7. E guerra fu!

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Fu una sorpresa per tutti scoprire cosa era l'Arcano: non era altri che l'astronave di Rose! Come era possibile? Beh, fu la stessa Rose a spiegarlo: quando fummo trascinati dentro il buco nero venimmo lanciati in questo pianeta dove io e lei eravamo atterrati vicini al labirinto, mentre la sua navicella, per un guasto successivo, venne scagliata indietro nel tempo di secoli (per questo non avevamo più ricevuto il suo segnale) fino a quando il nostro caro stregone era riuscito a ritrovarla. Arcibald ci sorrise dall'ingresso della navicella e ci invitò tutti ad entrare dentro. Rose nel frattempo si era riposata e, riavendo a disposizione la sua potente macchina spaziale, contattò gli amici gladiatori i quali ci avrebbero raggiunto al più presto. Adesso avevamo tutte le carte per poter finalmente contrastare i terribili rettiliani ma, prima, avevamo un altro compito non meno importante: riprendere il trono del caro Re Manuel togliendolo al suo fratellastro Evaristo. Il re ci spiegò che ogni martedì aprivano le porte del suo castello per far entrare i mercanti e allestire, nel cortile interno, un mercato per poter rifornire tutti quanti di ciò di cui si aveva bisogno. Fu così che ci camuffammo da mercanti ma, all'ingresso, venimmo perquisiti dalle guardie e per questo motivo, naturalmente, non potevamo introdurre alcun tipo di arma. Peccato che Evaristo non era a conoscenza del fatto che la navicella di Rose poteva entrare ed uscire liberamente dal castello visto che si poteva rendere invisibile e fu grazie a questo stratagemma che, una volta dentro, riuscimmo a riottenere le nostre armi e a giungere fino alla sala del trono, al cospetto del cattivo usurpatore ben armati. Egli stava chiacchierando con la sua corte quando, improvvisamente, apparve re Manuel con un sorriso smagliante e disse quella frase che rimase celebre nella storia del regno di Carmodia: - Toh, guarda chi c'è: un maiale seduto sul mio trono!

Non potete immaginare la faccia di che colore diventò al povero Evaristo dopo questa sgradita sorpresa che raddoppiò quando, dietro di noi, arrivarono Lu e il cavaliere Lorenzo che aveva appena liberato. L'usurpatore, ormai privo di fiato, urlò alle guardie di attaccarci ma prontamente il raggio laser di Rose li bloccò e li fece svolazzare in aria: sembravano dei palloncini colorati e senza vita! Ripresosi il suo trono, re Manuel fece arrestare tutti coloro che gli si erano ribellati contro, incluso suo fratellastro Evaristo che venne impiegato come pulitore dei cessi delle guardie della prigione in cui venne messo in isolamento.

Passò una settimana e nel frattempo il re aveva raggruppato un buon esercito che contava più di diecimila unità le quali vennero addestrate dal nostro stregone e da Rose che li aveva riforniti di raggi laser e paralizzanti. Fu proprio durante uno di questi addestramenti che arrivarono i rinforzi: dagli altri regni del pianeta marciarono gli altri eserciti e per la prima volta si unirono tutti insieme per contrastare i pericolosi rettiliani che, nel frattempo, avevano creato il loro campo base nella foresta di Porg, pronti ad attaccarci da un momento all'altro.

Non fu facile studiare un piano di battaglia, visto che i rettiliani, a loro vantaggio rispetto a noi, avevano le navicelle spaziali da combattimento. Fu per questo motivo che i gladiatori spaziali che dovevano aiutarci sarebbero venuti con le loro navi da battaglia: e fu quello che avvenne! Tutto era pronto: la guerra ebbe inizio!

***

Avevo solo una cosa in mente: acqua! Datemi dell'acqua! Ero stato preso prigioniero da una settimana, ormai. Molti miei amici erano caduti e la guerra si protraeva da oltre un anno. Mi hanno catturato i maledetti merlock e credo che non abbiano intenzione di mangiarmi, forse mi tengono prigioniero come eventuale merce di scambio o hanno deciso di farmi morire di fame. La guerra è stata terribile... L'unica cosa buona della guerra è quando finisce. I rettiliani, nonostante il nostro attacco, ci hanno sbaragliato sia via terra che per aria (dove si trovavano a combattere i gladiatori spaziali) e per questo motivo decidemmo di dividerci. Non so quanti dei miei amici siano sopravvissuti, ma il peggio è successo: molte fazioni di rettiliani sono riuscite ad impossessarsi di alcuni paesi e chissà cosa hanno fatto agli abitanti lì presenti. Chissà sulla mia Terra cosa è accaduto, spero non siano riusciti a conquistarla! Mi sentivo immensamente triste e sconsolato, pieno di rabbia e di sete di vendetta verso quei bastardi alieni invasori.

Mi guardai intorno: ero dentro una capanna rocciosa e nell'unica apertura scorgevo l'ombra della guardia scimmiesca (la sua presenza è palese anche solo dal tanfo che emana, un tanfo immondo!) che passeggiava avanti e indietro. La mia ciotola era vuota da giorni e questi criminali non si degnavano neanche di portarmi un sorso d'acqua.

- Ehi scimmia, sto morendo di sete! - provai ad urlare verso di lei e come unica risposta ricevetti una malefica occhiata piena di ira. Ormai non temevo più la morte ed ero pronto a tutto pur di fuggire da quella fogna.

Di nuovo sera. E si gelava. Sul pavimento c'erano i miei escrementi e ormai mi ero abituato al mio tanfo. Poco fa mi avevano portato del cibo (finalmente!) e non erano che avanzi marci di un animale cotto male. Non riuscivo a crederci ma è stata la cosa più deliziosa che abbia ingurgitato, è proprio vero che quando si muore di fame ogni cibo diventa un pasto da re! Mi avevano portato anche dell'acqua (o almeno credo lo fosse) dal colore giallo canarino. Sapeva di ruggine. Non facevo che guardare l'unica luce che entrava dal buco della porta, era una fiamma tremolante di una torcia. Avevo le mani legate con una corda resistente e piena di spine che mi aveva causato un'allergia alla pelle, infatti avevo delle bolle in tutto il corpo. Attesa. Silenzio. Noia.

Il giorno dopo ricevetti una visita: era uno scimmione alto e bianco con la faccia tutta pitturata di rosso: egli mi parlava nel suo linguaggio alieno e animalesco, pieno di urla e riempiendomi il volto di sputi. Mi liberò dalle corde e mi scortò in un'altra parte della caverna. Scendemmo degli scalini, attraversammo un ponte sospeso su un burrone, risalimmo altri gradini e giungemmo in una capanna di bambù: mi spinse con forza al suo interno e, mezzo accecato, scorsi una figura seduta su un trono. Ricordo che aveva un volto barbuto. Non riuscivo a capire nulla di quello che si dicevano e mi fu concesso di sedermi per terra. Accanto a me vi erano altri prigionieri che vedevo per la prima volta: un alieno dalle fattezze verdi simile a una rana gigante e una ragazza dai capelli tutti scarmigliati che continuava a fissarmi e a deridermi. Ad un certo punto ci fecero alzare ed entrò una piccola folla di altri merlock che iniziarono ad osservarci da vicino e a toccarci. Il tizio barbuto era sicuramente il banditore di asta e noi stavamo per essere venduti come schiavi!

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