Cap. 22 Presagi

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     Accompagnò con delicatezza il capo del grosso lupo fino a terra, scosso da una moltitudine di sensazioni diverse per la prima volta da tempo. Tra tutte, la delusione verso se stesso e quel senso d'impotenza che poteva annullare qualsiasi altra cosa, rendendo l'uomo debole.

Si prese qualche istante per assicurarsi di non aver calcato troppo la mano, ferendo irrimediabilmente il giovane Andrew. Fortunatamente il petto del lupo si contraeva a ritmo normale, senza mostrare nessun segno di (eccessiva) sofferenza.

Stava ancora ripercorrendo mentalmente quanto successo quella notte, quando un gemito lo riscosse dalle sue riflessioni.

Si raddrizzò, reprimendo una smorfia di dolore, e in due rapide falcate raggiunse il foro dove prima si trovava una delle finestre della zona giorno. Lo scavalcò e si accucciò accanto ad Amanda, che sembrava stesse riprendendo conoscenza. Con quanta più delicatezza possibile le mise due dita sotto la mascella per cercare il battito del cuore e verificare così le sue condizioni. La giovane aveva fatto un bel volo, atterrando di schiena contro il parapetto metallico delle scale antincendio: era un miracolo che non si fosse rotta l'osso del collo precipitando di sotto.

-Amanda.- sussurrò con urgenza. 

Se non si fosse ripresa entro poco avrebbe dovuto prendere in considerazione l'idea di chiamare i paramedici che si trovavano ai piedi dell'edificio. Aggiungendola così alla lista degli innocenti coinvolti ingiustamente nello scontro appena avvenuto.

"Scontro che non sarebbe successo se tu fossi stato più assennato." sentì la voce di suo padre prendere possesso dei suoi pensieri. 

Imprecò a denti stretti, scuotendo con forza il capo per schiarirsi le idee. Mentre lottava contro demoni che credeva di aver sconfitto da tempo, Amanda rinvenne con un singulto, portandosi immediatamente le mani al viso.

Evan fu lesto ad afferrarle i polsi, impedendole di farsi del male e controllando, al contempo, che non avesse schegge di vetro piantate nei palmi. La scandagliò rapidamente dalla testa ai piedi, cercando di decidere se fosse saggio farla alzare.

-B-Blake sta bene...?- fu la prima cosa che riuscì ad articolare la ragazza.

Lo scozzese si accigliò, stupito dalla domanda. Poi gettò uno sguardo oltre il parapetto, per accertarsi che il resto del branco fosse effettivamente al sicuro. -Sta bene.- disse solamente.

Lei sospirò, sollevata. -Meno male.

-Sei tu a non star bene. Ricordi cos'è successo?- le chiese invece lui.

Mandy aggrottò le sopracciglia, cercando di concentrarsi. -Credo di sì...- mormorò. Poi, quando la consapevolezza la raggiunse, sgranò gli occhi ed esalò:-Andrew!

Evan le impedì di muoversi premendo fermamente contro il suo petto. -Non farlo.- intimò. Poi, vedendo lo sguardo della ragazza, fece un breve cenno del capo. -Andrew è svenuto, ma sta bene.- disse.

-E' ferito?- fu la logica domanda.

-Come tutti noi.- replicò il giovane MacGregor. Aggiungendo subito dopo:-Hai sensibilità alle estremità?

Gli occhi acquamarina della sua interlocutrice lo fissarono interrogativi. -C-come...? S-sì...- rispose, muovendo le dita della mano destra. -Ho solo sbattuto la schiena.- aggiunse, cercando di porre fine a quella conversazione.

-Non posso avere la certezza che tu sia bene. Non qui e non senza un adeguato controllo.- obiettò Evan.

-Sto benissimo.- senza dargli il tempo di reagire, Amanda si mise a sedere. Poi, afferrando saldamente il parapetto, si alzò in piedi. 

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