Capitolo 34

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Sospiro frustrata.
"Leonard?" lo chiamo guardandomi attorno.
Mi alzo in piedi e scendo i gradini e percorro il vialetto sui tacchi.
"Leonard!" riprovo.
"Torna qui per favore" lo chiamo ancora.
Niente.
Silenzio assoluto .
Faccio un bel respiro e torno indietro verso casa mia.
Quando sono davanti alla porta sento un lieve rumore alle mie spalle.
Mi volto e giù dagli scalini vedo il vampiro.
"Dimmi" mi guarda.
"Anche se non sono affari tuoi...non sono stata io a baciarlo" racconto.
"Anzi" proseguo " io stavo per ucciderlo" ammetto.
"Lo so. Ti ho detto che ho fatto in tempo a vedere tutta la parte migliore" sorride lievemente.
"Beh, volevo specificarlo" dico.
Scendo sul primo scalino.
"Non mi devi spiegazioni" scrolla le spalle.
"Questo è poco ma sicuro" concordo con lui.
"...Ma ho visto che ci sei rimasto male, quindi..." cerco di giustificarmi.
"Non so cosa voglia dire rimanerci male" ribatte.
"Sono un vampiro. In tanti anni di vita impari quali sono le cose veramente importanti e capisci che esistono ben pochi motivi per i quali valga la pena rattristarsi" afferma.
"Sei incredibile" scuoto la testa.
"Per una volta che provo a sistemare le cose tu devi fare l' uomo vissuto" scuoto la testa.
"Cosa ci sarebbe da sistemare?" compare a mezzo metro di distanza da me.
"Questo" indico lo spazio che ci separa .
"Non possiamo continuare a discutere e litigare ogni cinque secondi. Non ha senso , lo capisci? O decidiamo di andare d' accordo o ognuno per la sua strada. Non sei stufo anche tu?" domando.
"Il fatto è che con te è impossibile chiarire le cose. Sei sempre pronta all' attacco e non sei in grado di esprimere apertamente quello che pensi davvero" mi critica.
"Vogliamo parlare di te?" replico.
"Ecco. Lo vedi? È esattamente di questo che parlavo" mi indica.
Sospiro nervosa.
"Hai paura di mettete in chiaro ciò che pensi" continua.
"Scusa? Paura?" rido.
"Ci sono ben poche cose che mi fanno paura" affermo.
"Allora parla" mi sfida.
Lo fulmino con lo sguardo.
" Va bene!" esclamo.
"William mi piace. Eccome" incomincio.
"E allora perché non sembravi così contenta di baciarlo?" mi interrompe subito.
Devo trattenermi dal non imprecare.
"Perché non mi piace abbastanza" rispondo.
"In riferimento a cosa?" domanda.
"A te, cretino! " sbraito.
Lui mi guarda in silenzio.
"Sei tu quello che mi piace veramente, qui! Fai tanto l' uomo vissuto e poi non capisci nemmeno quando una ragazza prova qualcosa per te! " mi arrabbio.
"...Il fatto è che non è facile ammetterlo perché tu non fai niente per semplificare le cose! Sei sempre nascosto dietro quella facciata da assassino crudele perenne che non prova sentimenti per chi non sia uno della tua stessa specie" gli sputo in faccia la verità.
"E sei anche arrogante e lunatico" aggiungo.
"Contento? Io non ho paura di questo" scuoto la testa.
"Adesso  parlo io" dichiara.
"Io sarei quello difficile? Ogni volta che faccio un passo per avvicinarmi a te, tu mi scansi via come fossi la feccia del mondo" dice.
"Ed è ovvio che io mi voglia fare vedere da te come quello pericoloso, perché tu non hai abbastanza buonsenso dal tenerti lontana spontaneamente dai pericoli! Cosa dovrei fare?! Ho il perenne terrore che tu ti faccia ammazzare!" esclama.
"In tutto questo non ho capito se anch' io ti piaccio. Sei tu che hai paura di parlare" replico.
"Mi chiedi anche...?" mi guarda come se fossi impazzita.
"Mi devi anche chiedere se mi piaci? Autumn, ti muoio dietro da quando ci siamo incontrati!" sbraita.
Ci guardiamo negli occhi in silenzio per un attimo.
Poi lui mi sbatte contro la porta e concludiamo il discorso con un bacio da sogno.
O da vampiro, il che è più o meno la stessa cosa.
Indescrivibile.
E poi mi sveglio.
Stropiccio gli occhi e guardo l' orologio : segna le dieci del mattino.
Sospiro.
Devo parlargli.
Non più in un sogno,però.
Penso a lui intensamente mentre faccio colazione, sperando che lui stia ricambiando il gesto.
Mi infilo in un vestito blu elettrico molto comodo e mi lavo i denti.
Mentre continuo a pensare a Leonard indosso anche un po' di mascara e del lucidalabbra.
E poi lo avverto.
Vado ad aprire la porta e lo trovo davanti a me.
"Ciao" lo saluto.
"Ciao" ricambia.
"Senti, potremmo semplicemente scambiarci i numeri di telefono? Mi fai scoppiare la testa tutte le volte" si lamenta.
Sorrido.
"Sì" rispondo.
"Bene" annuisce.
Stamattina indossa una T-shirt aderente blu notte che risalta la sua carnagione lievemente abbronzata, i capelli biondi e gli occhi verdi.
È proprio bello.
"C'è qualcosa che devi dirmi?" domanda.
"A dire la verità si" rispondo.
Sono un po' in imbarazzo a ripensare al mio sogno.
Aspetta...no, non devo pensare!!!
"Ti va di entrare? Posso prepararti il caffè" gli propongo.
"Entro volentieri,ma niente caffè, grazie. Ho appena mangiato" mi informa.
"Capito" annuisco consapevole di cosa intenda dire.
Leonard fa il suo ingresso in casa.
Si siede direttamente sul divano del salotto.
"Vorrei parlarti di quello che è successo ieri sera" incomincio.
Sospira.
"Immaginavo" si mette comodo.
"Senti, non c'è bisogno di discutere ancora. Sai cosa penso di William e..." fa per dire, ma lo interrompo.
"Lasciami parlare!" alzo gli occhi al cielo.
Lui ride.
"Posso?" proseguo.
Mi fa un cenno con la testa.
"So quello che pensi di William,ma sei tu che forse non sai esattamente quello che penso io" lo guardo.
"Innanzitutto non sono stata io a baciarlo" incomincio.
"Ho visto. Stavi per ucciderlo" dice.
"Sí ma....aspetta,  tu mi avresti fermata, vero?" domando.
"Forse" risponde.
"Lascia stare" sospiro.
"Comunque non ti sei tirata indietro" ci tiene a farmi notare.
"Ma porca di quella miseria, mi vuoi lasciare parlare?!" sbraito.
Sorride.
"Parla" replica.
"Grazie!" esclamo .
"Già non è facile, se poi tu continui ad interrompermi non ne vengo più fuori" commento.
"Sai, da un po' di tempo a questa parte non ti si può più parlare, ecco perché faccio fatica a stare attento" osserva.
"È quasi esattamente quello di cui voglio discutere" affermo.
"Dicevo..." faccio un bel respiro " non sono stata io a baciare William. È stata una sua iniziativa e questo per me significa tanto. Io non sono stata la prima a fare il passo in avanti perché non ne ero sicura. Perché William mi piace" dico.
"...Devo dire che sei molto coerente" interviene subito.
Afferro un cuscino e glielo lancio in faccia.
Si mette a ridere.
"Devi lasciarmi parlare!" balzo in piedi.
Mi imita e si ritrova davanti a me, con le braccia incrociate.
"Ti ascolto!" esclama.
"William mi piace ma non abbastanza. Perché io sono una cretina. E da tale mi piaci tu" confesso.
Mi guarda per un istante , confuso.
"Io ti piaccio" sorride poi.
"Ti prego non farmelo ripetere" lo imploro.
"Sarò sincero, non pensavo che ti avrei mai sentita pronunciare queste parole, ma ci ho sperato più di una volta" mi informa.
Sorrido.
"Bene. E quindi? " lo guardo negli occhi.
Lui si avvicina lentamente ed io sento il mio cuore accelerare il suo battito. 
Mi metto in punta di piedi.
"E quindi adesso aspetti, cara mia" ride.
"Cosa?" corrugo la fronte.
"Ci hai impiegato secoli a parlare. Non ti sarai aspettata che io cedessi subito, vero?" sorride.
"Sì può sapere che cosa stai..." faccio per dire , ma lui mi interrompe .
Mi porge il mio stesso cellulare.
Non so quando me lo abbia sottratto.
"Ho salvato il mio numero. Ci vediamo,  Autumn" mi dà una pacca sulla spalla prima di sparire.
Faccio un bel respiro prima di mettermi a gridare.
"Ovunque tu sia: sei proprio un cretino,  Leonard!!!" esclamo.

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