Capitolo 16

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Il mattino seguente vengo svegliata dal rumore del giornale che sbatte contro la porta di ingresso.
Il ragazzino che consegna i quotidiani non è mai stato molto delicato.
Mi avvolgo nella mia vestaglia azzurra e mi dirigo verso l' entrata principale.
Nel mentre mi massaggio le tempie : avverto un forte mal di testa, oggi.
Apro la porta e raccolgo il giornale dallo zerbino.
Mi dirigo in cucina per prepararmi una tazza di caffè, e quando mi siedo al tavolo per gustare la mia colazione mi intrattengo leggendo il quotidiano.
In prima pagina l' immagine di una scena del crimine , con tanto di poliziotti , curiosi e persone in lacrime presenti nella foto.
Il racconto proposto dagli autori parla di un morso di un animale feroce.
Scuoto la testa.
Spiegazione più facile da fornire da quando esistono i vampiri a questa parte.
Pare che sia stato ucciso un ragazzo di nome Max.
Avverto un brivido lungo la schiena.
I vampiri sono davvero ovunque in questa città.
Sospiro profondamente prima di continuare a leggere.
Si parla di un cadavere totalmente dissanguato, gettato come spazzatura sull' asfalto.
Corrugo la fronte.
È terribile.
Mi accingo a bere un sorso di caffè, quando una fitta dolorosissima mi colpisce la testa.
Chiudo gli occhi, tramortita dal male improvviso che avverto.
Appoggio la tazza fumante sul tavolo e cerco di placare il fastidio limitandomi a restare un momento immobile .
E poi, mentre ancora tengo gli occhi chiusi, una visione : un flash, qualcosa di istantaneo.
Nella mia mente si fa largo l' immagine del cadavere di Max ai miei piedi, poi una rapida sensazione riguardante Leila.
Forse una discussione.
Quando riapro gli occhi rimango senza fiato.
Il dolore è stato micidiale, sto sudando .
Ho il respiro affannato.
Sorseggio un po' di caffè, poi mi alzo per aprire una finestra e prendere un po' d' aria.
Una volta in piedi vengo colpita una fitta ancora più forte della precedente.
Cado per terra in ginocchio con la testa tra le mani.
Di nuovo delle immagini nella mia mente: due ragazzi su un panchina, un vampiro, la visione della città dall' alto di un tetto.
Mi ritrovo a gattonare verso la finestra.
Faccio per allungare una mano in direzione della maniglia, quando inizio a sentirmi veramente molto male.
Vengo colta da una tosse improvvisa, fastidiosa, mi fa bruciare la gola.
E poi, quando penso che peggio di così non potrei stare, mi tocca ricredermi: finisco con il rigettare sangue .
Una visione orribile, da film dell' orrore.
Non riesco a fermarmi .
Ben presto il pavimento di casa mia diventa paragonabile a quello di un macellaio.
Vedo rosso ovunque: sulle piastrelle, sui miei vestiti, sulle mie mani.
Inizio ad andare in iperventilazione.
Sono vittima del panico più totale.
Devo chiedere aiuto a qualcuno.
Tento di alzarmi e di correre in salotto a recuperare il telefono, ma scivolo sul disastro che io stessa ho causato.
Mi sento di nuovo male.
Adesso anche il pavimento dell' anticamera è compromesso.
Cado per terra, di nuovo.
Non posso chiedere aiuto a Leila dopo averla appena lasciata tornare alla sua vita.
Così mi sforzo con tutta me stessa di pensare all' unico vampiro che conosco a trovarsi in città : Leonard.
Libero la mente da ogni pensiero, mi concentro solo su di lui.
Rischio la vita .
Ma se dovesse avvertire i miei pensieri e raggiungermi, sarei disposta anche ad accettare la morte piuttosto che questo dolore insopportabile.
Attendo quelle che mi sembrano ore, seduta sul pavimento.
Poi sento la porta aprirsi.
Sollevo la testa e guardo verso l' ingresso, incapace di tenere gli occhi completamente aperti per via del dolore.
"Avanti" dice da solo il vampiro, entrando liberamente in casa mia.
"So che non ti farà piacere questa visita, ed è anche giusto, il punto è che mi stai irritando parecchio con tutti questi pensieri incessanti" afferma, poi svolta l ' angolo.
Si blocca all' improvviso, guardando me e la visione orripilante che mi circonda.
"Porca puttana" mormora, facendo scorrere i suoi occhi verdi su ogni centimetro della mia abitazione.
"Aiutami" singhiozzo spaventata .
Lui mi guarda corrugando la fronte .
Sembra riflettere per un momento, poi in un attimo mi ritrovo al piano di sopra, nella mia vasca.
"Togliti di dosso questo schifo" dice, aiutandomi a sfilare la vestaglia macchiata di sangue, che viene successivamente gettata in un angolo sul pavimento .
Al di sotto di essa indosso una canotta nera e dei pantaloncini corti grigi .
Sento il sudore colarmi dalla fronte , mentre diversi ciuffi di capelli mi si appiccicano alla fronte.
Faccio per sistemarmi meglio all' interno della vasca, ma non appena appoggio le mani sul bordo bianco creo una disgustosa macchia rossa.
Vengo colpita da un nuovo attacco di nausea.
"Ci sei?" mi guarda il vampiro, forse stupito dalla mia espressione assente .
E peggioro la situazione.
"Merda..." osserva la scena schifato .
Mi pulisco la bocca con il dorso della mano, poi mi ritrovo di nuovo a singhiozzare.
"Sto...sto morendo" piango .
"Non ne sarei certo" corruga la fronte.
"Ma di sicuro non stai bene" scuote la testa.
Poi afferra il soffione della vasca.
"Non ti piacerà" mi avverte, poi mi punta addosso il getto d' acqua gelida.
Vengo scossa da un forte sussulto.
Il freddo mi ha risvegliato i nervi, mentre il liquido lava via dal mio corpo tutto lo sporco.
Vedo il sangue defluire verso lo scarico, facendosi sempre più diluito , finché davanti ai miei occhi non scorre soltanto acqua trasparente.
Chiudo gli occhi e lascio che il fresco mi accarezzi anche il viso e i capelli,  regalandomi una sensazione di sollievo.
Posiziono le mani a coppa e raccolgo dell' acqua che poi bevo.
Poco dopo Leonard interrompe il getto.
"Grazie" mormoro con un filo di voce.
Faccio per alzarmi.
"Lascia perdere" commenta, prendendomi in braccio.
In un secondo mi avvolge in un accappatoio pulito.
"Quando sarai in grado di reggerti in piedi faresti bene a cambiarti ed indossare qualcosa di asciutto, ma per adesso va bene così" dice.
Sempre tenendomi tra le sue braccia mi trasporta sul mio letto.
Nel frattempo dice qualcosa, ma io sento le palpebre pesanti e mi addormento istantaneamente .

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