CAPITOLO XXIX

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LEI

Sono appena passate le 12:00 e degli altri nessuna novità.
Siamo qui giù solo io e Diana che è seduta sul marciapiede davanti a me con i gomiti sulle ginocchia, mentre è intenta a guardare il traffico di macchine che ci passano dinanzi.
Mentre Celeno, che era scesa con noi, si è allontanata con quel dannato cellulare tra le mani.
Quanto tempo ci vuole per farsi una doccia?
Io ne avevo maledettamente bisogno, dopo ore di viaggio, una bella doccia fredda ci voleva. Ho anche lavato i capelli che ho lasciato bagnati e raccolti in una treccia.
<Deianira la smetti di camminare su e giù per il marciapiede? E la finisci di mangiucchiarti le unghie, che altrimenti ti esce il sangue> mi dice Diana, mentre mi segue con lo sguardo. Non mi ero neanche accorta, fino a questo momento, che sono molto nervosa.
<Vieni, siediti qui e aspettiamo> picchietta la mano sul pavimento e mi invita a sedere accanto a lei.
<Vuoi dirmi perché sei così nervosa o dobbiamo giocare agli indovini?>
<In realtà non so per quale motivo, ho soltanto un brutto presentimento> dico alzando lo sguardo dalle mie unghie torturate.
Non mi ero mai accorta che la sua aura sta facendo un piccolo cambiamento. Giusto al centro di questo rosso fuoco c'è un piccolo spiraglio di colore arancione.
<Cosa guardi?> dice voltandosi guardandosi le spalle.
<In realtà stavo vedendo che la tua ehm... anima sta cambiando colore>
Fa una faccia un po' stupita e poi dice: < In che senso la mia anima sta cambiando colore?>
<Sai vero che riesco a vedere le anime? La tua fino un giorno fa era rosso fuoco, adesso è come se si stesse aprendo uno spiraglio giusto al centro di un arancione scuro> le dico disegnando un cerchietto proprio davanti il suo cuore.
È difficile spiegare ciò che vedo.
Come se un'ombra li seguisse e solo io la riesco a vedere. È la loro definizione della vita, e credo che cambiando colore significa che dentro di lei sta cambiando qualcosa.
E da come ho capito va dal più scuro al più chiaro, nell'ordine dell'oscurità.
Più cose brutte hai fatto, più il colore è buio e tenebroso. Mentre se hai fatto del  bene o come nel caso di Aiden più sei puro, più i colori sono limpidi e chiari.
<Sai anche per quale motivo?> mi chiede.
<In realtà credo che sia una cosa che devi sapere tu, forse c'è qualcosa del tuo passato che sta ritornando, non so...riaffiorando dal cassetto dei ricordi>
<Si, credo sia proprio questo> non l'ho mai vista così insicura, come se avesse paura o vergogna di parlarmi, ma poi qualcosa la convince.
<Sai io sono cresciuta con solo mia madre, perché la leggenda che si narra su di noi è vera. Di solito le Amazzoni non hanno un padre o fratelli ma vivono su una sorta di cittadella di sole donne e ci alleniamo, per raggiungerla devi passare attraverso il mare.
Mia madre, la regina, si innamorò di un giovane che ci portava i viveri e con lui ebbe una fantastica storia d'amore, ma non potevano restare insieme per un lungo periodo. Si vedevano una volta ogni due settimane. Dal loro amore siamo nati io e mio fratello. Si, ho un fratello gemello il cui nome è Carter, mia madre l'ha tenuto nascosto nella nostra fortezza fino all'età di otto anni, quando doveva essere affidato a mio padre e crescere con lui. Una notte al compimento del nostro ottavo compleanno, mio padre venne a prendersi mio fratello. Sceso sulla terra venne a salutare mia madre, prendendola in braccio e a darle un bacio, mentre io salutavo il mio amato fratello. Mio padre mi consegnò questo> dice indicando il suo arco <È stato il suo primo ed ultimo regalo, perché quella notte mentre gli uomini della mia vita erano sull'imbarcazione, la nave venne capovolta da una serie di onde trasportando mio padre e Carter negli abissi. Fortunatamente mio fratello riuscì a salvarsi, probabilmente grazie a  mio padre, ma lui affondò nelle profondità dell'oceano> si asciuga una lacrima che le scorre sulle guancia destra.
<Ricordo le urla strazianti di mia madre, che si buttò in mare alla ricerca di mio padre. Ma non trovò niente, solo le sue lacrime salate che si mescolavano con quelle del mare. Le sue urla portarono tutte le Amazzoni ad affacciarsi su quella scogliera e a scoprire il segreto di mia madre: Carter.
Inutile dire che lui fu spodestato e mandato sulla terra ferma, lontano da noi. Da quella tragica notte, non lo vidi più anche se scambiavo più lettere con lui, che parole con il resto del mondo. Siamo rimasti molto legati finché un giorno non ebbi più sue notizie, così andai alla sua ricerca e scoprii che si era alleato con il nemico.>
Questa tragica storia l'ha fatta chiudere in una sorta di limbo, lei e tutte le sue emozioni.
Non mi sarei mai aspettata una storia simile.
Mi fa un sorriso e guarda dietro di me.
Seguo il suo sguardo, così mi giro anche io.
Stanno scendendo le scale proprio in questo momento, Ryan e James che stanno chiacchierando animatamente. Ma essendo ancora un po' distanti non riesco ancora a coglierne il concetto.
Diana si alza e anche io faccio lo stesso, si sistema arco, frecce e scudo sulle spalle e poi si aggiusta la tuta nera.
<Ti ho detto che non devi interferire nella sua vita, sei stato via troppi anni per definirti qualcuno per lui!> dice Ryan quasi urlandogli contro.
<Adesso basta ne discuteremo in seguito> conclude James quasi non volendo far sapere niente agli altri.
Di cosa staranno parlando? Qualcosa mi dice che parlano di Aiden.
A proposito, chissà perché Aiden non è con loro.
<Ragazzi siete pronti a partire, abbiamo molto da fare!> gesticolando e urlando Celeno si sta avvicinando.
James si è posizionato accanto a me, mentre Ryan è andato davanti a Diana e stanno parlando molto a bassa voce.
<Ovviamente lei deve sempre dare ordini...> sento questo sussulto provenire da James, ma subito si volta dall'altro lato, come se non avesse detto nulla.
A volte diventa davvero strano e la sua aura mi da sempre una brutta impressione.
<Ci stanno aspettando delle macchine per arrivare al Partenone. Ci vogliono solo trenta minuti, forza andiamo!> ci incita Celeno.
Tutti si voltano verso di lei ed iniziano a camminare.
<Fermi tutti! dov'è Aiden?> dico.
<Stava facendo la doccia quando sono sceso, ma non so perché ritarda così ...> mi dice Ryan, che sembra perplesso, probabilmente non ci aveva fatto caso.
Il brutto presentimento sale sempre di più e questo sesto senso mi porta a girarmi verso l'hotel, verso la camera dei ragazzi la cui finestra affaccia sulla strada.
Probabilmente mi sbaglio, sarà sicuramente una svista, ma non ci penso due volte che già sono sulle scale dell'hotel per raggiungere la camera di Aiden.
<Aiden! Aiden! Apri la porta> inizio a bussare fortemente alla porta e ad urlare il suo nome affannosamente.
Ryan che è riuscito a tenere il mio passo, dice:<Fa provare me>
Inizia anche lui a bussare e a dire di aprirci ma dall'interno non si sente assolutamente niente.
Inizia a salire  sempre di più l'ansia, mentre il mio cuore batte all'impazzata.
<Ryan fa qualcosa, ho paura!>
<Si, adesso ci penso io> mi parla distrattamente e si guarda intorno alla ricerca di qualcosa.
Non trovando niente si prepara con una braccio piegato e la mano sopra la spalla, prende una rincorsa e da una serie di spinte nella porta fin quando la porta non regge più e si spalanca.
Ryan mi fa spazio e io di corsa entro in camera.
Non c'è niente di strano, probabilmente sarà nel bagno.
Busso un paio di porte alla porta e una volta che Aiden continua a non rispondere, giro la maniglia e apro la porta.
È disteso supino sul pavimento.
È di un bianco cadaverico ed ha solo un asciugamano intorno alla vita. I suoi capelli sono bagnati e gocciano sul pavimento.
Mi avvicino a lui e mi siedo sulle ginocchia accanto a lui.
<A...Aiden> balbetto, mentre delle lacrime iniziano a scivolarmi sulle guance arrossate.
Gli metto una mano sul petto e l'altra dietro la testa, sollevandogliela leggermente.
Sembra non prendere coscienza.
Nel frattempo alle mie spalle, sono arrivati tutti gli altri che hanno formato un semicerchio attorno a me e Aiden.
Ryan si mette accanto a me e mi guarda negli occhi, spostandomi lentamente la mano da dietro la sua testa e prendendola lui tra le braccia.
Sento la voce di Celeno che dice: <È solo svenuto...cercate di alzarlo, e buttategli un pò di acqua fresca sul viso> si avvicina a me che sono impalata li davanti.
<Tesoro tranquilla, si riprenderà presto>
Mi alzo con la testa in un vorticoso giro di parole, eventi , emozioni.
Mi allontano da loro e mi avvio verso il letto matrimoniale al centro della stanza e mi siedo sopra.
Si, è solo svenuto dicono... ma solo perché non vedono ciò che vedo io.
<Sta bene, è solo un mancamento stai tranquilla> non mi ero accorta che stavo fissando il pavimento, incassandomi sempre di più nel letto, quasi volessi rientrarci dentro e nascondermi, mentre Diana continua a parlarmi.
<Non è solo questo vero?> faccio con la testa di no, sempre tenendo gli occhi fissi per terra.
Spero solo che non è come penso...
<Come sapevi che c'era qualcosa che non andava?>
<io...io lo sapevo, anzi io l'ho visto. È stata la sua anima a chiamarmi, è stata lei a dirmi dove fosse e che c'era qualcosa che non andava, brillava, era luminosa>
<Mi stai dicendo che la sua anima è stata capace di chiamarti e chiedere aiuto?>
Alzo gli occhi arrossati dalle lacrime e guardo Diana, annuendo debolmente.
James e Ryan gli hanno sollevato un poco la schiena da terra, mentre Celeno gli spruzza acqua sul viso e lo schiaffeggia.
Inaspettatamente, Aiden e si alza di sbotto e inizia ad urlare come un pazzo. Le urla gli escono dal profondo, come se fosse appena tornato dall'inferno. Respira affannosamente, vedo il suo petto alzarsi e abbassarsi a ritmo molto accelerato. Ha gli occhi sbarrati e quasi le pupille vogliono uscire fuori dalle orbite.
Celeno gli prende il viso tra le mani <Shh, shh... non è niente, ci siamo noi>
Vedo, anche se da lontano, il colore della sua pelle che si riprende e il respiro che diventa nuovamente regolare. Inizia a guardarsi intorno mentre chiude la bocca che aveva ancora spalancata.
È spaventato, lo leggo dai suoi occhi.
James e Ryan gli infilano un braccio sotto le braccia e si cingono il collo con le sue, issandolo delicatamente.
Diana si mette davanti a me e mi poggia le mani sulle ginocchia. Si abbassa alla mia altezza per guardarmi negli occhi.
<Non è una cosa tanto grave...>
<Se riuscissi a vedere la sua anima... ti giuro che riuscirebbe ad allarmarti tanto...> dico continuando a guardare il corpo di Aiden o meglio dire, senza staccare gli occhi dalla sua anima.





ANGOLO AUTRICE:
Siamo ormai quasi giunti al termine della nostra storia. Speriamo che fino a questo capitolo vi stia piacendo perché confidiamo molto nel vostro parere♥️
A breve ci sarà la pubblicazione di un altro capito, la scuola non è ancora finita per questo pubblichiamo solo una volta a settimana. Speriamo che questo vi piaccia!♥️

COLLAPSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora