CAPITOLO XIX

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LEI

Sento due chiodi perforarmi le tempie.
Ho gli occhi troppo pesanti, le mie palpebre mi vietano di aprirli.
C'è un odore talmente brutto che mi viene quasi da vomitare, sento la bile salire su per l'esofago arrivando a farmi avere un sapore acido in bocca.
Vorrei portarmi la mano sul naso per non respirare ma il mio corpo è intrappolato!
Apro gli occhi e vedo ciò che mi blocca...
Sono seduta su di una sedia di legno che scricchiola ad ogni mio movimento; le mie braccia e le mie gambe sono legate molto strette che iniziano a tremare, provocandomi un formicolio che sale su per la spina dorsale...le mie ali!
Posso usare quelle per liberarmi, forse hanno abbastanza forza da strappare le corde... no non posso!
Sono anch'esse bloccate da un qualcosa di metallico; è una lastra incastrata sotto le mie braccia, sulle mie scapole.
Ciò mi fa pensare che loro conoscono cosa sono capace di fare!
Inizio a guardarmi intorno per vedere se posso usare qualcosa per liberarmi. Ma sono nel bel mezzo del nulla.
Degli alberi si stagliano sulla mia vista e alle mie spalle c'è una casa, l'ho vista nel momento in cui ho controllato cosa mi opprimeva. La casa è di legno ed è molto malandata, penzolante da un lato.
Come sono arrivata qui?
Ricordo di essere rientrata in camera dopo essere stata fuori con Aiden.
È stata una serata davvero inaspettata. Il mio primo volo voluto realmente da me, sono riuscita ad usare le ali anche senza l'aiuto di Celeno. È stata una bella sensazione di libertà, sentivo di doverlo fare, ne avevo bisogno tanto quanto...quel bacio!
Ci siamo baciati ed è stato fantastico, un miscuglio di emozioni che si erano impossessati di me. Le sue labbra bagnate, del sapore del lago, che accarezzavano delicatamente le mie. Lui, che con il suo corpo mi riscaldava sotto la luce della luna. E i nostri cuori che battevano all'unisono. Era tutto perfetto fin quando non è arrivato Ryan!
Ero arrabbiata nera ma Aiden stava decisamente peggio di me. Non riusciva a mantenere la calma, infatti ho creduto per un minuto che quasi gli saltava addosso. Vedevo le vene pulsare dalla rabbia e gli occhi infuocati, ma fortunatamente sono riuscita a calmarlo. La cosa che però continua a riaffiorarmi nella testa è la frase detta da Ryan. Ha detto che io e Aiden non potevamo stare insieme perché lui non era previsto nel mio destino e adesso poteva essere solo una distrazione dall'obiettivo finale. Ho paura di ciò che provo per lui, non ho mai provato niente di simile ma...non posso trascinare anche lui in questa baraonda di pericoli che sta travolgendo la mia vita. Chissà perché sembra che tutti sappiano qualcosa tranne me; come fa a dire certe cose, lui non sa niente dei miei sentimenti. Ma devo ammettere che c'è qualcosa che mi dice che forse è la verità... è troppo sicuro di se e sincero per mentire su una cosa del genere.
Poi ricordo di essermi appisolata e un rumore forte mi ha svegliata, la finestra si era spalancata e il freddo nel frattempo era penetrato nelle ossa. Non sono riuscita a vedere in volto il mio rapinatore perché subito mi ha messo sulla bocca un fazzoletto con dell'acido narcotizzante che mi ha fatta addormentare.
Poi mi sono svegliata qui, legata ad una sedia, nel bel mezzo del bosco, con la testa dolorante e a penzoloni.
Il sole ormai è sorto e i raggi del sole cercano invano di riscaldarmi, ma il mio corpo continua a tremare. Avevo detto ad Aiden che non mi sarei mossa da li, chissà come ha reagito alla mia assenza, se se ne sia accorto.
Il suono di passi, che proviene da dietro gli alberi, attira la mia attenzione.
Ho ancora la vista abbastanza offuscata, quindi faccio fatica a guardare bene. Sembra tutto calmo, ma il mio sesto senso mi dice che qualcuno si sta nascondendo. <Esci fuori e fatti vedere!> urlo.
Da dietro un albero, come avevo previsto, esce un ragazzo.
È alto e muscoloso, con i capelli neri come il carbone e gli occhi anch'essi neri che assomigliano a quelli di un predatore, da cui non lascia trasparire alcuna emozione. Indossa dei pantaloni di jeans neri, una T-shirt e un berretto che gli copre fino a metà fronte.
Resto in silenzio ad osservare le sue mosse, con aria di sfida, mentre lentamente inizia a girarmi attorno. Dopo avermi squadrata da capo a piedi, si inginocchia davanti a me mettendosi faccia a faccia.
<Quindi tu sei la tanto ricercata Deianira...non puoi immaginare cosa abbiamo passato per trovarti, finalmente adesso sei qui!> si toglie il berretto, per poi passarsi una mano nei capelli per aggiustarseli. <Chissà cosa avrai di tanto speciale> dice facendo spallucce e facendo passare il suo dito indice sulla mia mandibola.
<Chi sei e cosa vuoi da me?> grido quasi, con la speranza che ci sia qualcuno nei dintorni che possa sentire la mia disperazione, <Liberami immediatamente!>ringhio.
<Oh calma il tono tesorino, che qui sono io quello in vantaggio> dice ripetendo il gesto di prima ma questa volta soffermandosi sulle mie labbra. Prendo coraggio e raccolgo la poca saliva che ho, essendo disidratata e con tutto lo sdegno gli sputo sul viso. Subito si porta entrambe le mani sul viso imprecando.
<Dannata ragazzina come ti permetti!> fa per alzare una mano per aggredirmi, così giro la testa e chiudo gli occhi per attutire il colpo. Ma non riesce a colpirmi perché qualcuno, che è apparso da dietro di lui gli blocca la mano.
<Fermati! A lui serve viva.> lascia la mano del compagno, che nel frattempo per la rabbia continua a dire parole sottovoce allontanandosi, poi viene alle mie spalle per stringere ancora di più le corde.
Quest'altro ragazzo è un po' più basso di quello di prima ma altrettanto robusto. Ha gli occhi chiari e i capelli scuri, mi ricorda tanto Ryan anche se non ha niente a che vedere con lui e il suo comportamento.
<Ahi, mi fa male!> dico riferendomi alle corde troppo strette. Si avvicina al mio orecchio e con un sorriso accennato e malvagio mi sussurra: <Cara mia questo non è nulla di ciò che dovrai patire, le pene dell'inferno saranno una passeggiata a confronto !>
Non ci vedo più dalla rabbia, devo scappare assolutamente, prima che possano farmi realmente male, prendo forza e gli do una testata dritta sul naso, per allontanarlo. Inizio a dimenarmi per cercare di allentare il nodo, ma è troppo stretto.
Viene di nuovo davanti a me e vedo che con il colpo sono riuscita a fargli sanguinare il naso.
Cerca di tamponarsi con la mano mentre il flusso continua a scorrere.
Nel frattempo è ritornato l'altro ragazzo per soccorrerlo.
Ora mi guardano entrambi con aria minacciosa.
<Basta, portiamola via, ora ci divertiamo!> afferma in tono minaccioso rivolgendomi un finto sorriso.
Come faccio ora?
Afferrano dei coltelli dal retro dei loro pantaloni e iniziano ad avvicinarsi...
Ho il respiro affannoso, sono in preda al panico e ho paura. Continuo a dimenarmi, quasi senza forze, ma devo continuare a tentare.
Mi mettono le mani sulle spalle per immobilizzarmi.
<No, no lasciatemi!> le mie urla sono fuse ai miei singhiozzi.
<Sta ferma e non ti accadrà nulla... o almeno non ancora> dice il ragazzo alla mia destra sghignazzando.
In questo momento l'unico mio pensiero è rivolto ad Aiden, a lui che non è qui e che mi manca come l'aria nei polmoni. Devo combattere non solo per me stessa, ma lo devo a lui, per tutto ciò che ha fatto per me.
Sento l'adrenalina scorrermi nelle vene, una scarica di elettricità mi attraversa il corpo, adesso mi sono stancata!
<Basta!>.
Con tutta la forza che ho, incalzo il piede sul terreno nel quale affonda.
Sento tutta la natura rientrare nel mio corpo, tutto mi sta aiutando: il terreno, l'aria, gli alberi, il cinguettio degli uccelli, tutto si sta riunendo all'interno di me, nella mia anima!
Con urlo che esce dalle mie viscere, il terreno inizia a tremare.
I sassolini sul terreno saltellano come in preda ad un terremoto.
Trema sempre più forte! Come diavolo ho fatto?
Non è il momento giusto per pensarci i miei avversari giacciono sul terreno, sono caduti perdendo l'equilibrio, ed io devo scappare.
Inizio a strattonare le corde e fortunatamente grazie alle vibrazioni sono riuscita ad allentarle.
Le strappo via e mi alzo, inizio a correre. Mi volto per vedere se sono riusciti a prendere conoscenza.
Si stanno alzando con i volti sconvolti, non se lo aspettavano sicuramente! Se è per questo neanche io!
<Dobbiamo prenderla, altrimenti Cat...>
<Zitto imbecille! Alzati e corri!> dice l'altro stoppando la sua frase, cosicché da non farmi capire il nome del mio reale nemico.
Sono riuscita a superarli di un po', addentrandomi tra gli alberi. I miei piedi si spingono oltre da soli. Non pensavo di essere cosi veloce. Vorrei poter volare, ma non ci riesco, mi sento bloccata, penso mi abbiano fatto qualcosa.
Sento il cuore in gola, per la paura di essere di nuovo presa.
Mi giro per guardare alle mie spalle, non sono dietro di me...
All'improvviso urto violentemente qualcosa di duro, ritrovandomi a terra. Mi porto le mani sul viso per smorzare il dolore dell'urto. Sono supina sul terreno con gli occhi rivolti al cielo.
<Tutto bene signorina?> dice un uomo entrando nella mia visuale.
È un uomo di mezza età, avrà al massimo quaranta anni, e li porta davvero bene. Ha gli occhi molto, molto chiari quasi non si vedono le pupille, confondendosi con il cielo. I capelli sono brizzolati ai lati e verso l'alto si scuriscono. Lungo tutta la guancia ha una cicatrice. Per la sua età è molto muscoloso e scolpito, ha indosso dei pantaloni marrone scuro e una camicetta a quadri, sembra essere venuto per fare una passeggiata.
Mi offre la mano per rialzarmi e io accetto volentieri.
La mia ansia è cresciuta ancora di più, è possibile che così gli abbia dato modo di raggiungermi.
<Mi deve assolutamente aiutare, due uomini mi stanno seguendo ed io... ho paura che mi raggiungano, mi vogliono fare del male, per piacere...> dico afferrando le sue braccia.
<Certo tranquilla, ti aiuto io!> dice guardandosi attorno, <Ricordi da dove sei venuta?>.
<No, in verità no, però è una casetta non molto lontana da qui, è in legno a due piani con un piccolo cortile davanti. È in possesso di...> in realtà non conosco il cognome di Ryan.
<...Ryan>. Quasi come un' illuminazione mi risponde:<Conosco quella tenuta.>
Annuisco e così iniziamo a camminare.
Non ha fatto parola ne di come sono vestita, perché sembro essere appena uscita da un film horror, ne perché quei due mi seguivano. Lo ringrazio per questo.
Dopo aver camminato per un po' mi accorgo che questa parte del bosco mi è familiare. È quella dove sono stata la sera prima.
<Ci stiamo avvicinando, conosco questo luogo!> dico con molta euforia.
Lui mi fa un piccolo sorriso e continuiamo. Sto cercando di vedere se riesco ad orientarmi per lasciar andare quest'uomo, ma in realtà essendo che l'ultima volta sono tornata in volo non ho idea di dove andare.
Mentre stiamo camminando rimango incastrata con i capelli nel ramo di un albero <Aspetta ti aiuto io!> immediatamente, aiuta a liberarmi restando con la mia ciocca tra le dita. È quella blu...
Guarda prima la ciocca poi guarda me. Si schiarisce la voce, lasciando la ciocca libera.
<Dai andiamo che siamo quasi arrivati a casa, manca poco! Non sei al sicuro qui fuori...> aumenta sempre di più il passo, permettendomi di restargli dietro, ma non facendomi ribattere.
Può essere che anche lui sappia cosa sono? Oppure era soltanto curioso della mia strana ciocca?
Credo che anche questa abbia una spiegazione perché è un mio segno particolare.
Immersa nei miei pensieri non mi rendo neanche conto che siamo arrivati a destinazione.
Si avvia avanti lui e bussa alla porta...
Ad attenderci c'è Ryan che istantaneamente impallidisce e resta a guardare il mio salvatore negli occhi. Lo vedo irrigidirsi...
<Papà?>.






ANGOLO AUTRICE:
Chi saranno mai questi due ragazzi che hanno rapito Deianira?
È venuta a conoscenza di un altro potere, ce ne saranno altri?
È chi è questo misterioso sconosciuto che l'ha accompagnata a casa?

A breve l'uscita del ventesimo capitolo. Intanto fatemi sapere cosa ne pensate.♥️

Quasi dimenticavo, il vincitore del sondaggio per decidere il volto di Ryan è:

Quasi dimenticavo, il vincitore del sondaggio per decidere il volto di Ryan è:

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Francisco Lachowski

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Tra poco sceglieremo anche il volto di Celeno.
Restate sintonizzati ♥️

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