Cap. 16 Un branco atipico

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     Si riunirono tutti all'internodell'appartamento di Amanda, dato che era il più vicino e la ragazza aveva già invitato gli altri ad entrare prima che Evan potesse protestare.

I presenti si raggrupparono al centro della zona giorno, guardandosi l'un l'altro con espressioni totalmente discordanti. 

Van fu l'ultimo ad entrare. 

Chiuse la porta con estrema lentezza, cercando le parole per confrontarsi con i due nuovi acquisti del branco. Purtroppo, però, dentro di sé riusciva a trovare solo improperi, la maggior parte nella sua lingua madre.

David gli si avvicinò, avendo percepito il tumulto che aveva dentro. Si scambiarono una rapida occhiata e l'inglese sgranò leggermente gli occhi, stupito. –Evan...- iniziò, ma l'amico lo zittì con un gesto deciso della mano e lo superò.

Guardò prima Andrew, le cui ferite testimoniavano uno scontro con Stryker, e poi Eric, che probabilmente aveva osato ribellarsi ad Aleksandr.

-Ci troviamo in un momento di grandi cambiamenti, abbiamo un branco intero che vuole farci fuori per non si sa bene quale ragione e voi pensate bene di andare a fare a pugni... ma cosa diavolo vi dice il cervello?! Damnù air*!!- esplose lo scozzese.

I due giovani abbassarono immediatamente lo sguardo, rifuggendo la rabbia del loro capobranco. Eric sapeva bene a cosa sarebbe andato in contro tenendo il capo sollevato, mentre Drew, pur non essendo a conoscenza di tutte le dinamiche del branco, l'aveva fatto per evitare di provocare ulteriormente Evan.

Nonostante tutto avevano un po' di sale in zucca.

La più sconvolta da quell'inaspettato scoppio d'ira fu Amanda, che fissò senza parole tutti i presenti. Sin da quando lo conosceva, aveva capito una cosa di quell'uomo: non mostrava mai le proprie emozioni. Non sapeva perché e non aveva voluto impicciarsi, fatto sta che a malapena l'aveva visto sorridere genuinamente. Ed ora stava imprecando in gaelico e maledicendo la stupidità dei due giovani lupi.

"Meglio non far arrabbiare uno scozzese..." decise, tenendosi in disparte. "Anzi, meglio non far arrabbiare Evan e basta." si corresse.

La collera del diretto interessato fiammeggiò per alcuni minuti, facendo ardere la sua aura come un fuoco alimentato dalla benzina. Si avvolgeva in spirali tutt'attorno a lui, avviluppandosi al suo corpo e materializzando forme diverse ad ogni guizzo.

Dave non l'aveva più visto in quello stato da quando Dearan gli aveva annunciato l'avvento delle sue nozze con Kirsten. "Un scoppio degno del vecchio Evan." considerò, impressionato. 

Il suo ringhio aveva riverberato lungo la sua colonna vertebrale come se fosse stato un diapason e non una persona in carne ed ossa. Quella manifestazione di potere eliminava qualsiasi dubbio circa il nuovo ruolo assunto dall'amico: era un Alfa, in tutto e per tutto. 

Alfa che, in quel momento, stava percorrendo il salone a grandi passi. La bestia dentro di lui si era risvegliata con lo stesso fragore di un tuono ed ora premeva per essere lasciata libera. Digrignò i denti, maledicendo ancora una volta i giovani lupi e poi afferrò con entrambe le mani il davanzale di una finestra, puntando lo sguardo sul bancale di marmo.

Seguì le venature della pietra e le variazioni di colore fino a quando non avvertì il lupo chetarsi e la calma tornare a prendere possesso del suo corpo. Aveva frantumato il proprio guscio emotivo e non sapeva se sarebbe riuscito a ricostruirlo. La cosa in quel momento non lo preoccupava così tanto, ma dopo l'avrebbe fatto.

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