CAPITOLO XV

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LEI

Il sapore di quelle labbra... Le sue labbra.
Quel miscuglio di menta e zucchero che mi ha scombussolato i pensieri.
È stata una cosa del tutto inaspettata; io ero andata da lui solo per chiedergli di prestarmi la sua maglia, ma i nostri visi erano così vicini che sentivo il suo respiro caldo, tanto da riuscire a respirare la sua stessa aria.
La sua mano che mi accarezzava il viso, i suoi occhi che si perdevano nei miei...
Due pozze verdi nelle quali mi sono persa sin dal principio.
Le nostre bocche si sfioravano facendomi volare con l'anima; che nel frattempo si era completamente staccata da me.
Riuscivo a vedere la scena da fuori; eravamo come la statua di amore e psiche, incrociati in un abbraccio totalmente disperato mentre le nostre bocche si cercavano non volendosi lasciare mai...

Un incessante bussare alla porta mi fa aprire gli occhi...
Sono tra le sue braccia, distesa sul divano.
Giusto, ieri sera non riuscivo a dormire e gli ho chiesto se volesse stare con me sul divano e lì ci siamo addormentati.
Vedo Aiden che mentre impreca si alza dal divano per andare verso la porta.
Dalle luce che penetra dalla finestra mi accorgo che è appena l'alba.
Si sta avviando alla porta grattandosi la testa e stiracchiandosi, mentre ogni passo scricchiola nel silenzio della casa.
<Chi diavolo è a quest'ora?> dice mentre apre la porta: <Celeno? Cosa fai...>
Lei entra diretta in casa mentre io mi metto a sedere.
Aiden resta lì a fissare il corridoio, e con un'espressione sconvolta si gira nella mia direzione e mima con la bocca un "cosa vuole ?"
Io, con un'alzata di spalle, aspetto che Celeno arrivi dinanzi a me.
<Forza, preparate i bagagli che dobbiamo partire immediatamente.>
Partire? Dove dobbiamo andare alle cinque del mattino?
<Non siamo più al sicuro qui, dobbiamo andare via. Stanno venendo. Forza!>
Inizia a gesticolare e ad andare verso la camera di Aiden.
<Dolcezza dove hai i tuoi vestiti? Ah sì eccoli!>
Mi alzo e corro in suo soccorso.
Prende un borsone da sotto il letto di Aiden e inizia a buttare tutte le cose alla rinfusa.
Vedo i miei jeans neri e le magliette comprate da poco, quella blu, la bianca...
Da lontano sento Aiden che urla:
<Ryan! Anche tu qui? Ma cosa...>
Mi affaccio per capire cosa stesse succedendo e vedo Ryan sulla porta che guarda nella mia direzione mentre sulla spalla ha un borsone blu.
<Mi dispiace amico, tocca venire anche a me... È una cosa più grande di quanto immagini.>
Celeno, che nel frattempo ha finito di preparare le "mie " cose, fa cadere il borsone a terra e mi lancia una felpa di Aiden.
<Caro credo che tu debba muoverti altrimenti ti lasciamo qui.> dice rivolta ad Aiden e lui, anche se contrariato fa ciò che gli ha detto.
Mi metto la felpa di Aiden che mi va come una sorta di vestitino, è nero e ha il cappuccio; mi arriva sulle ginocchia e al di sotto ho soltanto un paio di shorts.
Adoro mettere i suoi vestiti perchè riesco a sentirne l'odore e questa cosa mi fa sentire al sicuro, a casa...
Ryan, come se fosse a casa sua, chiude la porta e si siede sullo snack della cucina preparandosi la colazione.
Aiden esce dalla porta del bagno e vedendolo mi accorgo che è realmente infastidito, mentre Celeno è sempre intenta ad usare quel cellulare.
Ma con chi può mai parlare a quest'ora?
Finita la chiamata Celeno ci chiama in rapporto, così andiamo tutti verso il centro della cucina.
<Allora ragazzi è il momento di andare, dobbiamo arrivare a cinque ore di distanza da qui e...> Aiden va a prendere le chiavi della macchina ma Celeno lo ferma.
<No ragazzo, guiderà Ryan per tutto il tragitto.>
<Per quale motivo io non potrei guidare, non sono capace?> vedo la rabbia prendere il sopravvento in lui e mi dispiace che sia finito anche lui in questa situazione.
Ma Celeno senza neanche risponderlo lo supera e usciamo di casa, mentre Aiden sbuffa molto irritato.

Devo dire che questo viaggio promette bene!

Entrati in macchina, io e Aiden ci posizioniamo sui sedili posteriori mentre Ryan è alla guida con Celeno accanto, che continua imperterrita ad usare quel cavolo di telefono.
Aiden mi prende la mano fra le sue, come per dirmi "io ci sono".
Pensandoci non abbiamo proprio parlato del bacio, non abbiamo avuto tempo; ho paura che si sia pentito, e che da un momento all'altro possa andare via.
Questa cosa mi ucciderebbe, ho bisogno di lui.
Nel momento in cui superiamo il cartello che ci avverte che siamo arrivati al confine di Vancouver, mi volto verso di essa e vedo i palazzi farsi sempre più piccoli dietro di noi.
Celeno si gira verso di me, guarda le nostre mani intrecciate e da un'occhiata di sottecchi a Ryan che nel frattempo ha lo sguardo fisso sulla strada.
Irritata dal suo gesto stringo ancora più forte la sua mano, che lo porta a guardarmi, che nel frattempo stava guardando la strada scorrerci accanto.
<Allora è il momento di darti delle spiegazioni!> mi dice Celeno mentre mi fissa dritta negli occhi, con uno sguardo molto duro e serio.
Spiegazioni, realtà...forse posso uscire da quest'oblio che ha portato dentro di me questa storia.
<So che la situazione in cui ci troviamo adesso ti sta portando preoccupazione, insicurezza e paura, ma sappi che c'è una spiegazione a tutto, che in questo momento non posso darti perché devi arrivarci da sola pian piano. Non puoi immaginare il dolore che è per me...> volta la testa dall'altro lato e mi accorgo che c'è qualcosa che non va, è triste.
<Tutto ciò che è successo e succederà è stato già prescelto dal destino, noi siamo soltanto delle pedine e le avventure sono soltanto degli episodi che loro creano per noi. Ma tu puoi cambiare tutto ciò, tu... sei speciale.>
<Io cambiare le cose...come?> le chiedo.
<Puoi! Tu puoi! Adesso lascia che ti faccia chiarezza su ciò che stiamo per fare.
A me è stata affidata una missione, ma non sono stata capace di portarla a termine; avevo una pergamena che dovevo portarti, la quale ti avrebbe aiutato a riacquistare la memoria più in fretta e ad agire più velocemente, ma mentre ero sulla strada verso di te,"lui" mi ha attaccata.>
Questa donna mi conosce... Conosceva me anche prima che io perdessi la memoria.
La pergamena? Ma...allora la donna nel mio sogno era LEI.
Credo che sul mio viso in questo momento ci sia un'espressione sconvolta.
<Chi è lui?> le chiedo perplessa.
Lei abbassa la testa pensando a cosa debba dirmi.
<Lui vuole il tuo male e io non posso dirti qual è la sua vera identità, ma ti prometto che noi insieme lo sconfiggeremo.>
Mi prende le mani e continua:
<Adesso quello che dobbiamo fare, anzi devi fare, è trovare la pergamena perché sei l'unica che può prenderla e capire ciò che è scritto sopra, perché è indirizzata a te. Io avevo la possibilità solo di fartela avere, una volta persa non posso più vederla e come me anche chiunque altro. In questo momento stiamo andando in una casa nel bosco che è del padre di Ryan.
Vicino a quel bosco l'ho persa, ma di sicuro con la pioggia e il vento si sarà spostata.>
C'è stata una strana intesa tra Celeno e Ryan quando ha nominato il padre, quasi come se Ryan non lo volesse far sapere.
Aiden non si intromette durante tutto il discorso, è soltanto accanto a me dandomi supporto e non ha detto niente quando Celeno ha preso le mie mani sottraendole alle sue.
Passiamo il resto del viaggio in silenzio, con una musica in sottofondo molto rilassante, talmente rilassante che cado in un sonno profondo. Ma prima che potessi iniziare a viaggiare con la mente, sento parlare una voce lontana, si forse quella di Ryan, sussurrare: "Devi dirglielo, solo tu puoi aiutarla a ricordare.."

COLLAPSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora