Stucky

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Per polveredilettere. Scusa tanto per l'attesa!

Steve si girò nuovamente tra le coperte di quello scomodo letto. Era tarda notte e lui non riusciva a prendere sonno. Una miriade di pensieri facevano rumore in quella stanza così silenziosa.

L'ambiente che lo ospitava era molto piccolo, costituito solo dalla stanza da letto ed il bagno, piuttosto pulito per essere la camera di un motel.  

Il pensiero della giornata a venire faceva rimanere sveglio il capitano. Sapeva da giorni a cosa stava andando in contro e pur sapendo che quella scelta era giusta non riusciva a non pensare che c'era qualcosa di sbagliato. Sentiva un vuoto nel petto, come se qualcosa gli mancasse.

Puntò il suo sguardo alla finestra, attraverso di essa poteva vedere il buio di quella notte e nonostante fosse chiusa percepiva il freddo che si celava fuori. La stanza era buia se non fosse stato per dei fasci di luce provenienti da fuori.
Mentre Steve cercava ancora di prendere sonno gli vennero in mente gli avvenimenti di pochi giorni prima: la caduta dello S.H.I.E.LD, gli Accordi di Sokovia, quando si recò a Bucarest per proteggere Bucky, il suo Bucky.

I suoi pensieri si focalizzarono sul suo amico e all'improvviso Steve ebbe un colpo al cuore. Pensare al giorno dopo lo faceva star male, lo doveva salutare senza sapere quando si sarebbero potuti rivedere.

Bucky era nella stanza accanto alla sua, Steve lo immaginò dormire dall'altra parte del muro, forse nella stessa posizione che aveva lui in quel momento. 

I minuti passavano veloci, quasi come per fare un dispetto al capitano. Poi però Steve prese la sua decisione: voleva passare l'ultima notte con Bucky, prima del suo sonno criogenico.

Il capitano si alzò dal suo letto che emise un lieve cigolio, a piedi nudi raggiunse la porta della sua camera per andare poi a bussare a quella di Bucky.

Quest'ultimo era sveglio, anche lui incapace di dormire, se ne stava immobile in posizione fetale aspettando l'arrivo dell'alba, consapevole di cosa lo avrebbe atteso.

Quando sentì il continuo bussare alla porta ci volle un po' per realizzare chi potesse essere. Sapeva che il suo amico era nella stanza accanto e che era sveglio, aveva sentito il leggero sbattere continuo del letto ad ogni suo movimento e questo non aveva fatto altro che rassicurare Bucky, cosciente di non essere da solo quella volta.
I suoi passi verso la porta erano insicuri, come se avesse paura di essersi immaginato la presenza dell'amico, ma quando l'aprì ritrovandoselo davanti non potè non essergliene grato.

Steve si guardava i piedi nudi, non aveva nemmeno avuto tempo di mettersi le scarpe, quando la porta davanti a lui si aprì poté finalmente vedere il soldato con i capelli arruffati, la maglietta leggermente sgualcita ed i suoi occhi azzurri che lo fissavano.

<< Sei ancora sveglio >> notò Bucky.

Steve fece un sorriso complice << Non riuscivo a prendere sonno. >>.

L'amico gli sorrise a sua volta e si spostò di lato, invitandolo ad entrare.

Steve si sedette sul letto e venne subito raggiunto dall'amico che si stese accanto a lui, i due si guardarono negli occhi, in silenzio, senza dire niente, anche Steve si stese su quel letto. Senza smettere di fissare Bucky gli si sdraiò accanto, più vicino di prima, steso di lato così da poter vedere il profilo scolpito dell'amico.
Il soldato sentì le sue guance scaldarsi, rendendosi conto del poco spazio che li divideva.
Cercava di tenere gli occhi puntati sul soffitto ma sentiva quelli di Steve su di sé, che nel silenzio continuava ad ammirarlo.

Con il passare dei minuti i due non si mossero di un centimetro, entrambi presi dai propri pensieri.

Steve avrebbe voluto stringerlo a sé, dormire abbracciato a lui, fargli capire che ci teneva e che probabilmente i mesi a venire sarebbero stati molto duri da superare con la sua assenza.
Nonostante Bucky fosse stato privato dai suoi ricordi e dalle sue emozioni ciò che Steve gli faceva provare anche solo con uno sguardo era qualcosa che ogni volta lo appagava fin nel profondo.
Avrebbe voluto baciarlo, lì su due piedi, lasciarlo senza fiato, sbatterlo sul letto e passare con lui l'ultima notte prima di essere congelato di nuovo.
Se Steve avesse potuto leggergli nella mente gli sarebbe saltato addosso all'istante, ma si accontentò di far scivolare il braccio intorno alla sua vita per tirarlo più vicino a sé.

MARVEL - One-shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora