Jack
<Jack, siamo arrivati> la voce di mia madre mi sveglia e così apro piano gli occhi.
<non era un sogno, me ne sono andato davvero> borbotto senza farmi sentire da lei.
<Scendi ora, tuo padre sta portando le scatole dentro.> dice, ed io annuisco, per poi sbadigliare.
Esco dalla macchina e mi stiracchio.
<Eccomi qui inutile e ordinaria vita.> dico, appena mia madre si allontana un po' da me.
<Hai detto qualcosa Jack?> domanda, ed io alzo le spalle.
Appena entrati, mi guardo intorno.
Solita casa da ricconi, ma non bella quanto la casa della mia zietta.
Già mi mancano.
<Jack, dobbiamo parlare> dice mio padre, scendendo le scale.
<Mh, okay.> dico e andiamo in salotto.
Appena seduti sul divano mio padre inizia.
<Chi era quello?> domanda secco e mi guarda con un sguardo freddo.
<Il mio fidanzato...> mormoro, guardandolo negli occhi.
Non abbasso lo sguardo, io non mi vergogno di Finn.
<E quando me lo volevi dire?> domanda lui, poggiando le braccia sulle ginocchia e stringendo i pugni.
Mia madre porta una mano sulla sua spalla, accarezzandogliela.
<Non volevo dirvelo a telefono...> dico, ed è vero.
Non volevo che i miei lo sapessero in quel modo.
<Ti piace il cazzo Jack! Quando cazzo me lo volevo dire!?> dice, ed io abbasso lo sguardo.
<Calmati amore, è comunque nostro figlio...> mormora mia madre.
<Il mio unico figlio è gay. Come potrai mai portare avanti il cognome Grazer fidanzandoti con quello!> dice, ed io alzo lo sguardo guardandolo male.
<Quello ha un nome!> dico e mio padre si alza, parandosi davanti a me.
<Non me ne frega come cazzo si chiama, tu con quello non ci parli più! È stato lui a cambiarti, ne sono certo. Tu prima eri normale.> dice, per poi andarsene in camera e sbattere la porta.
<Scusa Jack...> dice mia madre, per poi andare da lui.
<Vai certo, vai da quel coglione di tuo marito.> mormoro con voce rotta.
Mi alzo di scatto, prendo le chiavi di casa che si trovano sul tavolo e esco velocemente senza preoccuparmi di loro due.
Le lacrime scorrono, la gente mi guarda, ed io me ne frego.
Cammino velocemente, cercando di non pensarci.
Ma è impossibile.
Il mio stesso padre non mi accetta, come cazzo posso non pensarci?.
Mi siedo su una panchina, portandomi le mani in faccia.
Neanche un minuto che sono arrivato e già la mia vita fa schifo.
<Hey, amico, stai bene?> domanda una voce, ed io alzo lentamente lo sguardo.
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The Sun And The Moon.||Fack||
FanfictionJack è un ragazzo di 16 anni, dai capelli castani, come i suoi occhi, la pelle chiara e delle leggere lentiggini sulle guance. dovrà trasferirsi a casa di sua zia , visto che i suoi genitori, a causa del lavoro, non hanno il tempo per badare a lui...