Dopo aver recuperato il mio guerriero salutai Tenaga (il quale ancora aspetta che gli porti quella maledetta pietra) e riprendemmo il viaggio, trovando alfine l'uscita dal labirinto.
- E adesso? - mi chiese Lu attorcigliandosi i baffoni.
Silenzio in sala. Osservammo il panorama che ci si palesava davanti agli occhi: vi era una montagna enorme ed imponente: rimasi a bocca aperta e m'accorsi che superava l'altezza delle nuvole. Fu Lu a interrompere il silenzio che si era creato tra noi: - Quando vedo una montagna mi nasce un solo desiderio nel cuor: quello di scalarla fino in cima.
- Allora è deciso: la scaleremo! - dissi risoluto e soddisfatto.
- Scalare una montagna è una condizione essenziale per purificare le anime dalle nostre sozzure quotidiane.
Così, pian piano, percorremmo un sentiero in salita, puntellato di abeti sempreverdi e di fiori violetti e profumati.
- Mi sento ringiovanito, sai? - dissi con serenità.
- Beh, mortale, la vita è come un viaggio: non importa la meta, ma il cammino...
Dopo un'ora arrivammo a una radura e notammo due figure che parlottavano: uno era stranamente vestito di rosso porpora mentre l'altro di un bianco fantasma.
- Scusate, siete alpini? - chiese Lu.
- Maestro mio, che via faremo? - disse il Rosso al Bianco.
- Nessuno tuo passo caggia; pur su al monte dietro a me acquista, fin che n'appaia alcuna scorta saggia.
Non ci risposero e continuarono a salire.
- Incredibile, non ci hanno visto né sentito - affermai risentito tirando un calcio a un sasso.
- Già. La cosa che mi preoccupa sai qual è? Non è che forse siamo noi i fantasmi?
Continuammo ad arrampicarci per l'impervio sentiero che iniziava ad essere sempre più ripido. Fu così che giungemmo in una vallata verde con fiori multicolori e, in lontananza, spiccava una casettina rosa.
- È un mulino. - dissi con gioia. Mentre mi avviavo all'abitazione inavvertitamente pestai la coda a un gatto.
- Ahia che dolore. E stai attento a dove metti le zampe! - disse il gatto.
Il guerriero non credeva alle sue orecchie: - Tu parli?
Il felino si pettinò la coda e mi diede una stivalata sul piede. - Ben ti sta! Certo che parlo, sono il gatto con gli stivali.
- Io l'ho sentito. - dissi massaggiandomi il piede indolenzito.
- Adesso per colpa vostra ho perso il Bianconiglio: l'avevo quasi catturato, per tutti i topi!
Io e Lu ci guardammo stupefatti.
- Un coniglio? Lo vuoi fare alla cacciatora?
- No! Lo devo regalare al re. Ho un piano per far arricchire il mio padroncino, sapete? - disse continuando a correre nel prato. Decidemmo di continuare il nostro cammino.
- Nel giro di poco tempo abbiamo fatto due incontri strani, amico. Non è che siamo finiti in una candid camera? - dissi ridendo. Non so se Lu l'aveva capita, ma continuammo a salire.
Nel mezzo del sentiero roccioso apparve una chimera: - Fermi! Parola d'ordine, prego.
Lu stava per sguainare la sua spada ma io lo fermai: - Aspetta, prima di passare alle maniere forti dobbiamo tentare una via di pace. Lascia fare a me - e mi avvicinai al mostro con la testa di leone e di capra.
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Brave
Science FictionIl sedicenne Jack Carson è un normale adolescente che studia al liceo scientifico, grande appassionato di fantascienza e delle auto da corsa. Un giorno, dopo aver litigato coi genitori, decide di scappare di casa e si rifugia dal suo amico Rod che g...