Chiudo il libro di fiabe, ormai ingiallito, con attenzione. Le pagine si potrebbero rompere da un momento all'altro. Sbuffo, stringendo la coperta sulle mie spalle. Fa freddo, molto freddo, anche se siamo vicini al nucleo terrestre. Quante volte avevo riletto quella storia? La conoscevo a memoria.
Mi alzo. Ho i muscoli intorpiditi. Quanto tempo sono rimasta a leggere? Rannicchiata in un incavo, con la schiena contro la parete rocciosa. La mia fiaccola si sta per spegnere.
Il Sole si era trasformato in una stella oscura, lasciando la Terra in balia di un gelo perenne così forte da farci rifugiare sottoterra. Non sappiamo ancora quanti siamo esattamente. Quella che tutti chiamano l'Apocalisse è appena cominciata, e i superstiti stanno scavando dei tunnel per costruire una città. L'unica nostra protezione sono il calore del nucleo e il mantello di crosta che ci ritroviamo sulla testa. La vita non è più vita: bisogna adattarsi a sopravvivere.
«Ehy Jess, secondo te cosa ci sarà per cena?» ridacchia Jonathan. Andavamo al liceo insieme. Ora vive in una grotta vicino a quella dove abita la mia famiglia.
Scuoto la testa. «Muschio?» lo guardo. Sembra uno spettro. Ha la pelle tremendamente bianca. Ma poi abbasso gli occhi sulle mie mani, che ancora stringono il libro che mi ha portato mio padre, e mi ricordo che con la mancanza di luce siamo diventati tutti così. Quando leggo ho sempre voglia di evadere da quel rifugio soffocante e visitare la superficie. Ma non si può senza un permesso speciale. Ci vanno solo i ricercatori.
Continuo a camminare, senza una meta precisa, voglio solo sbollire dai ricordi. Le lanterne appese mi illuminano il percorso. Mi sento tirare per la manica. Mi giro. È Jonathan.
«Che ti prende?» chiede. Poi fissa il mio libro e capisce. Avevo nostalgia. Mi succedeva spesso di fare incubi, la terra che si spacca, i tunnel che crollano e ci seppelliscono vivi.
«Volevo dirtelo ieri, ho scoperto un passaggio che ci permetterà di risalire, senza essere visti» sussurra quella tentazione che potrebbe costarci una punizione, se lo venissero a sapere.
«Andiamoci, ti prego» lo imploro stupita.
Cede subito, avevo la sensazione che volesse fare colpo su di me. «Seguimi».
Imbocchiamo un tunnel dove si trova una piccola pozza d'acqua. Le gocce cadono dalle stalattiti, appuntite come denti di drago. Plic, plic. Jonathan mi chiede di chiudere gli occhi per non mettermi nei guai. Le leggi sono severe. Obbedisco controvoglia.
Fa sempre più freddo.
Sento una salita sotto la suola dei miei scarponi. Non apro gli occhi finché dell'aria terribilmente gelida mi sfiora il viso e allora vedo una distesa notturna di ghiaccio e neve ricoprire il suolo, illuminata da un bagliore azzurrognolo. Rabbrividisco. Vorrei parlare, ma sospiro e il mio fiato si cristallizza. Jonathan mi passa il suo braccio attorno alle spalle. Si vede la luna, ma è un cerchio scuro. Aguzzando lo sguardo noto qualcosa di luminoso passare davanti al suo confine.
«Lo hai visto anche tu?»
«Sì» sussurra in risposta. Forse non siamo soli.
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Raccolta di Storie Brevi
AdventureCome dice il titolo è un libro per raccogliere svariate storie brevi divertenti, che partecipano a concorsi, ma anche no, di varia ispirazione e genere. Quindi non lasciarti ingannare dalla copertina. Ogni capitolo è a sé e ha una trama tutta sua. C...