Capitolo 9

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"Perché mi pensavi?" domando.
"Ora non fasciarti la testa, intesi? Non ci troviamo in un film adolescenziale, perciò non cercare la risposta nel fatto che io sia segretamente innamorato di te" ci tiene a precisare.
"Non pensavo di farlo" ribatto.
Sorride.
"Molto bene" commenta.
"In realtà stavo pensando a te perché mi hai molto stupito, sette giorni fa" afferma lanciando in aria ed afferrando al volo ripetutamente una mela che non ricordo di avergli visto in mano prima.
"A parte la storia del tuo essere tornata mortale e tutto il resto" liquida il tutto con un gesto della mano " mi aspettavo che andassi subito a casa a piagnucolare dalla tua amica Leila" dice.
"È per questo che ti ho seguita e sono stato appostato in giardino tutto il tempo, pronto a squarciarti la gola non appena avessi fatto il mio nome" racconta.
Il mio cuore inizia ad accelerare il suo battito .
Un assassino è rimasto in ascolto per ore sotto a casa mia proprio mentre io dicevo a Leila di non aver bisogno della sua protezione.
È spaventoso.
"...Ma tu hai detto e fatto esattamente il contrario di quanto mi aspettassi" continua.
"Quindi mi hai dato modo di pensare abbastanza" conclude.
"....Senza considerare che vorrei scoprire qualcosa di più sul tuo conto.
Continui ad affascinarmi parecchio" mi osserva.
"...Paranormalmente parlando, si intende. Non prendo delle sbandate per delle umane" afferma con convinzione.
"Io una volta l' ho fatto, quando ero immortale" mi ritrovo a dire.
"Sul serio?" domanda come se fosse la cosa più insensata del mondo.
E in effetti lo era.
"Sì,ma lui non ricambiava" rispondo.
"Sei di nuovo seria?" chiede .
"Già" annuisco.
"È la prima volta che sento una cosa del genere e scusami, ma mi fa parecchio divertire " si porta una mano alla fronte mentre ride di gusto.
"...È la reazione più comune dei vampiri ai quali lo racconto" ammetto.
"Beh, non faccio fatica a crederci" replica ancora con il sorriso stampato in faccia.
I suoi denti sono incredibilmente bianchi e i capelli biondo cenere gli incorniciano il viso alla perfezione.
È come se il tutto fosse accentuato, quando sorride.
"Comunque non pensare che io sia depressa per questo" dico accennando un piccolo sorriso a mia volta.
"...Non più, almeno" aggiungo.
"Hai trovato altro pane per i tuoi denti?" domanda addentando la mela.
"Oh, la battuta è stata involontaria" realizza.
"No, è semplicemente passato tanto tempo. Credo che lui sia morto" ci penso su per un attimo.
"Addirittura?" domanda Leonard.
"Ne sono quasi certa. Ad ogni modo, non è più un mio problema" scrollo le spalle.
"Capito" annuisce lui.
"Beh, questa storia è comunque sempre più assurda" commenta.
"...E tu perché mi pensavi?" domanda subito dopo, cogliendomi di sorpresa.
Si avvicina improvvisamente a me e riecco le palpitazioni a mille.
"Perché mi volevi uccidere" rispondo.
"Quindi hai paura di me" trae le sue conclusioni avvicinandosi al mio collo.
I suoi occhi si velano di scuro , il suo viso viene marcato da occhiaie violacee ed ora posso vedere chiaramente i suoi canini.
"....Si" rispondo con un filo di voce.
"È esattamente quello che devi fare" dichiara, poi sparisce nel nulla.
Mi guardo attorno.
Nemmeno la sua ombra. Sospiro di sollievo e dopo un momento riprendo a correre,ma questa volta verso casa. Dopo essermi fatta una doccia mi siedo alla scrivania con davanti il mio computer. Voglio scrivere una mail alla professoressa: qualcosa di scritto nero su bianco è molto meno intercettabile di un pensiero o di una chiacchierata,per un vampiro.
Inoltre non farò il nome di Leonard: sono intenzionata soltanto ad elencare una serie di motivazioni per le quali sarebbe meglio non tenere quella famosa lezione.
Dopo aver riletto il mio elaborato più e più volte premo finalmente il tasto invio.
La risposta non tarda ad arrivare : la donna è decisa ad esporre le sue argomentazioni alla classe domani mattina.
E vuole che io vada a scuola ad aiutarla,anche per capire meglio il suo metodo di lavoro, a detta sua.
Mi prendo la testa tra le mani. Non posso fare altrimenti.

La mattina successiva mi sveglio presto e mi vesto con calma. Mangio una brioche insieme a del latte macchiato, poi avverto Leila del fatto che sto uscendo di casa e mi incammino verso la scuola.
Oggi niente auto: c'è un sole troppo caldo per sprecare il momento all' interno di una macchina. Giungo all'interno dell'edificio e percorro le scale.
Provo una sensazione d'ansia a ripensare a ciò che è accaduto quando sono stata qui l'ultima volta. Raggiungo la classe dove si trova la donna e faccio il mio ingresso. "Eccoti, Autumn" mi sorride lei.
Gli studenti mi salutano quasi in coro. "Buongiorno a tutti" ricambio il gesto gentile. Mi siedo accanto all'insegnante,che inizia subito a parlare.
"Oggi discuteremo di un tema affascinante : il mito dei vampiri" introduce l'argomento.
Tra qualche reazione entusiasta e qualche sbuffo, nel complesso la notizia viene accettata positivamente dalla classe.
"Non vi sottoporrò ad un noioso itinerario storico di fonti o cose del genere,anche se non nascondo che fosse la mia idea iniziale " ammette. "Vorrei andare dritta al punto : chi sono per voi i vampiri ? E credete nella loro esistenza ?" domanda agli alunni.
"Oh, Autumn, puoi partecipare anche tu" mi sorride.
Cerco di trattenermi per un istante, poi il mio istinto di sopravvivenza ha il sopravvento.
Alzo la mano.
"Sí?" mi invita a parlare.
"Per me i vampiri sono degli essere mitologici. Sono capolavori letterari e cinematografici, sono creature affascinanti e soprattutto letali" guardo l' insegnante.
"...Ma non esistono" affermo con chiarezza guardando gli alunni.
"Non esistono, e credo che non valga nemmeno la pena di starne a parlare . Avrebbe senso tenere una lezione sulle fate? O sugli elfi? E sulle sirene? No, ed è la stessa cosa con i vampiri" continuo.
"Beh, questa è la tua opinione" osserva l' insegnante.
"E dovrebbe essere anche quella di chiunque altro" ribatto.
"Io non vorrei sembrare scortese, davvero" aggiungo subito dopo " ma mi sembra così assurdo tutto questo discorso" maschero il mio nervosismo con una risata falsa.
La donna mi guarda.
"C'è qualcuno che vorrebbe aggiungere qualcosa?" chiede ai ragazzi.
Nessuno si esprime.
"Bene" sorride " allora credo sia il momento di farvi ascoltare che cosa ha da dirci una persona molto interessata all' argomento che si è gentilmente offerta di affiancarmi durante questa lezione singolare" afferma.
"Vieni pure" guarda qualcuno all' esterno dell' aula.
Pochi secondi dopo Leonard fa il suo ingresso nella classe.

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