Capitolo 30

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"Non la faccio" scuoto la testa.
"Che cosa non fai?" domanda Evelyn.
"Questa cosa del lavoro di squadra, o tipo gruppo compatto" rispondo.
"Non la faccio. Lavoro individualmente. Da sempre" ci tengo a precisare.
"Apprezzo il tuo coraggio tesoro, ma non si può fare i lupi solitari per tutta la vita" ribatte la ragazza.
"Certo che si può,ed è perfetto così" ribatto.
"Tu non sei una vera solitaria" interviene Leonard.
Lo fulmino con lo sguardo.
"Ah no?" domando.
"No, perché hai sempre avuto Leila al tuo fianco" afferma.
"Non tirare in mezzo Leila in questioni che non la riguardano" replico prontamente.
"Lei non fa testo, in questo caso. Siamo come due sorelle, due foglie dello stesso ramo. Non stiamo una senza l' altra,nemmeno quando sembrerebbe di sì. Se io la chiamassi adesso lei sarebbe qui in cinque minuti. Quindi, Leila a parte, io sono sempre stata indiscutibilmente una che lavora da sola e non smetterò di esserlo oggi. Ma grazie per averlo chiesto" mi sento in dovere di aggiungere.
"Non fare la presuntuosa" replica Leonard.
"Cosa ti costa ammettere che fa comodo avere una mano in più?" domanda.
"Io non volevo nemmeno la tua, di mano" alzo gli occhi al cielo.
Lui sorride, scuotendo la testa.
"Avete delle questioni in sospeso, voi due" commenta Evelyn.
Non è una domanda.
"Giusto qualcuna" ride lui.
"Lo trovi tanto divertente?" sospiro.
"Sì. Sei ingestibile, a volte" commenta.
Stavolta rido io.
"Tu non hai ancora conosciuto il mio lato ingestibile" replico.
Lui mi lancia uno sguardo malizioso e carico di aspettativa.
"No" rispondo ai suoi pensieri.
Ride.
"Ok, la tensione sessuale tra di voi si sta facendo insopportabile " commenta Evelyn.
"Mi fate venire caldo" aggiunge.
Io sgrano gli occhi, mentre Leonard sorride scostando lo sguardo.
"Come, scusa? Non avrai pensato che io e lui...? Assolutamente no" produco una serie di frasi sconnesse.
Lei solleva un sopracciglio.
"Scusa? Non era chiaro? Non c'è niente, assolutamente niente" ribadisco il concetto.
Lei si limita a sorridermi.
Sospiro.
"Pensa quello che vuoi" liquido la questione con un gesto della mano.
Leonard continua a mantenere stampata in faccia un' espressione fastidiosa.
"Sapete cosa vi dico? Vado a casa. È sera, sono stanca, è stata una giornata lunga e voglio solo andare a letto. Vi auguro il meglio nel vostro lavoro di squadra anti-cacciatori. Ci si vede in giro" dico, correndo a velocità sovrumana verso la mia abitazione.
La mattina dopo mi ritrovo seduta ad un bar della città con Leonard ed Evelyn, assonnata come non mai.
"Ripetetemi perché sono qui" beontolo annoiata mentre aspetto che il cameriere arrivi con il mio caffè doppio.
"Perché non vedi l' ora di iniziare questa nuova, avventurosa giornata con delle persone fantastiche" risponde Leonard, scompigliandomi I capelli.
"Giù le mani!" replico infastidita, scostandolo.
"No, non c'è verso di renderla simpatica nemmeno dopo una notte di riposo" scherza poi guardando Evelyn.
Sbuffo.
"Vedrai che starà meglio dopo il caffè" sorride lei.
"Io sono qui accanto a voi" ribatto scocciata.
"E comunque sul serio, non vi sembra esagerato stare qui seduti ad un tavolo ad elencare tutte i sospetti che abbiamo contro William?" li guardo entrambi.
Leonard è seduto accanto a me, Evelyn di fronte.
"Direi di no, visto che c'è in ballo la nostra sopravvivenza" risponde lei.
"...E comunque io devo ancora vedere questo William dal vivo. Ne ho bisogno in nome della causa. Ecco perché dovrai dargli un appuntamento" mi guarda.
"Cosa? No" scuoto la testa.
"Non chiamerò quel ragazzo dopo la figuraccia fatta nel locale. Sarò anche un' ibrida, ma continuo ad avere una dignità" affermo.
"Che ne diresti di mettere da parte un po' di dignità per la causa?" continua.
"Scusa?  Mi stai mandando dritta nella tana del lupo?" alzo un sopracciglio.
"Fino a ieri lo difendevi" mi fa notare .
"Beh, certo! Io non ho nessuna certezza che lo sia, e non è così male pensare che un ragazzo possa provare interesse per te senza nutrire il secondo fine di volerti ammazzare" affermo decisa.
Leonard mormora qualcosa.
Mi volto immediatamente verso di lui.
"Hai qualcosa da dire?" mi innervosisco.
"Sì" annuisce, prima di spostare i suoi occhi verdi su di me.
"Dovresti proprio uscirci di nuovo con questo William che prova interesse per te. Se ti è così difficile da credere che possa essere un Cacciatore perché non invitarlo a cena? Io ed Evelyn staremo nei dintorni. Se dovesse uscirsene con qualche atteggiamento sospetto saremmo lì a darti una mano" dice.
"Sei impazzito anche tu?" lo guardo.
"Hai cinque minuti per fare il suo numero ed informarlo del vostro appuntamento" sorride.
"La sai una cosa?" lo fulmino con lo sguardo.
"Sì?" domanda.
"Sei proprio un..." faccio per dire, ma i suoi occhi vengono velati di scuro per una frazione di secondo .
Ed un attimo dopo il cameriere giunge al tavolo con la mia tazza di caffè,lasciando dietro di sé una scia inconfondibile.
Tutto questo mi ricorda che nemmeno io posso definirmi al sicuro dai vampiri, così mi trattengo dal dire a Leonard quello che penso davvero.
Scuoto la testa, nervosa come una iena, prima che i miei occhi incontrino i suoi.
La bella presenza alta, gli occhi scuri ed i capelli castani.
William.
Si sta dirigendo verso l' entrata del bar, ed il suo fascino non mi è indifferente.
Mai.
"Ma guarda chi si vede" commenta subito Leonard.
"È lui? È William? " domanda Evelyn voltandosi.
"In persona" risponde il vampiro.
"Che aspetti? Salutalo!" mi incita Evelyn.
"No!" ribatto.
"Ah, ho capito. È perché sei quasi struccata. Dovrei avere con me un rossetto rosa che è la fine del mondo" afferma afferrando la borsa.
"Non mi interessa" replico.
"Eccolo!" afferma porgendomelo.
"Tieni quel coso per te!" mi innervosisco ancora di più.
"Lascia stare, attira i Cacciatori anche senza trucco" commenta Leonard.
A quel punto non riesco più a sopportarlo e mi alzo dal tavolo con il solo intento di mettere un po' di distanza tra me e lui.
Mi incammina sulle mie zeppe nere e l' abitino bianco verso l' entrata del locale.
"Ciao" saluto William dopo aver fatto un bel respiro.
Lui si illumina in un sorriso.
"Ciao! Mi chiedevo che fine avessi fatto!" dice.
"Lo so, scusami. Volevo scusarmi anche per tutto il mio strano comportamento dell' altra sera" affermo.
"Tranquilla, anche io non sono stato dei migliori" ammette.
Sorrido lievemente.
"Quindi va tutto bene" osserva.
"Sì, sì  non c'è male" annuisco.
"Senti..." faccio per dire, ma poi mi blocco.
Io non devo ubbidire a nessuno.
Non sono schiava di due vampiri idioti.
"...Nulla. Tu come stai?" domando a mia volta.
"Bene, grazie. Starei ancora meglio se tu mi accompagnassi al cinema stasera. Danno un film horror" mi informa.
"Sì, ho visto il trailer!" capisco al volo a quale si riferisce.
"Diresti di si?" mi guarda.
"Togli pure il condizionale" sorrido.
Poco dopo usciamo insieme dal bar, diretti verso il centro di Treswood per una passeggiata.
Non degno di uno sguardo il tavolo dei due vampiri, ma i pensieri irritati e sconnessi di Leonard risuonano forti nella mia testa.

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