Erik Lehnsherr [Parte 2]

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Attenzione: scene a pallino rosso 🔴

Due anni dopo

Margo si lasciò cadere sul morbido materasso, ormai sfinita dalla giornata. Fece un lungo respiro per poi decidersi a spogliarsi, rimanendo in intimo, ed infilarsi sotto le morbide coperte.

Era ormai tardi e casa sua era vuota, dopo l'accaduto di due anni prima, tutti se ne erano andati da quell'enorme edificio che li aveva ospitati, solo Charles era rimasto, non voleva più vedere nessuno, solo Hank si oppose a ciò, non volendo lasciarlo solo con la sua frustrazione. La ragazza fu costretta quindi ad andarsene e trovare una casa dove abitare.

Così, due anni dopo, si ritrovava ogni giorno a tornarein una casa silenziosa e triste, sfinita dopo un turno di lavoro sfiancante che le prosciugava le energie.

Margo si rigirò svariate volte fra le coperte fino a quando non trovò la giusta posizione, prendendo sonno in pochi minuti.

Solo un paio d'ore più tardi però, la ragazza venne svegliata da un rumore proveniente dal salotto. Lentamente si tolse le coperte di dosso, indossò la prima maglietta che le capitò sotto mano ed uscì dalla camera in punta di piedi.

Afferrò la prima cosa che trovò: la statuetta di un gatto di porcellana, orribile per i suoi gusti, che le era stata regalata in passato dai suoi nuovi vicini.

Fece ancora qualche passo verso il salotto, i suoi senza erano in allerta come non mai. Poi lo vide, un ombra leggermente più scura si distingueva nella notte buia, se ne stava in piedi accanto alla porta che portava alla cucina.

Margo strinse di più la statuetta fra le mani, pronta a scagliarla contro la figura anonima, poi però le luci si accesero, rivelando un volto familiare e fermando la ragazza sui suoi passi.

-E-Erik?- sussurrò.

L'uomo, immobile davanti a lei con ancora la mano a sfiorare l'interruttore della luce, la guardava dritto negli occhi tentando di nascondere la sofferenza che aveva provato in quei due anni senza di lei, ma soprattutto cercando di non far trasparire la felicità che provava nel rivederla dopo così tanto tempo.

-Megan, io...- provò ad avvicinarsi con voce cauta, proprio come un uomo farebbe ad un animale selvatico.

-Non avvicinarti.-

Erik socchiuse gli occhi, aspettandosi quella reazione.

-Mi dispiace, Margo.-

-Bugiardo! Ci hai traditi! Ci hai traditi tutti! Quelli che una volta erano i tuoi allievi, Charles e me! Tutte persone che una volta ti volevano bene e ti rispettavano!- gridò lei disperata.

L'uomo ingoiò il nodo alla gola -Ora non mi vuoi più bene? Non sono più nessuno per te?-

-Solo una persona da dimenticare.-

Erik rimase in silenzio, colpito da quelle parole così difficili da digerire. La ragazza di fronte a lui continuò a fissarlo con sguardo gelido, abbassando però il gatto di porcellana.

-Cosa vuoi Erik? Perché sei qui? Perché sei tornato dopo così tanto tempo?- gli chiese afflitta.

-Non potevo tornare da te, non mi avresti perdonato, non avresti potuto.-

-E perché sei tornato adesso?-

-Perché non potevo più aspettare io.- ammise.

Susseguirono attimi di silenzio, spezzato poi da un sussurro -E perché sei tornato da me?-.

-Perché ho atteso troppo tempo ed ho iniziato ad avere paura di esaurirlo, pentendomi poi di non averlo passato abbastanza con te.- la sua voce era ferma, dura e sincera. Margo abbassò lo sguardo sui suoi piedi, non riuscendo più a trattenerlo su quello di lui.

Si girò posando la statuetta di nuovo al suo posto, chiudendo gli occhi per qualche instante, per realizzare meglio il significato di quelle parole.

Quando si girò di nuovo verso di lui però, si ritrovò lei stessa contro al mobile, il suo corpo ormai premuto tra di esso ed il corpo muscoloso dell'uomo, mentre le sue labbra erano premute con forza contro le sue.

Dopo un attimo di shock Margo posò le mani sul suo petto, tentando di allontanarlo da se, ma non ottenne ciò che voleva, infatti Erik le cinse i fianchi con più veemenza, tenendola ancora più stretta a se, tanto che la ragazza sentì la patta dei pantaloni che le premeva prepotentemente contro il bacino.

Sciolta da quel tocco, Margo si lasciò andare, ricambiando il bacio con altrettanta passione.

Tutt'a un tratto si sentì sollevare di peso da forti braccia, ed essere posata sul morbido divano nel suo salotto, il corpo di Erik che la sovrastava.

Tutt'a un tratto si sentì sollevare di peso da forti braccia, ed essere posata sul morbido divano nel suo salotto, il corpo di Erik che la sovrastava

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In pochi attimi i due si liberarono degli indumenti, strappandoseli di dosso e scaldandosi solo con il calore che emanavano i loro corpi eccitati.

Erik faceva scontrare i loro bacini senza penetrarla, voglioso di gustarsi quel momento nel migliore dei modi. Dopo l'ennesima volta che Margo gemette vogliosa, con un colpo di reni l'uomo entrò finalmente in lei, che dovette resistere dall'urlare da piacere.

Si susseguirono altre numerose spinte, sempre più forti e decise, che fecero tremare i loro corpi dal piacere.

Le mani della ragazza erano sulla sua schiena, graffiandogli la pelle ad ogni spinta. Le braccia muscolose di lui erano invece ai lati della sua testa per sorreggersi , mentre i loro bacini si scontravano violenti.

Poi i due vennero travolti dal piacere e vennero insieme, gridando l'uno il nome dell'altro, per poi rimanere abbracciati, ancora tremanti.

Il mattino dopo Margo di risvegliò nel suo letto, di Erik non c'era nessuna traccia, se ne era andato quella mattina presto, silenzioso come era arrivato, nessun messaggio, nessun avvertimento, nessun saluto, niente di niente.

The end.

MARVEL - One-shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora