Tenebre e luce

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Ognuno di noi ha una parte malvagia dentro di sé, contrapposta alla parte buona. Ma quando la prima prende il sopravvento sulla seconda, ecco che si crea una creatura oscura, una nube nera senza cuore. Le chiamano Tenebre. Molte Tenebre hanno invaso le città creando scompiglio, e se prima si limitavano a fare sciocchezze come far inciampare le persone, negli ultimi mesi stavano agendo incontrollate. Compiendo furti, rapimenti e nei casi peggiori, omicidi. La polizia faticava a catturarle e riportare l'ordine. Così tutti erano caduti nel caos più totale, spaventati di poter essere il prossimo bersaglio. La prossima vittima.

Dall'altro canto io mi ritenevo fortunata nella sfortuna. Le Tenebre non si avvicinano ai membri della mia famiglia. Noi siamo dei guardini, custodi della luce. La storia ci dipinge come angeli, ma non abbiamo delle vere ali. Il nostro scopo è quello di osservare e riferire, anche se io sono ancora giovane per capire il mio ruolo. Così mi limitavo a vivere una vita pressoché normale, nascondendo i miei poteri agli occhi dei semplici umani.

A volte mi sentivo più una di loro. «Stai versando lo zucchero sul tavolo» mi avvertì mia sorella Margot. 

«Ops» controllai il danno. Per fortuna non era grave.

«Ultimamente hai la testa tra le nuvole». Ero concentrata sul notiziario che andava in onda sul televisore. Altri bambini scomparsi nel nulla. 

Margot sospirò rassegnata. Ma io mi alzai prima che cominciasse a propinarmi la solita solfa sul fatto che non potevamo far nulla per fermarlo. Perché non potevamo intervenire? Perché la mia famiglia aveva così tanta paura di destabilizzare l'equilibrio tra male e bene? Stava già vincendo la parte peggiore.

Ero così stanca di rimanere immobile. «Vado in bagno».

Uscii dalla piccola cucina per poi salire le scale che portavano verso il tetto del grattacielo dove abitiamo. Nuvole biancastre sfumavano sul cielo lattiginoso. Degli sciami di insetti scuri vagavano per le strade deserte. Da quell'altezza potevo vederli bene. 

Non sapevo che effetti avrebbe avuto la mia decisione. Ma non l'avrebbero passata liscia di nuovo.

Respirai profondamente, concentrando i miei occhi su qualsiasi movimento, e fu allora che notai delle sagome. Una madre cercava di proteggere suo figlio, facendogli scudo col proprio corpo, accanto al muro di una palazzina. Mentre quello sciame, come se fosse fumo, li circondava. La donna impugnava una scopa e la dimenava nell'aria. Ma non sarebbe servito a nulla.

Alzai le mani verso il cielo, dei lampi azzurri fecero capolino e li attirai a me, chiamandoli in una lingua arcana. Poi li feci confluire in un raggio luminoso verso le Tenebre che stavano attaccando quella donna, e le fece disperdere. Se solo avessi imparato ad usarle meglio i miei poteri avrei potuto carbonizzarle.

La donna si guardava attorno, cercando di capire da dove era comparsa la folgore che aveva salvato la vita a lei e al figlio. Sorrisi. Li avrei protetti tutti, anche a costo della mia stessa libertà.

Del resto si sa, come diceva forse Superman, da un grande potere derivano grandi responsabilità.

Del resto si sa, come diceva forse Superman, da un grande potere derivano grandi responsabilità

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