Facciamo un brindisi? • WinterIron [Parte 2]

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La porta sbatté alle sue spalle. Il soldato si tolse velocemente la giacca pesante lasciandola sullo schienale della sedia. Alzò le braccia sopra la testa, godendosi lo scricchiolio delle ossa mentre i muscoli si stendevano ed una sensazione piacevole gli percorreva il corpo, facendolo rilassare.

Si diresse a grandi passi verso il letto matrimoniale fino a stendercisi sopra a pancia sotto e prendere il cuscino fra le braccia. Chiuse gli occhi e si abbandonò al silenzio nella stanza e alle comode e calde coperte sotto di lui, godendosi quella pace dopo una giornata stancante e piena di impegni che non lo fecero respirare un minuto.

Aveva avuto così tante cosa da fare che solo in quel momento si concesse di pensare -forse non molto lucidamente- alle due ultime settimane. Ebbene sì, erano passata due settimane da quella sera in laboratorio. Due settimane in cui Tony lo aveva ignorato, guardandolo a fatica e non parlandoli.

Ma torniamo indietro. Quella sera Bucky gli era stato accanto fino alle prime luci dell'alba, decidendosi poi ad andare a dormire, ognuno nella propria stanza.
Il soldato non aveva fatto domande, aveva affatica parlato. Nonostante fosse curioso di sapere cosa fosse successo.
Entrambi dormirono solo poche ore e quando si rividero quel tardo pomeriggio, Bucky li andò vicino e non appena furono soli li chiese come si sentisse.

Anche ora Bucky, a distanza di settimane, disteso su quel letto, riuscì a sentire chiaramente la risposta brusca di lui.

"Non ha importanza".

E ancora gli rimbombava nelle orecchie il suono dei suoi passi leggeri mentre se ne andava.
Non disse nient'altro, non si voltò e lui non lo fermò.
Per quelle due settimane entrambi guardarono l'uno verso l'altro senza farsi notare e senza dirsi niente.

Bucky sospirò ed immerse il viso nel cuscino trattenendosi dall'urlare. Tutta quella situazione era così complicata che non aveva idea di come uscirne.
Rimase steso su quel letto fino all'ora di cena ma lui non aveva fame quindi non aveva importanza.

Era a poco dallo sprofondare in un sonno profondo quando sentì lievi battiti provenire dall'ingresso.
Alzò la testa dal cuscino e stropicciandosi gli occhi andò ad aprire. Probabilmente, se sapeva chi ci fosse dietro la porta si sarebbe dato almeno una sistemata ai capelli, ma non avrebbe mai immaginato di trovare Tony Stark con in mano due bicchieri ed una bottiglia.

Tony lo guardò con i suoi grandi occhi marroni. Nonostante volesse sembrare a suo agio e tranquillo il corpo tradiva la sua agitazione.
-Io stavo... passando di qui.- disse il miliardario schiarendosi la voce mentre si passava il peso da un piede all'altro.
Bucky alzò un sopracciglio a quell'affermazione ridicola.
-No, non è vero.
-No, non è vero...- Tony distolse lo sguardo imbarazzato, pur sapendo già prima che quella patetica scusa non avrebbe funzionato. -Volevo... brindare.- alzò i due bicchieri fra di loro.
Brindare?
Si erano a fatica parlati in quelle ultime settimane e lui voleva brindare come se nulla fosse?

Bucky non riusciva a togliersi la sua espressione confusa dalla faccia e nemmeno formulare una qualsiasi frase. Così, il miliardario, sempre sulle spine, continuava a guardarlo in difficoltà.

-... se vuoi.- finì a bassa voce, nella speranza di ricevere una risposta da parte del soldato.
Fortunatamente quest'ultimo si riscosse dal momento di confusione rendendosi conto della situazione e facendosi da parte. -Ehm... sì, puoi entrare.
Tony nascose un sorriso ed entrò nella stanza.

Il piccolo salottino disordinato lo accolse con calore. Il miliardario sorrise vedendo vestiti e cianfrusaglie sparsi ovunque sui mobili. Non si aspettava che il soldato fosse quel genere di persona. Forse perchè si aspettava che fosse perfetto sotto ogni punto di vista, anche se quest'ultima scoperta non fece comunque vacillare più di tanto la propria opinione sull'uomo.

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