Cap. 5 The newcomer and the exiled

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   David si passò una mano tra i capelli, senza sapere bene cosa fare. Evan aveva deciso di salvare quel povero ragazzo nell'unico modo che non gli era consentito. 

Non poteva più impedirgli di agire, era troppo tardi ormai. Ma l'avrebbe aiutato ad arginare la situazione. E l'avrebbe sicuramente sostenuto più tardi, di fronte a Dearan. Entrambi sapevano che ci sarebbero state ritorsioni, il problema era stabilire quanto gravi.

Avvedendosi dell'arrivo della stampa e di molte altre pattuglie, l'uomo richiamò l'attenzione delle due compagne d'avventura. –Emily, Crystal.

Le due si scambiarono una rapida occhiata, ancora attonite di fronte alla scelta di trasformare il ferito. Pochi istanti dopo raggiunsero David. -Trasformiamoci e facciamo da scudo a Van. Teniamo questa cosa lontana dalle grinfie della stampa.- disse, deciso.

-D'accordo.- rispose prontamente la nuova affiliata. La signora MacGregor ci mise qualche secondo in più, ma alla fine fece un cenno col capo.

Tutti e tre s'inginocchiarono e, sotto gli occhi di una molto più che spaventata Frances, mutarono forma. Poco dopo, alle loro figure si sostituirono tre grossi lupi alti quasi come un cavallo da tiro. Si disposero attorno ad Evan e lo coprirono alla vista con la propria stazza, ponendosi a difesa del piccolo gruppetto. 


    Non l'aveva mai fatto prima e non sapeva esattamente come avrebbe dovuto agire. Conosceva quell'atto come pura teoria, dato che non aveva le credenziali per poterlo mettere in pratica. Il suo cuore aveva preso le redini e aveva spinto per fargli prendere quella decisione. Non avrebbe saputo dire se tutto ciò fosse dovuto al suo senso di giustizia o ad altro, ma tant'era.

Il sangue arterioso gli aveva ormai riempito la bocca, scendendogli giù per la gola in un rapido e dolce fluire. Sapeva che non doveva lasciarsi prendere da quel richiamo, se no sarebbe stato tutto inutile.

Afferrò con forza le braccia del giovane e stroncò il suo debole tentativo di ribellione. Era cosciente del dolore che gli stava infliggendo (lo ricordava bene), ma solo così avrebbe potuto salvarlo. 

Deglutì un'altra sorsata di liquido rosso, continuando a mordere in profondità. I suoi denti raschiarono contro le ossa della colonna vertebrale, segno che ormai erano affondati abbastanza nella carne. Si ritrasse con un movimento rapido, sentendo la propria volontà traballare al sapore della carne fresca. Restò a fissare lo scempio che aveva eseguito, imbrigliando nuovamente la bestia nelle profondità del proprio essere. 

La compagna della vittima se ne stava non molto lontano, gli occhi così dilatati da mostrare interamente la sclera. Lo stava fissando con puro terrore, ma poteva vedere anche un barlume di speranza in fondo alle sue iridi chiare. Nonostante lo considerasse un mostro, voleva credere che avesse le capacità per salvarlo. Le fece un impercettibile cenno del capo, come a voler rispondere alla sua supplica. Lei sobbalzò, reprimendo uno strillo. Fece per riabbassarsi sul collo del ragazzo, quando si rese conto che David, Emily e Crystal gli stavano facendo scudo coi propri corpi. 

"Grazie.", indirizzò loro il pensiero.

"Ti prego, finisci quello che hai iniziato. Fa' in fretta.", rispose Dave, contraendo i muscoli delle zampe. 

Evan annuì e si abbassò, leccando con indecisione la grossa ferita stillante sangue. Il suo paziente gemette brevemente, ma senza cercare di allontanarlo da sé. Allora iniziò a lappare con più forza, eliminando tutti i residui di sangue dal collo. Alle proprie spalle sentiva le voci dei giornalisti e quelle dei poliziotti, le sirene delle ambulanze e la presenza dei curiosi, dall'altro lato della strada. Non vi badò e continuò quello che stava facendo, portandolo a termine subito dopo. 

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