Cap. 12 Guardie e ladri

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Sentiva il cuore rimbombarle nelle orecchie e il respiro incastrato da qualche parte tra il petto e la gola. Nella caduta si era sbucciata le mani e le sentiva bruciare fastidiosamente, ma relegò il pensiero in un angolo del proprio cervello, tentando di capire cosa doveva fare per sfuggire a quel pazzo.

Quasi sicuramente era un licantropo.

E quasi sicuramente l'aveva attaccata perché conosceva Evan e gli altri. "Bell'affare." le disse una voce nella testa.

Ignorandola, Amanda si rialzò in piedi. Quell'uomo era ancora davanti a lei e sembrava non aver fretta d'iniziare la caccia. A quanto pare spettava a lei decretarne l'inizio.

Lentamente, stando attenta alle auto che passavano, arretrò fino al marciapiedi che si trovava alle sue spalle, tenendo gli occhi fissi sul suo aggressore. Aveva un viso abbastanza anonimo, ma il colore dei suoi occhi si avvicinava molto a quello dell'oro brunito. Quella tonalità gli donava un aspetto ancor più ferino, quasi ultraterreno.

Quel pensiero le mandò un brivido lungo la schiena.

"Resta concentrata." s'impose, lasciando che i pensieri trovassero un ordine logico. Ma per quanto si sforzasse di escogitare un piano, c'era una sola cosa che doveva fare: tornare all'appartamento di Tompkins Square.

Il più in fretta possibile.

Con gesti calcolati, si sistemò la borsa a tracolla, ringraziando la moda del momento. Il licantropo non si mosse e restò a fissarla dall'altra parte della strada, la bocca piegata in un ghigno. Sembrava divertirsi parecchio, considerato che la caccia non era ancora cominciata.

-C-chi sei...?- Mandy cercò di distrarlo.

-Il lupo cattivo.- le rispose lui, sogghignando apertamente.

Ignorando l'ironia insita nelle sue parole, la ragazza si abbassò ed iniziò a sfilarsi le scarpe col tacco. Dato che avrebbe dovuto correre, quelle le sarebbero state solo d'impiccio. Non voleva rischiare di rompersi una caviglia e facilitare il compito a quello squilibrato.

"Appena le avrò tolte, inizierà." si rese conto. Il suo aggressore aveva cominciato a far scrocchiare le nocche, preparandosi all'inseguimento.

Tenendo gli occhi incollati sul viso di lui, tolse la scarpa destra e la lasciò a terra. Reggendosi su una sola gamba, sfilò lentamente anche l'altra. Deglutì, nervosa e si sistemò meglio la borsa dietro la schiena, per evitare che la impacciasse.

Gli occhi di preda e predatore s'incontrarono per alcuni lunghi istanti che sembrarono infiniti. Amanda si sentiva avviluppata dalla paura, ma stava cercando in tutti i modi di rimanere presente a se stessa. Doveva evitare gli attacchi di panico e, di conseguenza, qualsiasi posto che potesse suscitare in lei reazioni claustrofobiche. Sapeva che l'obiettivo del suo opponente era farle del male. Divertirsi con lei.

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