono piaciuti al direttore. Inizierò tra qualche giorno.>

Ricambio il sorriso <ma è fantastico...>

Non finisco la frase che presa dalla stanchezza sbadiglio.

Mi accorgo che Aiden ha finito e si sta dirigendo verso la camera da letto.

Sto per alzarmi quando lo vedo sbucare con un plaid dei cartoni animati, lo guardo e arrossisce.

<Mia madre ha voluto che lo portassi qui con me...avevo solo quattro anni quando me lo regalarono lei e...mio padre.>

Mi accorgo che c'è qualcosa che non va, perchè quando ha nominato il padre, la voce gli si è incrinata...decido di non proferire,nel caso voglia parlarne lo ascolterò. Non voglio fare l'impicciona.

Sistema la coperta sulle nostre gambe, poi prende un tavolino dal centro della stanza e ci poggia i piedi; con un gesto della testa, mi invita a fare lo stesso.

Inizia il film.. si intitola "Titanic". Sono buoni questi pop-corn, sono salati e fanno "crack" quando li addenti. Ogni tanto noto Aiden girarsi per vedere la mia espressione, sembra che lui abbia già visto questo film. Intanto, il tempo scorre...

La storia parla di una ragazza fidanzata e un ragazzo che ha vinto dei biglietti per salire su una prestigiosa nave, li si incontrano e...

...si innamorano...e...


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