Capitolo 7

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Mi sento il cuore andare in gola.
Una persona coraggiosa avrebbe affrontato la situazione di petto.
Forse.
Non lo so, perché quando smetti di essere un vampiro perdi anche quel grandioso coraggio e la voglia di conquistare il mondo.
Hai solo paura di essere dissanguato da uno di loro.
Senza dire una parola faccio marcia indietro e corro verso le scale.
Mi guardo le spalle soltanto una volta .
Sono quasi sul primo gradino,quando Leonard mi compare davanti all' improvviso ed io finisco dritta contro il suo petto duro come il marmo.
"Prendiamo l' ascensore" mi sorride maliziosamente.
Non ho nemmeno il tempo di urlare che mi ritrovo chiusa nel minuscolo spazio di un' ascensore insieme a lui.
Mi catapulto verso la tastiera appesa al muro per premere un tasto qualsiasi, ma lui la sradica da esso con un gesto veloce e la lancia ai miei piedi.
La guardo incredula.
Sono in trappola.
Forse per spirito di sopravvivenza indietreggio fino a ritrovarmi con le spalle al muro.
So che non c' é via d' uscita,ma era un gesto che mi sentivo di fare.
Lui mi affianca e mi sposta i capelli neri ed ondulati su un lato del collo.
Sto tremando.
"Autumn..." pronuncia il mio nome facendomi rabbrividire.
"C'è qualcosa che mi incuriosisce in te...che mi incuriosisce in maniera inspiegabile" dice.
"Tanto per la cronaca,trattenere il respiro non diminuisce l' odore del tuo sangue. È comunque straordinariamente buono" mi fissa con i suoi occhi verdi.
Mi sento un nodo alla gola.
Sto per morire.
Dopo quasi due secoli di vita.
"Che cosa vuoi da me?" mi ritrovo quasi a piangere.
Se fossi ancora una vampira e mi trovassi al posto di Leonard mi ucciderei da sola.
Odiavo quando le mie vittime iniziavano a piagnucolare.
...Ora invece le comprendo.
Lui in tutta risposta sorride.
"Come può l' unica umana che io abbia mai conosciuto a sapere dell' esistenza dei vampiri, domandarmi cosa voglio da lei?" mi domanda divertito.
"Ho soltanto molta fame" scrolla le spalle con serenità.
"...A questo punto sarebbe stato più sensato chiedermi perché io abbia scelto proprio te tra tutte le persone di questa scuola, ma penso anche che tu conosca già la risposta. È da ieri sera che penso al sapore del tuo sangue" mi fissa il lato del collo libero dai capelli "e come ho detto prima, mi incuriosisci" aggiunge.
Non riesco più a sopportare un terrore tale sulla mia pelle.
Non provo altro che paura.
Panico puro.
"Uccidimi in fretta" mi ritrovo a dire.
Non ricordo nemmeno di avere mai pensato a questa frase.
Lui si mette a ridere.
"Ti prego" continuo fissando un punto davanti a me.
"Non so gestire la paura. Sto malissimo. Quindi facciamo in fretta" sposto lo sguardo su di lui.
Le sue occhiaie si stanno marcando secondo dopo secondo.
"Passa subito all' arteria, morirò in un attimo" continuo.
Lui corruga la fronte.
"Cioè tu stai spiegando a me il modo in cui dovrei ucciderti?" mi guarda incredulo, mentre i suoi occhi si fanno di un verde più scuro.
"Farei in questo modo con tutte le mie vittime,se potessi tornare indietro, ma nessuno me lo ha mai chiesto" dico.
Il terrore mi sta facendo parlare a vanvera.
"...Mentre io ti sto supplicando: fa che sia veloce" lo imploro di nuovo.
Lui si passa la lingua su uno dei canini appuntiti, poi mi guarda con più attenzione.
"Cosa hai detto?" solleva un sopracciglio.
Io non rispondo più.
Non ne ho la forza.
Lui scrolla le spalle .
"Sai che c'è? Non mi interessa" sorride, poi mi afferra per i fianchi e mia attira con forza verso di lui.
In un attimo mi fa piegare il collo di lato, a suo piacimento , e si prepara ad affondarci i denti.
"Facevo allo stesso modo" trovo la volontà aggiungere.
Macabramente comiche, come ultime parole da pronunciare prima della propria morte per mano di un vampiro.
Sento addirittura il suo fiato sul collo.
E poi all' improvviso più nulla.
Lui mi allontana di qualche centimetro e mi guarda.
"Che cosa facevi allo stesso modo?" domanda.
"Uccidere gli umani" rispondo.
"Sei un' assassina?" chiede.
"Lo sono stata. Ero uguale a te" affermo.
Lui continua ad osservarmi incredulo.
Piano piano le sue occhiaie spariscono, gli occhi tornano del loro colore naturale.
È visibilmente confuso.
"Eri una vampira?" domanda.
"Cambierebbe qualcosa? Uccidimi" sbatto le palpebre in fretta, ancora preda di un terrore indescrivibile.
Lui continua a guardarmi con quegli occhi verdi, profondi, pericolosamente affascinanti.
Le armi segrete dei vampiri si contraddistinguono sempre.
"Cambia che non ti ucciderò e non uscirai da qui finché non mi avrai spiegato di che cosa diavolo stai parlando " afferma.
"È una tortura gratuita" ribatto.
"Avresti il coraggio di discutere con me?" mi si avvicina.
Riesco a scorgere i suoi canini anche mentre parla normalmente.
Deglutisco.
"Ho centocinquantotto anni" confesso infine.
"Sono nata nel 1860 ed ho vissuto diciotto anni nella normalità prima di essere trasformata in un vampiro nel modo in cui tutti abbiamo sperimentato la faccenda" spiego.
"Sei stata morsa" dice lui.
"Sì" confermo io.
"Sono stata una vampira per centotrentotto anni" lo guardo negli occhi.
"...E non sono stata una di quelle che si dispera per il fatto di esserlo. Mi sono goduta ogni secondo" ammetto per la prima volta da quando il mio cuore batte ancora.
"...Due anni fa è successa una cosa ed eccomi qui.  Sto invecchiando ancora.  Ho vent'anni addesso. E come avrai notato sono indiscutibilmente umana" concludo il mio macabro resoconto.
Lui sembra essere sbalordito.
"Ma come è possibile?" corruga la fronte.
Fisso un punto indistinto.
"Che cosa è successo due anni fa?" domanda.
Continuo a non rispondere.
In un attimo la sua mano è stretta attorno al mio collo, e i miei piedi non toccano più terra .
Vengo sbattuta contro la parete metallica dell' acensore.
"Non te lo chiederò una terza volta" afferma.
I suoi occhi sono tornati ad essere più scuri.
"Ho ucciso il vampiro che mi ha trasformato" rispondo con un filo di voce.
Lui molla la presa ed io cado a terra rumorosamente.
Leonard si accovaccia sulle ginocchia per potermi guardare in faccia mentre mi parla, mentre io cerco di mettermi seduta dopo la caduta.
"E hai perso la tua immortalità?" domanda incredulo.
"Sì, esatto" confermo.
"Ero la persona più felice del pianeta mentre il suo sangue bagnava la mia gola" ricordo ancora come se fosse accaduto un' ora fa.
"Come ti ho detto prima, io convivevo con piacere con la mia situazione, ma detestavo l' idea che ci fosse qualcuno là fuori ad aver avuto il potere di costringermi ad essere una persona che non ho scelto di essere di mia spontanea volontà" continuo.
"E più di un secolo dopo l' ho rivisto.
Ci siamo incontrati ad una cena di lavoro" spiego.
"L' ho riconosciuto subito, e lui ha riconosciuto me.
Ha iniziato a mostrare interesse per la splendida ragazza che ero diventata ed io ho deciso di sedurlo. A fine serata l' ho sorpreso alle spalle.
Gli ho staccato la testa" affermo.
Leonard continua ad ascoltarmi con espressione accigliata.
"Poi ho bevuto il suo sangue. Così,  per puro gusto" aggiungo.
"Mi sono addormentata. Al mio risveglio il mio cuore batteva" concludo.
È la prima volta che trovo il coraggio di raccontare la storia intera.
Non mi sento bene.

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