Capitolo 25

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Quando sono a metà strada la testa inizia a girarmi.
Mi porto una mano alla fronte e con l' altra mi attacco al bracciolo di una sedia.
Inspiro profondamente, ma la situazione non migliora.
E questa sensazione è inconfondibile tra un milione di altre: è fame.
E non mi riferisco a quella che si può provare per un buon piatto di pasta alle vongole.
Consapevole del fatto che sono riuscita a trattenermi prima d' ora, mi avvio con un sorriso un po' forzato verso William e gli altri.
"Bentornata!" esclama lui .
"Scusate, ho incontrato un conoscente al bancone " spiego.
"Ho visto : il ragazzo biondo, eh?" mi guarda.
"Sì" annuisco.
"Sembra simpatico! Perché non gli hai chiesto di unirsi a noi?" domanda.
"È un tipo un po' particolare" cerco di liberarmi con poche parole da quella situazione.
"Lo siamo tutti, qui" interviene ridendo uno degli amici di William.
"Ciao, io sono Kevin" mi porge la mano.
"Piacere, Autumn" ricambio .
"Sei ancora in tempo se vuoi averlo qui con noi. Davvero" mi sorride il mio accompagnatore.
"Credo che lui stia bene così" ribatto in fretta, lievemente a disagio.
Lui sta bene.
A differenza mia.
La brama di sangue, il calore di tutti quei corpi e le vene pulsanti di ciascuno degli umani che si trovano qui mi stanno stordendo.
Mi porto una mano alla bocca, simulando un colpo di tosse.
"Come si chiama il tuo amico?" chiede William.
Cerco di concentrarmi sulla conversazione.
"Cosa?" chiedo a mia volta,  non avendo capito la domanda.
"Il tuo amico biondo . Come si chiama? E vi conoscete da molto?" si informa.
Dimostra un interesse elevato.
Un interesse davvero singolare, per una questione di così poco conto.
"Lui si chiama..." faccio per rispondere, ma qualcosa mi frena.
I pensieri di Leonard.
Forti e chiari nella mia testa.
Lancio un' occhiata nella sua direzione.
Lui mi sta guardando.
La sua espressione seria ed estremamente preoccupata riesce a fare vacillare ogni mia sicurezza. 
"Si chiama Louis" affermo infine.
"Louis" ripete William annuendo.
"Bel nome" sorride mentre si porta alla bocca il bicchiere con il suo drink.
"Già" mormoro.
"....Allora, siete amici da molto o è soltanto una conoscenza di poco conto?" interviene Kevin.
Ora inizio seriamente a trovare strana tutta questa curiosità.
"Come mai vi interessa così tanto?" chiedo forzando un sorriso.
"Puro argomento di conversazione" alza le mani in segno di resa.
Attendo un attimo prima di parlare ancora.
"Una conoscenza minima" rispondo infine.
Dopodiché William mi prende la mano.
"Beh,  sono quasi contento che sia così" mi fa l' occhiolino.
Ma io riesco solo a concentrarmi sulle vene che pulsano sotto la sua pelle a contatto con la mia.
Avverto quella sensazione assalirmi in pieno.
Scosto lo sguardo mentre sono quasi certa che i miei occhi si stiano velando di scuro.
Mi sforzo con tutta me stessa di resistere all' impulso di placare quella sete inarrestabile.
"Esco a prendere una boccata d' aria" esordisco alzandomi in piedi.
"Ti accompagno?" domanda William.
"Non è necessario" scuoto la testa.
"Dai, insisto" continua.
"Ho detto di no" divento nervosa.
Lui si alza, ritrovandosi con il corpo a dieci centimetri dal mio.
La vena sul collo con le sue pulsazioni emette un suono che nella mia testa è assordante.
Ed io non resisto più.
Faccio per avventarmi su di lui, quando qualcuno mi tappa la bocca, cogliendomi alle spalle.
Leonard.
Mi volto verso  di lui mentre la follia del momento si placa.
"Sorpresa" mi sorride.
"Esco a fumare una sigaretta.  Vieni con me?" mi domanda.
"Oh, è lui Louis,giusto? " domanda William.
"In persona, piacere mio" annuisce lui.
"Io sono William" si presenta l'altro.
"Bel nome" commenta Leonard.
Tra i due cala un attimo di silenzio.
"Posso rubarvela per altre quattro chiacchiere?" domanda poi.
"Certo, ma esco anch' io" risponde William.
"Preferisco di no" intervengo a mia volta.
"Scusami, è che mi dispiace crearti del disturbo" sorrido, e prima che lui possa ribattere qualcosa io e Leonard stiamo camminando a passo svelto verso l' uscita del locale.
"Usciamo di qui alla svelta" mi dice nervosamente,  facendosi largo tra la folla.
Non appena ci troviamo all' aria aperta lui inizia a dare segni di agitazione.
"Ti ringrazio per non avergli fornito il mio nome vero" dice.
"Adesso non ti sembra più tanto assurda la mia ipotesi,  vero?" domanda.
"Magari sono solamente molto curiosi" ribatto.
"E allora perché proteggermi?" scrolla le spalle .
"Cosa dobbiamo fare?" lo guardo.
"Evitarli. Provare a dissolvere i loro sospetti , e in un caso limite scappare , ma a quello ci penseremo più avanti" risponde.
"Non posso più uscire con lui" sospiro.
Per una volta, dopo molto tempo, avevo vagamente pensato che potessi essere libera di provare dei sentimenti per un essere umano.
...Ma non è così.
"No, ma non puoi nemmeno interrompere ogni contatto  con lui dal nulla. Troppo sospetto, e scommetto che lui ci abbia già visto lungo" commenta.
"Quindi cosa mi consigli di fare?" chiedo.
"Esci con lui ancora una volta, almeno, ma non da sola . Mettiamoci d' accordo ed io mi farò trovare nei paraggi" afferma.
"Così non sarebbe soltanto peggio?" tentenno.
"Perché dici così?" domanda.
"Beh...se William fosse davvero un cacciatore io non sarei l' unica ad essere nei guai" gli faccio notare.
"Io so come cavarmela" liquida il discorso con un gesto della mano.
"Ah si? E allora perché fornisci nomi falsi?" incrocio le braccia.
"...Perché fa parte del modo per cavarsela" mi fa l' occhiolino.
Alzo gli occhi al cielo .
"Ammetterai mai di avere paura?" lo guardo.
Lui sgrana gli occhi verdi.
"Paura io?" ripete.
"Sarebbe del tutto normale" osservo.
"Io ho soltanto paura che tu ti faccia male" afferma.
"Ma ti prego!" rido "...non fare ricadere la tua preoccupazione su di me per mantenere la tua facciata da vampiro invincibile" dico.
Lui sorride con un angolo della bocca.
"I cacciatori sono potenti e sadici" dichiara.
"Un po' come i vampiri" osservo.
Lui sorride.
"Sì, ma in questo caso i vampiri diventano le vittime" continua.
"Una volta che un cacciatore ha individuato la sua preda è pressoché impossibile distogliere la sua attenzione dall' obiettivo di uccidere" spiega.
"Non mi ricordo cosa succede dopo" corrugo la fronte.
"Ti riferisci alla modalità con cui noi moriamo?" domanda.
Annuisco.
"È facile. Un cacciatore ti tenta fino allo sfinimento, poi tu cedi e bevi il suo sangue.
A lui non accade nulla , perché non appena quello bagna le tue labbra tu sei spacciata . È puro veleno per noi" mi rinfresca la memoria.

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