Capitolo 43

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Leonard's Point of View

Sto raccontando ad Evelyn e a Leila ciò che è successo, quando vengo colpito da un mal di testa indescrivibile.
Un dolore atroce che mi impedisce di continuare a parlare, di pensare o di fare qualsiasi altra cosa.
Mi prendo la testa tra le mani e mi appoggio immediatamente al muro della casa di Autumn con una mano, per evitare di cadere.
" Cosa c'è?!" domanda Evelyn preoccupata.
" La testa" rispondo a denti stretti " è come se mi stesse scoppiando" cerco di spiegare.
Mi ritrovo ad accasciarmi sulle ginocchia, stravolto dal dolore, quando lo vedo.
Veloce, fulmineo come un flash.
Vedo Autumn soffrire apparentemente il mio stesso dolore, con Margareth ed una donna sconosciuta di fianco a lei.
Autumn ha delle ferite che risaltano sulla pelle lievemente olivastra.
Poi il male cessa all' improvviso, così come è arrivato,e con lui anche la visione.
Mi concedo qualche istante per riprendere fiato.
" Ho visto Autumn" affermo poi rivolto alle ragazze.
Mi rialzo.
" Leonard, sembri un pazzo" commenta Leila.
" Devi spiegare meglio cosa sta succedendo" mi guarda.
" Con il mal di testa ho ricevuto anche una specie di visuale sulla tua amica. Un pacchetto due in uno" rispondo.
" Questa è una cosa che possono fare tutti i vampiri. È sufficiente pensare intensamente alla persona in questione e sperare che quella possa fare lo stesso" replica la bionda.
" Ma non con questa intensità. Era una visione nitidissima, e ho sentito le loro voci. Non ho capito che cosa stessero dicendo, ma ho avvertito come un brusio di sottofondo" spiego.
" Le loro voci? Chi si trova con Autumn?" domanda Leila.
" Ho visto Margareth ed una donna sconosciuta" rispondo.
" Ma certo" sorride Evelyn come se avesse trovato la risposta ad un quesito importante dopo molto tempo.
" Cosa?" la guardo.
"  Tu ed Autumn avete un dono" mi guarda.
" Essere due fighi spaziali?" domando.
" Beh, oltre a quello" replica lei.
Sorrido.
" Nella mia lunga esistenza ho visto soltanto altri due casi del genere, ma sono quasi certo che voi siate il terzo" annuisce.
" Si tratta del vostro legame interiore. Per quanto possiate non volerlo ammettere, od esternare o vogliate evitarlo lui è lì. Tra voi due c'è una chimica particolare, una comprensione reciproca che va oltre il semplice feeling che possiate avvertire" spiega.
" È una cosa che accade solo tra vampiri....o a questo punto anche tra vampiri ed ibridi. Non si può stabilire con gli umani" continua.
" Voi, oltre ad avvertire i reciproci pensieri, potete anche scambiarvi delle immagini, dei suoni, delle sensazioni. È come se poteste teletrasportarvi per pochi istanti nello stesso luogo dell'altro, e la cosa più interessante è che funziona anche senza che dobbiate pensare l' uno all' altra nello stesso istante. È sufficiente l' interesse di uno dei due per l' altro" continua.
"Naturalmente tutto questo comporta uno sforzo psichico abnorme, ed è la ragione per cui ti sei sentito così male. Con il tempo si può imparare a controllare ed il dolore potrebbe anche svanire del tutto" sorride compiaciuta.
Sono sbalordito.
" Siamo sicuri che sia una cosa sensata e non una spiegazione inventata da te sul momento?" interviene Leila.
" Arriva a vivere quasi nove secoli come me e poi mi dirai quante cose insensate avrai visto nel corso della tua esistenza, piccolina" risponde Evelyn.

Autumn 's Point of View

" Le hai somministrato qualcosa prima di portarla qui?" domanda Lucy rivolta alla figlia.
" No! Niente!" risponde Margaret, quasi indignata.
" È strano..." commenta osservandomi.
" Beh mi sembra chiaro che le forze le abbia eccome, nonostante il mal di testa " interviene William.
E a quel punto il dolore cessa.
All' improvviso, così come è arrivato.
Apro gli occhi e sbatto qualche volta le palpebre.
Metto a fuoco la luce al neon e poi mi tiro in piedi con un paio di mosse.
Rido.
" Tu non hai idea di quello che potrei farti se solo lo volessi davvero" lo guardo.
Lui sembra accusare il colpo e si allontana.
" Che fai, scusa? Ti fai spaventare dai vampiri?" domanda Margareth.
" Da un ibrido" la corregge William.
La ragazza ride.
" Ancora peggio! Quante cose devi ancora imparare..." alza gli occhi al cielo.
" Preferirei impararle mentre questa specie di mostro dorme" commenta guardandomi.
" Paura, eh?" sorrido maliziosamente.
Lui se ne va dalla stanza scuotendo la testa.
Io faccio per seguirlo, forse istintivamente, ma un attimo dopo mi sento colpita da qualcosa che mi brucia letteralmente la pelle.
"Ma che diavolo...?!" mi volto di scatto agitando il braccio ustionato.
Una medaglietta sfugge dalle mani di Margareth, che corre a raccoglierla con un sorriso.
"Bronzo" mi guarda.
"...E questa è la prova che fa male anche agli ibridi" si volta verso Lucy.
La donna sembra appuntare mentalmente la nuova scoperta.
"...Ammetto che pensavo di no" commenta lei.
Mi volto di nuovo velocemente e apro la porta.
Margareth mi si getta addosso con quella stupida medaglia di bronzo e tenta di rallentarmi appoggiandomela sulla pelle, ma con una mossa rapida la afferro per le spalle e la scaglio sul pavimento.
Esco dalla stanza correndo.
Sento Margareth urlare come una fossennata.
" Qualcuno la fermi! Sbrigatevi!" esclama.
Corro più in fretta che posso, e questo significa che riesco facilmente a seminare gli umani presenti in quel posto da incubo.
Giungo al portone che ho visto per primo quella mattina, quello grande e verde, e faccio di tutto per aprirlo con la forza.
La mia metà vampira torna ad essere utile e riesco a spostare manualmente quell' affare immenso finché non riesco a vedere all' esterno.
Ancora una decina di centimetri e potrò passare attraverso la fessura.
Presto inizio ad estrarre una gamba da quell' edificio.
Sento l' aria calda sferzarmi il viso, quando un dolore atroce mi colpisce.
Qualcosa di appuntito mi viene infilato esattamente nel punto sulla schiena già ferito la notte precedente dal paletto di legno.
Mi manca il fiato e mi cedono le gambe.
Barcollo in avanti e mi appoggio al portone per rimanere in piedi.
"Il bronzo è sempre una soddisfazione" commenta William alle mie spalle.
Tento di resistere al dolore e faccio un altro passo in avanti, trovandomi quasi totalmente all ' esterno.
Lui mi afferra per un braccio e mi trascina di nuovo dentro.
Cado di peso sul pavimento.
Tento di rialzarmi ma lui spinge qualunque diamine di oggetto io abbia infilato nella schiena ancora più in profondità.
Avverto delle lacrime sgorgarmi dagli occhi senza che io ne abbia il controllo.
Il dolore mi dà la nausea.
Barcollo all' indietro e William mi afferra al volo prima che io possa cadere.
Mi prende in braccio e mi porta lungo un nuovo corridoio, poi inizia a scendere delle scale.
" Non credevo che avremmo dovuto ricorrere a questo già dal tuo primo giorno, anche se ti ho sempre vista come una tosta" commenta lui.
" Dove andiamo?" domando.
" Nel posto per gli ibridi tosti come te" risponde lui.
Poco dopo ci troviamo in una specie di sotterraneo, di nuovo suddiviso in stanze singole.
" Finalmente un po' di compagnia, se così si può dire" commenta una voce maschile.
William svolta l' angolo.
" Ed è anche una bella ragazza. Cosa vuoi di più, fratellino?" risponde.
"Non lo so, magari qualcosa tipo uscire di qui?" ribatte ancora il primo ragazzo.
E a quel punto riconosco Chris.

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