CAPITOLO XXVIII

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Cosa si fa quando si pensa al futuro? Bhe io non lo so, la mia vita è cambiata dall'essere monotona... a essere un salto nei libri di storia. Chi avrebbe mai pensato che gli Dei esistessero davvero, esseri onnipotenti che avevano tutto il mondo tra le mani, oppure meglio dire hanno. Per non pensare al fatto che, si, mi sono follemente innamorato di una ragazza che non è come me, ma che è decisamente me.

Il suo passato che pian piano risale a galla, come se fosse affondato molto in profondità sovrastato da una pietra, e adesso quella pietra è stata tolta, riuscendo a far risalire il tutto. Mi domando, e se quelgiorno non fossi partito? Adesso Deianira dove sarebbe? Nelle mani di Catanitus, oppure, se non avesse riscontrato il suo passato e avesse ricominciato da capo? Ma mi accorgo che questa è solo una lunga illusione, è una dea, non poteva non scoprire chi fosse.
Ma la cosa importante è cosa è per me? Vale la pena lottare per un qualcosa che può frantumarmi il cuore in mille pezzi? Nella vita si deve rischiare per ritrovarsi probabilmente o con tutto o con... niente?

Io non faccio parte del suo futuro, lo hanno detto tutti...persino mio padre, che ancora non ho capito come sia collegato con tutto ciò, e se andasse via da me, per altri scopi?
I miei dubbi, i miei infiniti dubbi, risalgono a galla, passando in rassegna la mia insicurezza avuta durante tutta la mia esistenza.
Sono insicuro, lo sono sempre stato. Questa cosa me la sono portata dietro per anni, adesso basta...

<Hey Aiden, sei sveglio?> una leggera carezza sul braccio, mi sta lentamente, forse troppo lentamente portando alla realtà circostante.
Vedo tutto sfocato, come se fossi appena sceso dalle nuvole. Sono in aereo in viaggio per la Grecia, chi lo avrebbe mai detto che da un giorno all'altro, da non essere uscito mai di casa mi ritrovo a trasferirmi e successivamente a scappare. Si, perché è quello che stiamo facendo scappare dal nostro nemico che ci vuole tutti morti e decrepiti.
Un suono metallico mi arriva ovattato alle orecchie: <Passeggeri, è il vostro comandante che vi parla, ci scusiamo per l'imminente disagio, stiamo per andare in contro ad una turbolenza. Vi chiediamo la massima collaborazione, di restare calmi ed allacciate la cintura di sicurezza, nel giro di un paio di minuti, sarà tutto finito> mi volto verso Deianira che si sta agitando, lo noto dal modo in cui si guarda intorno.
<Deia, guardami è tutto apposto, passerà in meno di un minuto> le prendo le mani e le stringo tra le mie accarezzandone il dorso.
Mi perfora con il suo sguardo che sembra addolcirsi.
Inizia anche lei a stringermi la mano.
<Grazie...> mi sussurra dolcemente.
Mi allungo verso di lei e prendo a chiuderle la cintura di sicurezza. Appoggia una mano sulla mia, nel punto in cui si chiude la cintura. Mi volto verso il suo viso ed... è cosi bella. Lascio la cintura e le metto le mani sul viso. Una che le fascia la nuca e una che le accarezza la guancia.

Ho bisogno di lei, di sentire il suo odore, le sue labbra calde, il suo sapore.

Ma mentre le nostre bocche stanno per incontrarsi in un posto in cui sarebbe stato difficile tornare indietro, l'aereo inizia ad ondeggiare, così mi affretto a chiudere la mia di cintura e appena finito riprendo la mano di Deianira che, nel frattempo, è impallidita dalla forte paura.
Il pilota aveva ragione, il tutto è durato meno di un paio di minuti.
<La turbolenza è appena finita> la voce metallica continua <Vi chiediamo di non slacciarvi cinture di sicurezza perché ci prepariamo all'atterraggio>
<Visto? È tutto finito> dico.
Durante il volo non abbiamo incontrato gli altri.
Solo quando atterriamo vedo in lontananza James che ha una faccia verdastra, forse soffrirà il mal d'aereo, Celeno che, da quando siamo partiti non ha smesso di usare il telefono, e anche adesso sembra intenta a massaggiare con foga; Ryan che trascina, con difficoltà, sia la sua di valigia che quella di Celeno, e infine Diana, che è sempre indifferente al mondo che la circonda.

Deianira inizia ad aumentare il passo per andargli in contro, ma io rimango indietro. Mi sento un po' strano, ho un leggero stato d'ansia che mi fa voltare lo stomaco, mi sento come in una bolla, chiuso, mi manca l'aria nei polmoni, come se avessi bisogno di respirare. Probabilmente sarà il jet lag.

COLLAPSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora