Capitolo 28

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Non stacco lo sguardo dai suoi occhi verdi.
"E adesso?" mi domanda.
Sollevo un sopracciglio.
"Non lo so" replico.
Lui fa un sorriso malizioso, dopodiché in tutta risposta molla la presa sulle mie mani e mi lascia scivolare contro l' albero.
Colpisco il suolo sporcandomi le mani e le ginocchia di terra.
Cerco di ripulirmi in fretta.
"Grazie, un vero gentiluomo" brontolo.
Lui mi volta le spalle ed inizia a commentare la mia performance.
"Devi essere più veloce, più agile e più concentrata. Giudizio finale : bocciata" afferma.
Mi rialzo da terra.
"Hai il coraggio di parlare di concentrazione?" osservo .
"Come faccio a concentrarmi se tu...." faccio per dire, ma lui mi interrompe.
Si volta a guardarmi incuriosito.
"Se io...?" mi invita a parlare.
"Lascia stare" liquido il tutto con un gesto della mano.
Lui ride.
"Non c'è niente di divertente" brontolo.
"Certo, per te non di sicuro : saresti morta da un pezzo" commenta voltandosi di nuovo.
Faccio una smorfia.
Corro verso di lui e balzo sulla sua schiena, avvolgendo le gambe al suo busto e bloccandogli il collo e la testa con le braccia.
"Adesso non parli più, eh?" lo prendo in giro soddisfatta, ma la mia serenità dura poco.
Con entambe le mani mi afferra per le spalle e mi separa da lui, gettandomi di peso in avanti e facendomi atterrare al suolo di schiena.
Un tonfo sordo riecheggia tra gli alberi.
Tossisco.
"Sarei io, quello che non parla più?" incrocia le braccia, guardandomi dall' alto.
Poi fa per tirarmi un pugno.
Rotolo su un lato alla velocità della luce, evitando il colpo.
Afferro un ramo spezzato caduto a terra e ne ricavo due metà rompendolo contro il ginocchio.
"Quello sarebbe il paletto per il cuore?" mi domanda.
"Qualcosa di simile" annuisco.
Lui afferra un ramo basso da uno degli alberi ed imita la mia mossa.
Peccato che il suo sia due volte più robusto del mio.
Sospiro.
Ed un attimo dopo mi ritrovo ad evitare almeno cinque suoi tentativi di puntarmi addosso quella sorta di arma, tentando invano di fare lo stesso con lui.
Quando sono quasi decisa a chiedere una pausa riesco a bloccare al volo uno dei suoi colpi .
Lui corruga la fonte,con il braccio ancora sospeso a mezz'aria.
Faccio un sorriso soddisfatto.
Rivolgo il ramo appuntito verso di lui e con una spinta fortissima lo mando a sbattere con la schiena contro la corteccia di un albero.
Il legno che tengo in mano si trova a pochi centimetri dal suo petto.
"Chi è nella merda fino al collo, adesso?" domando felice.
Lui solleva un sopracciglio, e quando credo che sia già tutto finito mi spinge via verso terra, facendomi sbattere la testa.
"Ma dai!" mi lamento premendomi una mano sulla nuca.
"Questa potevi evitarla!" esclamo.
"E lasciarti vincere?" chiede.
"Non è un combattimento vero! Un ' brava, Autumn! ' sarebbe stato più che sufficiente!" osservo .
Poco dopo nel mio campo visivo composto solo dal cielo scuro entra a far parte la mano di Leonard.
"Forza, alzati" dice.
Accetto il suo aiuto e mi reggo in piedi.
"Sei un po' imbranata, ma non così tanto. Forse" sorride.
Alzo gli occhi al cielo.
"A parte questo, tutto a posto? Ti ho fatto male?" domanda.
"No, sono solo stanca" mi passo il dorso della mano sulla fronte.
Mi siedo sull' erba.
"E affamata" aggiungo.
"Possiamo fermarci a comprare della pizza" propone.
"È un po' tardi, ma..." continua.
Lo guardo.
"....Ma non è quello che ti va" capisce al volo.
"Devi resistere" dice .
"Sai che non puoi farlo" osserva.
"Ho così sete che la gola mi brucia" mi lamento.
"Mi sento priva di energie" gli spiego.
"Lo capisco, ma devi combatterlo" replica.
"No, tu non capisci proprio un bel niente" divento nervosa.
Mi faccio aria con le mani.
"Ho bisogno di nutrirmi" ribadisco il concetto.
"Tu" lo guardo poi, sgranando gli occhi.
"Che cosa?" domanda.
"Tu hai bevuto del sangue da poco" noto.
"Posso sentirne l' odore!" vado fuori di testa.
"Che ti piaccia oppure no ,io devo farlo per non morire " mi fa presente.
"Anch' io" lo guardo.
"Ed è esattamente qui che ti sbagli! Non puoi cadere nell' abisso più totale tutte le volte! Non ti ricordi quanto sei stata male qualche tempo fa ? Ero quasi sicuro che saresti morta" dice.
"Ma io adesso ne ho bisogno. Sono per metà vampiro, hai presente?" mi arrabbio.
"Sai che ti dico? Allora vai. Vai, strafogati di sangue e stai lontana dai miei pensieri quando sarai accasciata sul pavimento di casa tua" ribatte.
"Non prenderla sul personale. Devo andare" scuoto la testa, incapace di attendere un istante di più.
Corro in direzione della città, attratta da una debole traccia di sangue.
Seguo il mio istinto e l' odore si fa sempre più potente, fino a farmi impazzire.
Mi fermo all' improvviso.
Annuso l' aria.
"È qui da qualche parte" affermo tra me e me.
È un segnale così forte ed inebriante da stordirmi.
Qualcuno deve essersi ferito.
Chiudo gli occhi e mi concentro.
Poco dopo li riapro.
Scatto a destra , sicura della mia intuizione.
Corro in mezzo alle piante del grande parco ormai sempre più rade, finché non lo vedo.
Del sangue sparso tra i fili d' erba.
Sorrido soddisfatta, pronta a placare quella sensazione insopportabile.
Svolto l' angolo, pronta ad uccidere.
E mi imbatto in quella che non è esattamente la preda che speravo.
Una vampira sta consumando il suo pasto in maniera piuttosto crudele.
Ecco il perché del sangue sparso.
Rimango di sasso.
La delusione mista alla sorpresa non mi permette di fare altro.
Lei alza lentamente lo sguardo su di me, con la bocca sporca di sangue.
È tanto inquietante quando bella.
Ha dei lunghi capelli castani dai riflessi ramati.
Sono folti, lucidi e mossi.
I suoi occhi sono grandi e verdissimi.
Il colorito è pallido.
Si passa la lingua sui denti.
"Qualche problema, tesoro? " mi domanda.
"Assolutamente no" sbatto le palpebre.
"Bene. Allora sloggia. Non condivido niente" replica .
"Non te l' avrei nemmeno chiesto" rispondo acidamente.
Lei corruga la fronte.
"Sei una novellina, per caso? Cos' è quella faccia stravolta?" chiede.
Alle nostre spalle sentiamo dei passi svelti.
"Ma certo che dei una novellina. Ti sei portata dietro una guardia del corpo" ride.
Sospiro sentendo arrivare Leonard.
"Io non sono la sua guardia del..." fa per dire svoltando l' angolo, ma si blocca.
"Evelyn?" domanda stupito.
Lei si pulisce la bocca con il dorso della mano.
"Leonard? Non avrei scommesso un centesimo sulla tua vita" si alza in piedi.
"Ti immaginavo già più che morto" aggiunge.
Lui sorride alzando gli occhi al cielo.

Lui sorride alzando gli occhi al cielo

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